Nello Sport, come nella vita, non si può perdere di vista il futuro. E questo coincide con la gioventù, con le nuove leve, con le speranze da riporre nei ragazzini che iniziano a cimentarsi in nuove discipline. Nel ciclismo forlivese esistono alcune realtà, poche a dire il vero, in effetti, si contano sulle dita di una mano, che fanno dei giovani la propria missione. Non per questo il loro impegno va trascurato, anzi, dev’essere evidenziato. Per iniziare una panoramica del mondo giovanile del ciclismo partiamo dalla U.S. Forti & Liberi, la più anziana società di Ciclismo Forlivese. Proprio domenica scorsa, in Comune a Forlì, è stata presentata la nuova stagione dei ragazzi. Quale occasione migliore per dare spazio ad una disamina a tutto tondo di quello che rappresenta oggi una Società come questa, che cresce dei piccoli atleti che piano piano andranno verso un’attività sempre più seria, mantenendo però un’impronta gioviale, fatta di divertimento e gioco prestati allo Sport?
Per fare questo piccolo excursus della Forti & Liberi, abbiamo coinvolto uno dei Direttori Sportivi: Luca Montaguti, che come si può intuire, porta con sé un cognome che nel ciclismo locale (e non) di oggi richiama una certa attenzione; Luca come suo fratello Matteo, nasce e cresce come appassionato delle due ruote nella Forti & Liberi ma se per Matteo la carriera è sfociata tra i professionisti, per Luca la strada ha portato un compito altresì impegnativo e colmo soddisfazioni: quello di Direttore Sportivo.
Luca mi descriveresti a grandi linee la Forti & Liberi?
Ti dico subito che la storia parla per noi, siamo la più vecchia delle Società forlivesi, nata addirittura nel 1923, abbiamo sede in Viale Roma, zona Ronco e con noi sono cresciuti alcuni bravi corridori come, più recentemente, Matteo Montaguti o Matteo Malucelli (professionista nella Androni Giocattoli, squadra Professional che disputerà il Giro d’Italia). Tra le nostre fila ha maturato la propria passione anche il parlamentare Marco Di Maio. Quest’anno ci presentiamo all’inizio della stagione con 20 giovanissimi (fascia d’età 7-12 anni) e 7 esordienti. Non abbiamo ragazzi che corrono tra gli Allievi e di conseguenza nei Juniores. Per questo i ragazzi interessati a proseguire sono indirizzati ad un’altra società di Forlì, la U.C. Scat.
La struttura della vostra squadra come potremmo descriverla?
Vorrei sottolineare, in primis, che gli sforzi fatti nelle ultime stagioni sono stati davvero importanti. Ci auto-finanziamo tramite sponsor ormai storici, che non fanno mai mancare il loro sostegno. Al di là degli investimenti fatti per agevolare l’attività dei ragazzi, i quattro Direttori Sportivi e il Presidente – sempre impegnato – fanno tutto da volontari. La cosa rincuorante è nel seguito che abbiamo riscontrato nelle ultime stagioni, che ci infonde una grande energia; il reclutamento è stato importante, tanto da alimentare l’entusiasmo. Considera poi che organizziamo il “Trofeo Mauro Valli”, per gli Juniores uno degli appuntamenti più importanti della stagione a livello Nazionale, tanto da esser stati 200 gli atleti presenti nel 2017 arrivato oltre a quota 40esima edizione, lo sforzo che profondiamo è davvero importante.
Mi racconti dove e come fate attività?
Questo è il tasto dolente della nostra realtà, non essendo la nostra una vera e propria Squadra per il fatto che non abbiamo una struttura che ci permetta di fare attività in totale autonomia; per inciso la differenza tra noi ed una Squadra la fa proprio questa mancanza, e per questo non siamo regolamentati dalla Federazione Italiana Ciclismo. La mancanza di spazi liberi e “puliti” per poter affrontare i nostri allenamenti – solitamente ci alleniamo due volte la settimana il mercoledì ed il venerdì – è un serio problema, perché ci impedisce di fare attività in maniera serena e di garantire sempre una certa sicurezza, che quando si parla di bici e strada non è affatto scontata. Col Comune abbiamo fatto più volte presente del disagio, chiedendo di avere in concessione per qualche giornata la settimana delle zone di rimessa, tanto da poter far girare i ragazzi in maniera tranquilla. Oggi ci spostiamo solitamente nei parcheggi limitrofi agli stabilimenti della Querzoli, ma non è il massimo in termini di pulizia e frequentazioni…
Quindi il vostro lavoro non è solo di insegnare ai ragazzi di andare in bici, ma siete anche degli educatori?
Per noi trasmettere la passione della bicicletta è prima di tutto divertimento e permettere ai ragazzi di giocare; non è affatto scontato trovare dei ragazzini che già sappiano guidare e stare in equilibrio su una bicicletta. Insegniamo la tecnica basilare ed a noi interessa questo, far sì che diventino padroni del mezzo e si divertano. Il risultato non è nemmeno menzionato, è del tutto superficiale. Le doti fisiche come in ogni attività, se ci sono, verranno poi fuori. Non alleniamo l’aspetto atletico, piuttosto la voglia di stare insieme e giocare attraverso la bicicletta. Per far sì che imparino sempre più, in diverse fasi della stagione, ci appoggiamo ad altre realtà per cambiare le modalità di apprendimento attraverso mountain bike, pista o anche BMX.
Attività parallele? Come vi preparate al vostro ruolo di Accompagnatori/Allenatori?
Non perdiamo di vista che i nostri ragazzi sono troppo giovani per forzarne la crescita, vogliamo che la loro sia un’evoluzione naturale; per questo cerchiamo di educare alle buoni abitudini. In un caso abbiamo coinvolto anche Matteo Montaguti per approfondire l’aspetto importantissimo delle buoni abitudini alimentari, che non significa non mangiare, o mangiare poco, ma alimentarsi correttamente. Altro momento interessante è stato quello del “Progetto Scorta” ovvero farsi accompagnare dalle Moto Scorta che spesso appoggiano le manifestazioni di ogni genere, trasmettere una dose di buona condotta per la strada.
A proposito di strada, un argomento scottante è la pericolosità della strada, cosa mi puoi dire?
C’è poco da dire, è una causa persa, non esiste una ragione o torto quando sei in bici e steso in terra. Importante è mantenere la calma ed evitare con tutto se stessi di mancare di rispetto alle regole della strada ed essere consapevoli che l’anello debole sarà sempre la bicicletta. Questo significa esser consapevoli di non avere spazio o margine per rimediare ad un azzardo.
Come vedi il Futuro?
Il rapporto coi ragazzi è spesso idilliaco, per lo più è proprio questo che carica noi Direttori Sportivi a dare di più perché questi piccoli ciclisti sanno ripagare l’impegno sotto forma di energia positiva: insegni e vedi che assorbono, e questo è bellissimo; se proprio devo dire, per non farmi mancare nulla, dico che i genitori a volte dovrebbero non intromettersi, lasciare che i ragazzi crescano come meglio credono, ovviamente in fatto di sport, affidandosi a noi un po’ di più. Per tutto questo che ci siamo detti, ti direi che il futuro c’è ed è pure roseo, c’è interesse per la disciplina, voglia di mettersi in gioco ed imparare. Sarebbe bello trovare maggiore collaborazione, qualche volontario in più per coprire i ruoli di direzione sportiva, tecnica o per fare i giudici.
Parlare con chi fa questo per passione, senza ulteriori interessi ma solo per trasmettere, tramandare una conoscenza che altro non è che voglia di stare bene usando il proprio corpo come motore, è alquanto rinfrancante. Gli occhi che si illuminano ed il calore della voce di Luca nel rispondere alle domande, rappresentano due aspetti che mi fanno ben sperare per il futuro di questo Mondo. Un mondo che non sempre viene identificato come idilliaco ma che come in questo caso si mostra del tutto sano, fondato sui principi basilari dello Sport giovanile. Grazie tante a Luca ed alla Forti & Liberi per quanto fatto e faranno.
