Tra passato e presente, l’enorme talento biancorosso ex Casale Monferrato e classe 1999 Fabio Valentini si racconta e ci spiega cosa vuol dire giocare in A2, dandoci anche dei consigli per il nostro futuro cestistico.
Ciao Fabio, partiamo con qualche domanda sul tuo passato: nella tua famiglia si è sempre respirato basket, sei figlio di un ex giocatore e allenatore, nipote di un ex giocatore di Monferrato e fratello di un attuale giocatore che gioca sempre in A2 ma a Monferrato. Chi è stato il primo a spingerti a giocare a basket?
“Papà, anche perché io sono nato mentre giocava lontano, quindi mia mamma si è dovuta spostare da Casale perché mi aspettava e mio padre doveva andare spesso in trasferta, quindi si è trasferita a Novara dai miei nonni, infatti sono nato lì.”
Quando è stata la prima volta che hai realizzato di poter arrivare a questi livelli?
“Questa è difficile. Diciamo che nei primi anni in cui ero aggregato a Casale, quando mi allenavo con Marco Ramondino e compagni come Tomassini, Blizzard, Martinoni e tanti altri giocatori di livello che hanno fatto la loro carriera mi hanno detto che avevo le possibilità e le caratteristiche per giocare ad alti livelli, quindi mi sono dato da fare e adesso sono qui.”
Hai esordito da giovanissimo, nella stagione 2014-2015. Che emozioni hai provato ad indossare in una competizione così importante la maglia della tua città?
“Diciamo che tremavo e mi ricordo quella partita perché esordire a 15 anni in A2 non è da tutti, quindi ero molto ansioso e avevo il tremolio, poi una volta che sono sceso in campo facendo quello che mi piace di più mi sono sciolto. Però a giocare davanti alla gente della propria città a 15 anni un po’ di ansia addosso la senti…”
Nel 2015 per la prima volta hai giocato con la Nazionale giovanile. Com’è stato vestire la maglia azzurra?
“La Nazionale penso che sia il sogno nel cassetto di tutti i ragazzini. Giocare con la maglia dell’Italia, giocare con i coetanei provenienti da tutta Italia, ti fa conoscere ragazzi e ambienti diversi, girare l’Europa, il mondo e quindi credo sia una cosa da mettere in valigia e sfruttare al 100%.”
Nel 2022 hai partecipato ai Giochi del Mediterraneo svolti in Algeria con la Nazionale U23 nel 3v3. Come ti sei trovato ?
“Lo sport è bellissimo, non pensavo di trovarmi così bene e divertirmi. È totalmente diverso dal 5 contro 5: regole diverse, spazi, secondi e tante altre cose che secondo me possono essere trasferite al 5v5 e ti possono aiutare.”
Hai fatto fatica ad abituarti all’inizio?
“Sì, io ero abituato a giocare al campetto con gli amici e pensavo che fosse più o meno così ma in realtà è completamente diverso e cambia tutto tranne lo scopo, che è buttare la palla dentro al canestro.”
Dopo averci giocato insieme a Monferrato, che emozioni proveresti ad affrontare tuo fratello Luca?
“Sono emozioni uniche, l’ho già affrontato una volta da avversario nelle giovanili alle Finali Nazionali quando io giocavo a Casale e lui a Desio. Diciamo che comunque sono emozioni strane da vivere, anche se giocavamo sempre contro da ragazzini, 1 contro 1, però diciamo che giocare in due squadre, soprattutto ad alto livello, è una cosa abbastanza strana e ti riempie di gioia.”
Com’è stato andare a giocare per la prima volta lontano da casa?
“Devo dire che mi sono abituato subito ed era un’emozione che volevo provare perché ti fa maturare e diventare grande. Poi credo che giocare qui a Forlì sia un’emozione unica che da un certo punto di vista ti responsabilizza.”
Che cosa ti ha spinto ad accettare l’offerta di Forlì?
“Le ambizioni, il fatto che conoscessi già Fabrizi (Andrea, attuale assistente coach di Forlì, ndr) che ho già avuto per 6 anni a Casale, e poi sapevo della passione e della storia della città. Volevo venire in un ambiente dove si respirasse basket e che fosse vissuto come deve essere vissuto il basket.”
Come ti sei ambientato con i nuovi compagni e con coach Antimo Martino?
“Con i compagni sin dal primo giorno abbiamo fatto gruppo, perché essendo tutti e 10 giocatori diversi e nuovi, la cosa più importante da fare era creare subito un’alchimia di squadra esterna al campo, se c’è quella poi si può star sicuri che viene trasferita all’interno dei 28 metri. La stessa cosa anche con il coach: ci eravamo già parlati ad inizio estate e mi sono trovato bene. Mi trovo bene con lui sia fuori che dentro il campo.”
Sei uno dei pilastri dell’attacco forlivese, secondo te cosa va già bene e cosa puoi migliorare del tuo bagaglio tecnico?
“Credo di dover migliorare un po’ sulla costanza, sul fatto di fare scelte giuste e di interagire con i compagni.”
Usciamo un attimo dall’ambito cestistico: cosa ti piace fare fuori dal campo?
“Mah, giocare alla Playstation (ride), anche perché nel tempo libero cerco di riposare, quindi sto a casa, gioco alla Play con i miei amici, guardo la TV. Cose comunque “casalinghe”.”
Attualmente siete primi nel girone rosso con Pistoia e Cento. Qual è il vostro obiettivo quest’anno?
“È tenere questa posizione per giocarci i playoff con il fattore campo, e poi da lì vediamo, turno per turno, vediamo di fare qualcosina.”
Per concludere: sei giovane, ma certamente più esperto di noi. Siccome anche noi sogniamo di diventare giocatori di basket, avresti qualche consiglio da dare a noi e ai ragazzi che leggeranno questa intervista?
“Certo. Io ero piccolino, anch’io giocavo a basket, e la prima cosa che facevo come voi era venire a vedere le partite di A, di A2, e poi cercavo di andare ad allenamento e pensare a come facevano loro, a cosa facevano loro, sempre comunque rispettando l’età e rispettando il fatto che fosse impossibile che io facessi le stesse cose . Però devi sempre crederci perché non sempre giochi: anch’io da piccolino non giocavo mai, però secondo me devi sempre credere in quello che sei e in come lo fai. Devi star lì, allenarti, allenarti bene e sfruttare ogni occasione che ti si presenta. Poi da lì credo che se tu devi diventare un giocatore lo diventi, se non devi diventare un giocatore non lo diventi, comunque devi sempre fare le cose al 100% per non avere rimpianti di non aver fatto il massimo. “
Ciao, grazie ed in bocca al lupo per le prossime partite.