“Forlì è per me una grande occasione! Felice per l’accoglienza ricevuta.”
48 al debutto ufficiale stagionale (in Coppa Italia, a Ravenna, domenica sera h.20,30) ed ecco che il Forlì presenta l’ultimo pezzo, strettamente in ordine cronologico di arrivo, della propria argenteria: il centravanti Stevy Okitokandjo.
Possente (184 cm per 88 kg), il 30enne attaccante olandese, nato ad Haarlem, ma di origini congolesi, è un vero “globe-trotter” del pallone, avendo giocato in due continenti: Europa e Sud America!
Oltre che in Belgio (scuola Bruges), ha militato infatti per 6 stagioni in Portogallo, prima di approdare al Puerto Cabello (Venezuela) con cui ha anche disputato la Coppa Libertadores.
Col suo acquisto i Galletti vanno sicuramente a completare il reparto avanzato aumentando potenza e tonnellaggio a disposizione di Mr. Miramari.
Queste le sue prime parole forlivesi…
“Sono contento essere a Forlì! Ringrazio tutti per l’accoglienza, sono stato piacevolmente sorpreso, mi sento già come a casa.”
L’anno scorso ha giocato in Libertadores, un’esperienza affascinante, ora invece sarà a Forlì, in Serie D….
“La Coppa libertadores? È stata un’esperienza incredibile, che spero mi aiuti nella mia nuova avventura a Forlì. Questa per me è una grande occasione e voglio scoprire sia il campionato di Serie D che l’Italia.”
Si descriva come giocatore: quali sono le sue caratteristiche?
“Sono un giocatore esplosivo, a cui piace attaccare la profondità e segnare. Spero di fare molti gol, ma sono anche tecnico e mi piace aiutare la squadra tenendo palla.”
Qual è stata la sua miglior stagione e quali obiettivi si è posto?
“La mia miglior stagione è stata la prima nella seconda liga portoghese, sia in fatto di gol che di numeri. Obiettivi? Sono qui per aiutare il club a raggiungere i suoi.”
A che punto della preparazione è?
“Mi sento bene, anche se ho ancora un po’ di lavoro da fare per raggiungere il top, poi sarà lo staff tecnico a decidere quando impiegarmi.”
Soprannome?
“Come vengo chiamato? Stevy ed Okito sono i più comuni.”
Conosceva l’Italia ed in particolare Forlì?
“So che l’Italia è una nazione di calcio, con i tifosi che seguono molto le squadre. Conoscevo Forlì perché ho amici, che ci hanno giocato pro e contro, che me ne hanno parlato bene.”
Lei parla sei lingue, conosce già l’italiano? Non parlarlo può essere un problema?
“Non credo che la lingua sarà un problema, il calcio ha una sua lingua universale. Sto comunque studiando l’Italiano e spero di poterlo parlare il prima possibile. I compagni comunque mi hanno accolto molto bene e mi stanno aiutando ad inserirmi.”