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Nelle dichiarazioni post Maceratese l’allenatore del Forlì Massimo Gadda ha fatto curiosamente cenno alla prestazione di un giocatore entrato dalla panchina a mezzora dalla fine, il centrocampista macedone Isnik Alimi: “E’ un giocatore tecnico e fisico, può diventare una risorsa importante per noi” ha spiegato l’allenatore biancorosso. Dietro a così poche parole però c’è un mondo possibile, quello di un 22enne che ha tutte le carte in regola per sbancare nel mondo del calcio.

Macedone nato nel febbraio del 1994 al confine con l’Albania, a 350 chilometri per lo più di Adriatico da Lecce, Alimi fu notato giovanissimo dal Chievo con cui vinse il campionato Primavera quattro giorni dopo l’epic Forlì-Tolle del 2014. Aveva 20 anni e il responsabile del settore giovanile della società veneta Maurizio Costanzi stravedeva per questo ragazzone alto, centratissimo sul calcio e tecnicamente raffinato come pochi parietà. Nella Primavera del Chievo Alimi faceva coppia d’attacco con Da Silva. Ma il ruolo non è mai stato un problema. Centravanti, seconda punta, ala, mezzala, mediano, addirittura pivote davanti alla difesa. Fin da giovane Isnik ha giocato in tutte le zone del centrocampo e dell’attacco: una duttilità che in fase di crescita rappresentava un valore aggiunto più unico che raro: anche per questo Costanzi scommise forte sul ragazzo, portandolo con sé all’Atalanta quando un mese dopo la finale del campionato Primavera seguì nel passaggio da Verona a Bergamo il direttore sportivo Giovanni Sartori.

2010: suola, tunnel, suola

In nerazzurro Alimi restò poco perché il percorso per i ragazzi della sua età all’Atalanta non ammette deroghe. Prestito prima al Lumezzane (26 presenze, 2 gol) e poi a Macerata (12, 0).

E infine al Forlì, l’ultimo giorno di mercato con un blitz di Cangini che ne ottiene il prestito gratuito dall’Atalanta convincendo il potentissimo procuratore Vlado Boroza, uno dei maggiori esperti di calcio dei Balcani (qui intervistato di Di Marzio cita anche Alimi). Quando il suo ingaggio viene annunciato il Forlì è nell’Auditorium della Cassa dei Risparmi per la serata di presentazione della squadra alla città. Si sparge la voce di due arrivi: Capellini e Alimi. Ma se il primo ha già un passato tutto sommato promettente in biancorosso, Alimi è sconosciuto ai più. Chi sarà questo ennesimo prestito dalla Dea? Ancora i tifosi del Forlì non lo hanno scoperto.

Qualità tecniche eccezionali sul piede forte, il sinistro, unite ad un fisico già adulto e ad una forza di gambe esplosiva. Alimi è un’anomalia in questo Forlì costruito al risparmio, un potenziale fuoriclasse pronto all’esplosione nucleare dentro ad una rosa che in quasi tutti i suoi effettivi deve dimostrare prima di tutto a sé stessa di poter stare in Lega Pro. Per Alimi invece la terza serie italiana rappresenta probabilmente solo un punto di partenza. Anche perché alle origine balcaniche non corrispondono deviazioni caratteriali significative, tuttaltro: Isnik si sente un calciatore e come tale si comporta, ineccepibile fuori e dentro al campo. Ma allora, domanderete, perché a 22 anni fa la muffa in panchina? Buona domanda.

L’impressione è che il grande pregio del promettente ragazzino Isnik, saper giocare dappertutto, sia diventato col passare degli anni il limite più ingombrante del calciatore Alimi: non aver ancora trovato una collocazione precisa in campo. Perché va bene essere duttili ma ad essere troppo duttili si diventa Padoin, non Pogba.

Neppure Gadda finora è riuscito ad inscatolare le potenzialità di Alimi. Nonostante i numerosissimi cambi di modulo – e i risultati disastrosi della prima parte di stagione – il centrocampista/attaccante macedone non ha mai iniziato una partita dal primo minuto con la maglia del Forlì. In tutto finora Alimi ha collezionato 160 minuti in otto spezzoni di gioco: difficile, ancora di più per uno con la sua stazza, imporsi in scampoli di partite indirizzate già verso una loro conclusione. A Macerata però, nei 27 minuti finali giocati con personalità davvero speciale, qualcosa potrebbe essere cambiato. Le parole di Gadda a fine partita lasciano intravedere la possibilità che nel futuro prossimo, magari già domenica contro il Teramo, Alimi possa scalare le gerarchie biancorosse e ritagliarsi un posto nell’undici titolare. Dove? Al momento l’unica collocazione possibile – scartate le opzioni panchina per Ponsat e Bardelloni – sembra essere a centrocampo.