Questa è la storia del Destino,
dello gnomo che per secoli è stato il custode del tempo. A tale gnomo infatti è stato assegnato da Dio il compito di custodire il libro del passato, presente e futuro di ogni uomo.
Così, ogni giorno, lo gnomo si siede su un piccolo muretto in un angolo della vita di ciascuno e osserva, ascolta, quello che già sa, quello che è già stato scritto nel libro che tiene sempre accanto a sé.
E col passare del tempo scorrono le pagine del libro; e quello che è futuro diventa presente; e quello che è presente diventa passato; e le pagine future bianco avorio prendono il colore giallo antico, come quello delle foglie che in autunno segnano il passare della stagione, e le scritte lucenti e ben incise diventano sbiadite ma preziose, come i geroglifici di antichi papiri.
Lo gnomo così, seduto sul muretto, resta fermo a riscontrare nelle realtà quello di cui è già a conoscenza: di ogni lacrima che verrà versata, di ogni palpito del cuore che verrà battuto, di ogni alito che verrà respirato, di ogni gioia, paura, errore, speranza, che, da ogni essere umano verrà vissuta.
Ma i giorni, gli anni, i secoli passano e lo gnomo comincia a stancarsi del suo ruolo di custode del destino; così un giorno decide di chiedere a Dio di liberarlo da questa sua responsabilità.
Dio lo ascolta e replica: “cosa vuoi diventare?”
E lui gli risponde: “vorrei diventare uomo, per poter capire cosa vuol dire veramente emozionarsi, vivere la sensazione di un evento, senza averne già una conoscenza pregressa”.
Dio allora lo accontenta e poi gli chiede: “cosa ne farai del libro?”
E’ troppo geloso il nano solitario per cederlo. Troppo sicuro che fosse insostenibile per ogni altro uomo; e così risponde: “lo getterò in mare, dove l’acqua non ha memoria e i pesci non sanno leggere”.
Dio però subito lo corregge: “hai sbagliato, l’acqua ha memoria, come il mondo ha un cuore che batte e i pesci non hanno bisogno di leggere per capire ciò che si afferra e si capisce senza parole, il destino. Comunque farò come dici tu: getterò il libro nel mare. Che le profondità marine siano pronte a trasmetterlo.
D’ora in poi il mare sarà il luogo in cui il destino è conservato. Quando un uomo cercherà una risposta, si siederà sulla riva e, nella contemplazione di esso, troverà la sua risposta”.