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A passi ben distesi prosegue il Giro 2018, dopo il Gran Sasso e quella prima sembianza di gerarchia, la Corsa attraversa il Centro Italia che pian piano diventerà Nord Italia, dove si delineerà una volta per tutte la storia di questa Edizione. Il nostro compito di dirvi cosa Matteo Montaguti ci racconta in confidenza, nel facilitarci il seguito dell’Evento, prosegue, e la sensazione che stia diventando sempre più una rincorsa al Sigillo personale ci sta coinvolgendo a tal punto che a crederci siamo ormai in tanti.

I nostri sentori erano buoni in vetta a Campo Imperatore: “Mi sento bene, la gamba è veramente piena, riesco a fare quello che vorrei, ogni giorno sarà buono per riprovarci e magari azzeccare quell’azione ideale!”.
Ci salutiamo così la sera dell’arrivo in quota abruzzese, vi sono quelle enfatizzazioni che rendono delle parole quasi delle promesse. Poche ore dopo e la Tappa che porta la carovana a Gualdo Tadino, in una frazione di ben 244 km, parte legando le parole ai fatti: “La Tappa si è dimostrata impegnativa, non fosse per i suoi km che la rendono già di per se la più lunga di tutto il Giro; pure la salita iniziale era molto dura, ma avendo una gamba notevole sono andato in fuga.”

Matteo ci racconta di qualcosa che nella memoria del Paese non è uno dei momenti più luccicanti, per quanto in realtà molto toccante: “Siamo passati dinanzi al luogo della strage dell’hotel Rigopiano, spazzato via un inverno fa dalla una valanga; ed anche se ero in fuga, non posso nascondere un senso di forte emozione!

Sono – come detto – avvenimenti che lasciano il segno, l’umanità dei corridori non viene certo a mancare in gara, nonostante la concitazione o la tensione del momento; sono uomini con un grande cuore e sentire nella sua voce la menzione sentita a quell’episodio fa un certo effetto. Dopo 50km di tentativi decisi di portare via la fuga, Matteo decide di desistere: “Succede che si stacca Chaves e Sky, con Sunweb decidono di aumentare il gap col Colombiano, facendo si che e chance di allungare si spengono, parte così una fase di gara molto intensa”. Il percorso è decisamente irregolare in quelle zone dell’Italia, una sorta di profilo a sega che mette a dura prova la freschezza di tutti: “Il Finale poteva anche adattarsi a me, pensavo addirittura a giocarmi la volata che sarebbe potuta anche essere ristretta, peccato che il tempo abbia reso la strada umica e particolarmente viscida!

La Tappa la si aggiudica Mohoric, talento della Bahrein Merida, (Campione del Mondo Under 23 a Firenze, 4 anni fa ndr), beffando Denz tedesco della A2Er: “Sono molto contento per il mio compagno di squadra, oggi andava molto forte e per essere al primo Giro d’Italia questo è un bel piazzamento. Sono anche contento che abbia vinto Mohoric, che magari i prossimi giorni sarà un po’ sazio e mi darà meno fastidio!
Il tutto detto con una sonora risata, ma il corridore sloveno era dentro la fuga di Montevergine e lo si è visto già in altre sortite di un certo valore, Matteo sa benissimo che sono questi i corridori più pericolosi per giocarsi le carte nelle fughe.

Messa in archivio una frazione destabilizzante anche per la classifica Generale, dato che Chaves è saltato definitivamente, la Tappa che ci porta ad Osimo presenta un copione similare, con un finale anche più indigesto: “Siamo partiti a tutta, ma non sentivo di aver recuperato come le Tappe precedenti. Quindi ho cercato di gestire la tappa per non andare a minare la condizione.” Non riusciamo ad approfondire lo svolgimento della corsa, parliamo più direttamente del finale molto duro e cosa si aspetta dal passaggio romagnolo del giorno a seguire: “Negli ultimi km ho deciso proprio di staccarmi, abbiamo fatto i 45 di media, in una tappa non pianeggiante. L’arrivo era complesso ed ho evitato la bagarre per non rischiare, c’erano una serie di discese intricate e troppo veloci!
Pensiero quindi rivolto a Forlì: “Domani non sarà una Tappa troppo adatta a me, speriamo di recuperare bene; certo non vedo l’ora di assaporare il calore della gente che mi sostiene tutto l’anno!” Per la cronaca alla quale va dato risalto, Yates ha rinforzato la leadership centrando vittoria e aggiudicandosi gli abbuoni. Secondo Doumolin che migliora di giornata in giornata, invece ancora arrancante Froome che nelle giornata passate ha manifestato grande riguardo per il Giro d’Italia, sottolineandone la complessità di percorso.

Siamo così arrivati alla Dodicesima Tappa, quella del passaggio forlivese: “Sono passato in testa al gruppo dentro l’abitato di Forlì ed ho potuto godere di un tifo appassionato che mi ha dato grande coraggio!
Per qualcuno poteva anche essere segnalata come: “Pensavamo fosse una Tappa facile, di trasferimento, ma dopo Riccione per via del tempo molto variabile e del timore di non tenere la fuga in controllo, il gruppo ha reagito ed ha praticamente annullato il tentativo.” Questo Mese di Maggio non si sta certo dimostrando un preambolo dell’Estate, specie il susseguirsi di piogge e schiarite creano un po’ di grattacapi ai corridori che balzano da tratti asciutti ad altri decisamente umidi: “Dopo Faenza una sorta di tempesta ha dato una seria botta al gruppo, producendo uno sparpaglio mai visto. Siamo arrivati così ad Imola, nel circuito finale che eravamo disgregati!” Imola anche tre anni fa ospitò l’arrivo di Tappa, con un finale identico, con la salita dei Tre Monti a dare un’ultima stilettata: “Imola è un finale molto suggestivo, a me personalmente piace molto, anche l’arrivo dentro al Circuito è affascinante!” E quindi dalla Tv vediamo Matteo correre nelle prime 15/20 posizioni del Gruppo, in mezzo alla battaglia che si accende appena la strada si impenna: “Ho scollinato nei 10, mi pare, ero in palla, stavo proprio bene e nella discesa ho preso dei rischi perché volevo provarci con Mohoric, ma avendo il mio compagno velocista in gruppo, con Alexandre (Geniez ndr) ho preferito rimanergli vicino; peccato che il risultato non sia stato eccezionale, perché stavo bene e avevo voglia di provarci!” Sul rettifilo del Circuito di Imola, a sfrecciare non sono le auto o le moto, ma per un giorno le bici e quella di Sam Bennet la più veloce del lotto. Il resto del gruppo snocciolato e senza grandi altri spunti statistici da registrare, ma un post gara da portare nel cuore: “Dopo la Corsa ho passato un’ora con amici, parenti e poi rientrare in Hotel con mio Moglie ha reso il tutto molto confortante, per di più arrivando prima del Pullman, cosa che mi ha garantito un riposo più sostanzioso; bello sentire il calore e la stima delle persone care, direi fondamentale!

Altri tre giorni in cascina, altre tre Tappe corse con i migliori, alla rincorsa di quell’azione che sembra pronta a concretizzarsi, ma che per ora viene spenta o smorzata dall’impeto del Gruppo che non sembra lasciare le briciole a nessuno. Chi l’ha dura la vince e siamo convinti che prima di lasciare perdere un tentativo il Giro deve finire; la strada che porta a Roma è ancora lunga e le occasioni non mancheranno, se Matteo continuerà a correre con questo coraggio e visione chiara, arriverà anche la fuga buona!

La sua voce è sempre calda, sicura e non traspare nessuna vena di pessimismo, incertezza; sente le forze che rimangono nel corpo e questo per un atleta che ogni mattina mette il numero sulla schiena, è il carburante più efficiente in assoluto.

Ti Aspettiamo!