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A poche ore dalla palla a due del delicato match casalingo contro gli Sharks Roseto la preoccupazione dei tifosi forlivesi, oltre al fenomeno rosetano Smith, ha altri due nomi: Sebastian Vico e Simone Pierich. L’ala friulana vede i propri problemi fisici peggiorare anziché migliorare. Prima il ginocchio, ora una lesione muscolare la cui entità sarà valutata nelle prossime settimane.

Piacenza, polpaccio

La sua assenza prolungata ha indubbiamente complicato i piani di Garelli, che si è trovato in un colpo solo senza il cambio di Wayne Blackshear, secondo per minutaggio di tutto il campionato, e senza l’unico tiratore puro presente in rosa. Per quel che riguarda Seba Vico il discorso è più articolato.

Partito anche lui con problemi fisici che parevano costringerlo ai box per l’avvio di campionato è sceso in campo a sorpresa già dalla prima giornata, con evidente carenza di preparazione, lacuna ormai destinata ad essere colmata in corso d’opera. La condizione dell’italo-argentino sembra essere in via di definitivo miglioramento, anche dal punto di vista atletico. Con il passare delle gare lo abbiamo visto attaccare con più decisione, frutto di una migliore esplosività di gambe, fondamentale per il suo gioco fatto di cambi di ritmo e accelerazioni, mentre in difesa ha confermato di essere un osso duro anche a questi livelli. Il problema dunque? Il pallone di entrare nel cesto non ne vuole proprio sapere.

Seba sta faticando a prendere le misure alla categoria, forse anche perché ora ci sono altre importanti opzioni offensive al suo fianco e gli si chiede di incidere con meno possessi, di essere più chirurgico. Mica banale per uno che ama avere la palla in mano. Come se non bastasse il metro arbitrale non aiuta: ui campi di A2 di norma viene concessa tanta fisicità sul portatore di palla, fattore che danneggia il gioco della guardia argentina, giocatore atipico per la A2: rapido, sia di testa che di gambe, di sicuro talento, ma decisamente più a suo agio all’interno dell’arco che all’esterno. Il risultato è che la Pallacanestro 2.015 è totalmente dipendente dai punti dei suoi americani, basta che uno dei due si prenda una giornata di pausa ed è notte fonda per l’attacco. Per la Pallacanestro 2.015 è cruciale ritrovare Vico come punto di riferimento offensivo, anche se ad oggi i suoi margini di miglioramento sono un’incognita.

Veni, Vidi, Vico: com’è al tempo presente?

Questi problemi di bilanciamento dell’attacco forlivese sono venuti fuori in tutta la loro brutalità a Piacenza, dove Jones ha messo la museruola a Crockett e l’Unieuro ha prodotto un desolante 4/23 dall’arco, condito dalla miseria di 28 punti nel secondo tempo. Il teorema è di quelli semplici: se la difesa ti mette le mani addosso, impedendoti di far circolare il pallone, andare a canestro o appoggiare il pallone in post basso, bisogna provare ad attaccare con gli esterni in uno contro uno, per portare a casa falli e viaggi in lunetta, ma soprattutto bisogna poter contare su qualche cesto da fuori. Lasciando da parte il discorso dei viaggi in lunetta, legato anche a fattori come le inspiegabili variazioni del metro arbitrale viste a Piacenza, resta il problema del tiro pesante. Con Pierich a bordo campo alla Pallacanestro 2.015 manca l’unico specialista presente in rosa. Per questa ragione e per limitare il sovra utilizzo di Blackshear, che potrebbe portare problemi più avanti nella stagione, viene spontaneo dare uno sguardo al mercato.

Si sono rincorse varie voci in questi giorni, in particolare si è parlato di Borsato, killer dell’Unieuro in quel di Piacenza. Borsato ha un contratto in scadenza e potrebbe essere rinnovato proprio in questi giorni dall’Assigeco, ma secondo i rumors avrebbe sul tavolo un’offerta fino a giugno 2018 della Pallacanestro Forlì.

Passa il 92, forse

Sarebbe il profilo giusto per quanto riguarda le doti balistiche ma non per il ruolo, andando a chiudere nelle rotazioni Paolin e Bonacini i quali non lo meritano per quanto fatto fin qui.

Altro nome circolato quello di Bruttini, in uscita da Brescia con cui è stato fra i protagonisti della promozione lo scorso anno. Bruttini, passato da Forlì in occasione dell’annus horribilis della pallacanestro forlivese, non è né un tiratore né un’ala, è un centro, ma è un’occasione allettante per puntellare un reparto che ha mostrato qualche crepa in questo avvio di stagione e in cui non è facile trovare giocatori italiani di un certo peso specifico.

prima esperienza forlivese non benissimo

Mettere Bruttini in formazione consentirebbe a Garelli di aumentare il minutaggio di Infante come ala forte, ruolo in cui ha mostrato di tenere bene il campo, e utilizzare Crockett per una manciata di minuti come ala piccola, dando così un po’ di respiro a Blackshear.

La dirigenza della Pallacanestro 2.015 si è mostrata in passato attendista, coerente con le proprie idee e restia a cambiare tanto per cambiare, per cui è facile pensare che entrambi prenderanno destinazioni diverse, in attesa di un giocatore dal profilo più aderente alle necessità. Profilo che potrebbe essere quello di Marco Carraretto, nome sempreverde in questo autunno forlivese.

la sciarpa è nell’armadio

Carraretto è giocatore avanti con gli anni ma integro fisicamente e in campo copre le stesse posizioni di Simone Pierich. Meno tiratore puro del friulano ha comunque buone doti balistiche ed è giocatore di carisma, che fu molto apprezzato a Forlì nella drammatica stagione 2014/’15. Un ostacolo possibile è la formula contrattuale: Carraretto è presumibilmente in attesa di una proposta fino al termine della stagione, proposta però incompatibile con le necessità della Pallacanestro 2.105. Simone Pierich prima o poi tornerà a disposizione di Garelli e a quel punto uno dei due sarebbe di troppo.

Conoscendo il modus operandi della società c’è da scommettere che la pazienza e l’oculatezza faranno, al solito, la parte del leone, valutando a fondo l’infortunio di Pierich e soprattutto ritoccando la rosa solo e soltanto nel caso in cui il mercato offra l’incastro ottimale.