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Pedalare ha le sue sfumature, esistono tanti modi per coltivare questa attività fisica che nasce per esplorare il mondo o allenare il corpo, soddisfacendo in ogni caso lo spirito. Faticare spesso aiuta a stare meglio, farlo bene è consigliato per trovare quell’equilibrio psico-fisico che nel quotidiano permette di affrontare meglio le difficoltà che si susseguono. Per questo la sella è una dimensione che per chi la pratica aiuta a scoprire una dimensione di confort per fare del nostro meglio nel lavoro, in famiglia, per maturare. Abbiamo accennato a delle variazioni sul tema, perché “pedalare” ha differenti sviluppi. Il comune denominatore è certo sempre la bicicletta con i pedali, un manubrio, una sella, il sudore, il roteare le nostre gambe, guardare avanti, lasciare che la mente trovi un angolo di svago del tutto personale. Per farlo spesso si attraversa il muro che delimita la facilità del gesto dalla fatica più intensa, che si presenta con bruciore, la sensazione di affanno, ma che nel suo richiedere quella spinta aggiuntiva, gratifica per una sensazione di progresso che è tutto frutto del nostro perseverare. Nello sport un risultato è SEMPRE frutto di un sacrificio e della sua espressione di impegno. Andare in bici, nell’immaginario di tutti, ci conduce ad una strada, ad una collina, un rettilineo che si profila dinanzi ma, sdoganando il concetto di bitume sotto i copertoni, ormai da qualche anno qualcuno ha pensato di munirsi di cyclette da appartamento. Altri, i più evoluti, di rulli dove installare la propria bicicletta per un allenamento da garage, tanto ideale, quanto noioso. Da lì, il passo che ha portato qualche pioniere a cercare in una palestra un’attività che affiancasse il concetto di bicicletta all’aperto, è stato breve. Nasce così qualche anno fa una Disciplina nuova di zecca che prende il nome di GROUP CYCLING. Di primo studio potrebbe anche sembrare un surrogato dello Spinning, una copia con differenze minime. Ma nella sostanza ci sono enormi differenze.

Attratti da questo crescente interesse che sta destando tra le varie palestre, mi sono mosso per comprenderne meglio gli aspetti, tentando di fare luce su questo nuovo mondo, trovando utenti sempre diversi ma che sovente vengono dal mondo della strada. Curioso e quanto mai aperto ad ogni concetto che lega l’uomo alla bicicletta, ho cercato qualcuno disposto a darci la sua lettura di questa Disciplina, della passione che può trasmettere, ma che nel proprio “curriculum” non avesse solo la parte dell’attività al chiuso ma dentro anche quella fiamma che spinge ad andare sulle strade, quelle vere.

Incontriamo allora un ragazzo che a Forlì sta dimostrando grande entusiasmo nel coinvolgere quante più persone possibili verso questo Pianeta “Group Cycling”: Andrea Facibeni. Non sto a raccontare di quanto forte sia in sella ad una bicicletta con le ruote: nasce ciclista, coltiva la passione per anni, correndo a livello alto nel mondo degli Amatori (tesserato per anni nel Team Corse la Max Lelli con sede in Toscana), si avvicina poi al mondo dell’indoor per curiosità, attratto sempre più da questo collegamento tra l’esterno e l’interno. Capendo che lo spazio di manovra è ampio, intraprende la carriera di Istruttore, passando dai vari livelli, che da Yellow portano in alto a quello di Master; Andrea raggiunge in poco tempo quello di Black, quasi al vertice della scala.

Ci addentriamo così in una chiacchierata dettata tanto dalla curiosità quanto dalla voglia di trasmettere a chi non crede l’idea esistano attività parallele per un allenamento costante.

Andrea, prova a darmi una tua definizione di Group Cycling? Proviamo a differenziarlo dalla “cyclette” o dallo “Spinning” che per tanti risulta essere il termine comune per una disciplina come questa!
Il Group Cycling è facilmente identificata come attività indoor su biciclette statiche. Sono biciclette a tutti gli effetti, si possono trovare posizioni identiche alla propria bici classica quindi la definizione “bicicletta” ritengo ci stia ampiamente. In quest’ attività sono proposti allenamenti mirati, dove la scelta di musiche accattivanti aiutano una concentrazione superiore ed uno sforzo intenso. Rispetto al passato sono stati rivisti tanti aspetti per differenziare l’approccio sia a livello tecnico sia a livello di sicurezza – tenete ben a mente che le bici statiche non sono da prendere sotto gamba: specie quelle col concetto Spinning dovrebbero essere accompagnate da alcune accortezze per evitare infortuni o dolori derivanti da una cattiva attività. Purtroppo la scarsa preparazione di qualche istruttore allontana i possibili praticanti impedendo ancora di raggiungere alti numeri di sportivi.

Andrea andiamo subito al sodo: perché avvicinarsi ed approfondire il concetto di Group Cycling, magari collegandolo al concetto di “bicicletta”?
Questa disciplina ti permette di mantenere, in certi casi addirittura migliorare la condizione fisica; specie nel periodo invernale quando non si riesce, per evidenti motivi, a uscire in bici. Il Trainer mantenendosi preparato, aggiornando le metodiche di allenamento, utilizzando una buona dose di creatività, può rendere le sue lezioni molto divertenti, per non dire stimolanti.

Due mondi in parallelo quindi?
Considera che dalla nascita della disciplina ad oggi, lo sviluppo delle bike è proseguito senza sosta. La tecnologia ha permesso di allenarsi con i watt, un aspetto che avvicina tanto l’utente all’esercizio esterno. I misuratori di potenza sono il pane quotidiano dei professionisti su strada ed anche di amatori evoluti. Ritrovare un parametro come questo, coadiuvato dall’uso – direi quasi inevitabile – del cardiofrequenzimetro, aiuta a perseguire i propri propositi, mirando ad un’evoluzione costante.
Ti direi che un neofita che punta a diventare un ciclista outdoor, farebbe bene ad iniziare con questa disciplina, per avvicinarsi con maggiore rilassatezza, cercando un feeling con il mezzo e il proprio corpo che ritroverebbe poi al di fuori della palestra. L’alternanza di agilità di pedalata a quella del fuori sella, passando dall’uso della forza come variabile, sono tutti aspetti che cambiano da persona a persona che accumunano outdoor e indoor.

Arriviamo all’aspetto che ci interessa particolarmente, dato che Forlì è la nostra Città e l’interesse per Noi della Redazione di Piazzale della Vittoria, è dare luce a quello che succede in Città. Come sta procedendo questo Universo?

A Forlì esistono naturalmente punti di riferimento per questa disciplina, la domanda c’è e di conseguenza le Palestre si sono adoperate per dare risposte. Personalmente ho individuato nella Life Project il contesto ideale per sviluppare il mio progetto dove installare le biciclette, che restano un investimento oneroso. Perché è davvero importante investire, migliorare: se non si porta sviluppo nella disciplina poi si perde di vista il concetto di offerta “ideale” allo sportivo. E lo sportivo-cliente che rimane scottato una volta, cambia strada. Ci vogliono assolutamente due fattori per aiutare a star bene e venire in palestra con la giusta motivazione: istruttori aggiornati ed attrezzature adeguate. Altrimenti il tutto diventa futile e di scarso interesse.

Per concludere, mi puoi svelare qualcosa sul futuro di questa disciplina o magari su qualcosa che ti vedrà coinvolto in maniera più deciso nel prossimo futuro?
Ti dico che stiamo lavorando a qualcosa; non posso svelare cosa ancora, ma l’idea esiste da tempo e ti garantisco che nasce dalla voglia di soddisfare sempre più la voglia dell’appassionato di allenarsi, stare bene, trovare sempre maggiori stimoli a venire a pedalare. Dal canto mio, prometto sempre il massimo sforzo. Garantisco sempre la mia partecipazione e la mia totale professionalità, poiché non sottovaluterei mai un utente ed il suo desiderio di puntare sempre più in alto.

Salutiamo Andrea e lo ringraziamo per la disponibilità, diamo un’occhiata all’ambiente, il suo campo d’addestramento e ci accorgiamo che, in effetti, è lo specchio di quello che ci ha raccontato.
Cura dello spazio quasi maniacale, chiaro è l’obiettivo di attirare la gente ad avvicinarsi a qualcosa che viene ancora contornato dallo scetticismo ma che nel succo è un valido esercizio da abbinare alla bicicletta. Perché andare in bici si deve fare per stare bene con se stessi. E alternare il suono della natura a quello di una base musicale, specchiarsi all’istruttore che come te fatica e spinge sui pedali, con l’unico, costante obiettivo di trovare gioia nel fare attività, potrebbe un bel modo per esserlo.