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L’impianto sportivo più vicino a Piazzale della Vittoria, sito a pochi passi di distanza in direzione stazione, è lo stadio del Rugby di Forlì T. Monti, da tutti chiamato l’Inferno Monti. Chi fosse questo T. Monti tutti noi lo ignoriamo, ma il perché il nostro campo è battezzato Inferno è noto a tutti noi ed anche ai nostri avversari.

Prima del doppio rifacimento del fondo, che ci fece migrare per una stagione nel campetto da calcio del Quattro, effettuato sotto l’amministrazione Masini, il Monti era quanto di peggio potesse esserci per un rugbysta: fango alla caviglia quando faceva due gocce, creste alte quaranta centimetri quando era secco, lastra di ghiaccio perenne in inverno. In pratica siamo stati i primi ad avere la pista del ghiaccio in pieno centro, con buona pace dell’assessore Samorì e la sua pista in piazza Saffi.

E poi c’era la mitica pozza a metà campo. Un po’ come la Luisona del Bar Sport la pozza di fango presente a metà campo, anche dopo mesi dall’ultima pioggia, è avvolta dal mistero ed i racconti che la circondano spesso sfiorano l’assurdo. Di sicuro in quel punto nel lontano 8 maggio 1986 atterrò l’elicottero pontificio e l’allora titolare della carica Papa Giovanni Paolo II mise piede in quella zona.

Oggi la situazione è migliorata e, nonostante l’erba sia presente solo da metà maggio a metà novembre, nonostante il persistente fango dopo un po’ di acqua, e nonostante il ghiaccio sia una costante quando la colonnina del mercurio va sotto zero, siamo contenti perché comunque rispetto al passato il fondo è omogeneo e, comunque, drena bene ed il manto “erboso” si asciuga facilmente. La pozza a metà campo è stata sostituita dall’Area 51, ovvero uno spazio di circa 200 metri quadri posti innanzi al cancello di entrata che è meglio non calpestare quando scendono le prime gocce dal cielo.

L’Inferno è, rispetto alla maggior parte degli impianti da rugby che frequentiamo, comunque qualcosa di unico, simile all’Arms Park di Cardiff come ubicazione: in pieno centro,a 600 metri dalla stazione e ad un chilometro da piazza Saffi. Qui ci abbiamo costruito vittorie epiche (abbinate a sconfitte imbarazzanti nell’incontro di ritorno in trasferta), appunto perché quando gli avversari scendevano dai pullman e vedevano le condizioni del terreno partivamo già 7 a 0… Quando giungevano quelli più fighetti il vantaggio era 14 a 0. Non a caso a cavallo fra gli anni ’80 e ’90 per due stagioni intere mantenemmo inviolato il nostro campo di gioco, impresa ripetuta qualche anno fa quando la striscia positiva si interruppe dopo 622 giorni. Durante il periodo 2000/2010 gli incontri internazionali disputati sul nostro terreno non si contano ed i favolosi “Test-Match” o la celebre Easter Cup sono stati solo il pretesto per incontri favolosi e Terzi Tempi epici.

Oggi il nostro campo soffre di sovraffollamento in quanto si allenano tutte le categorie maschili e femminili del Rugby Forlì 1979 e alla domenica capita di doverci infilare anche tre partite a fila! Lo scorso anno, addirittura, concedemmo l’utilizzo del campo ad una squadra di calcio, il Forlì mi pare, che portava qui due/tre volte la settimana una parte del loro settore giovanile, giusto perché non bastavano i nostri 250 atleti.

Nonostante le mille lamentele, le richieste di spazi nuovi o addirittura del fondo sintetico, noi siamo innamorati del nostro campo e di tutti i suoi difetti, e quando verrà il momento di impacchettare tutto, togliere i pali, e trasferirci altrove qualche lacrimuccia a qualcuno scenderà.