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Pensando alla sfida Maceratese-Forlì di domani mi torna in mente una giornata particolare, anzi un pomeriggio vissuto pericolosamente.

Campionato 92/93: ricordo che la sera del sabato, in pizzeria, raccontavo agli amici della, per me, grande sfida che avrei vissuto sui gradoni del monumentale stadio Helvia Recina. Il mio Forlì sul campo marchigiano nel big match con la Maceratese. Prime appaiate in lotta per salire in C2. La notte mi svegliai più volte pensando a quello che ci aspettava l’indomani. Alcuni pullman al seguito nella decisiva trasferta, noi in macchina. Un equipaggio di amici affiatati con alla guida il “Tasso” alias Roberto Tassani (da ragazzo sino alla prima squadra del Forlì) che col suo magico sinistro fu insuperato regista del nostro Club, poi il mio “socio” Gardo e con noi Beppe Maldari, collega di lavoro al Genio, traviato, da me e Fausto, al seguito dei biancorossi. Nel viaggio d’andata, passando sotto la basilica di Loreto, facemmo un voto: se il Forlì avesse vinto, al ritorno avremmo fato una devota vita alla cattedrale. Arrivati nei pressi dello stadio ci rendemmo conto del grande seguito dei tifosi locali per quella partita. Seimila anime e un tifo raro per la serie D.

Il Forlì, all’epoca allenato da Lele Lucchi, scese in campo col piglio giusto e grazie ad una splendida rete del classico “Paco” D’Orsi s’impose in una gara che sembrava poter tingere del biancorosso forlivese quella rincorsa alla C. Definire l’uscita dallo stadio drammatica è il minimo. Il pullman dove viaggiavano il compianto amico Fox, assieme all’immancabile Facchinello, fu lapidato da un fitto lancio di pietre e noi quattro riuscimmo a sfilare oltre il recinto posto a protezione dei tifosi forlivesi, facendo la massima attenzione a non proferir una parola che avrebbe indicato ai furiosi tifosi di casa la nostra matrice romagnola. Giunti nelle vicinanze di Loreto non fu facile convincere il Tasso alla deviazione: era assurdamente convinto che alcuni tifosi maceratesi ci avrebbero aspettato per una benedizione tutt’altro che pia. Alla fine tutto, apparentemente, andò per il verso giusto. Il Forlì aveva vinto staccando di due punti gli avversari (Forlì 40, Maceratese 38) e noi tornati nella nostra accogliente Furlè illesi! Incredibilmente, però, i biancorossi s’incepparono nelle ultime sei gare dilapidando quella storica vittoria. La Maceratese fece filotto con sei successi e 12 punti, il Forlì ne raccolse 6 pareggiando in casa con Ellera, Castellana e Fermana e perdendo col Bastia. Il campionato terminò con la Maceratese promossa con 50 punti davanti a Forlì (46) e Viterbese (45). La cocente delusione per la mancata promozione fu poi lenita, durante l’estate, con uno dei diversi ripescaggi del Forlì che per le successive quattro stagioni militò in C2.