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Le tappe proseguono al Giro d’Italia, gli appunti anche. Ce ne manda tanti Matteo, al punto che avremmo spunti per riempire un diario dal formato biblico. Sono tutti aneddoti interessanti, preziosi, per il fatto che arrivano a caldo, direttamente dal pullman che porta i corridori della AG2R dal traguardo all’albergo.

Trasferimenti che spesso diventano impegnativi quanto la corsa, ma che regalano dei momenti di riflessione che in questo caso trasmettono emozioni uniche. Percepire lo sforzo, l’adrenalina, anche quella stanchezza umana che caratterizza un fine tappa, l’incedere della frazioni, l’avvicinarsi a piccoli passo alla conclusione. Ecco, giovarsi di questa condivisione è del tutto appassionante.

Il Giro d’Italia, dopo Israele, ha ripreso con tre tappe siciliane, decisamente vive, con arrivi nei quali gli uomini di classifica si sono dati battaglia – specie oggi sull’arrivo in quota dell’Etna – e misurato il colpo di pedale. Partendo da Caltagirone, dove il belga Wellens ha finalizzato un lavoro di squadra egregio, a termine di una “tappa molto dura, per fortuna la conoscevo e sono riuscito a gestire le forze e di evitare inconvenienti tecnici, stando anche alla larga delle cadute”, ma, a 5km dalla fine, un rallentamento dovuto ad una caduta di un corridore, ha costretto il gruppo a spezzarsi. “Purtroppo nella caduta sono rimasto attardato, ho recuperato, aiutando Alexandre (Geniez, l’uomo di classifica della squadra francese, ndr) a tornare sotto, prima dello strappo conclusivo. Poi negli ultimi 500 metri nonostante avessi una bella gamba, ho pagato lo sforzo e sono arrivato con 20” dai primissimi”. Non demorde, Matteo, consapevole che qualcosa di buono giace dentro, le forze sono adeguate, la condizione dà segnali confortanti, vivendo la giornata con il coltello tra i denti. “Domani, venerdì, potrebbe essere tappa adatta per una fuga, magari ci provo, ora proviamo a recuperare lo sforzo nonostante il traferimento (ridicolo) di due ore, che ci condurrà in hotel alle 21.00”.

Ogni giornata è una nuova avventura, ci si sveglia e non si sa bene cosa aspettarsi dalla corsa. Se la tappa di Santa Ninfa poteva sembrare adattissima ad una fuga, l’evolversi delle circostanze ha fatto ricredere che lo fosse. “E’ stata sin da subito una tappa veloce, nonostante il vento contrario; la fuga non è arrivata e lo si è capito immediatamente dal movimento di alcune squadre che avevano intenzione di vincere la tappa”. I coraggiosi ci sono ogni giorno, ma non ci sono possibilità se il gruppo tiene il distacco sotto controllo e decide di giocarsi la vittoria, ma come sempre il tutto si decide sul finire: “Il finale era nervoso e lo si sapeva, ma le strade strette, i sali e scendi continui ed alcune cadute, lo hanno reso altamente nervoso. Avevo una gamba buona, tanto che sul finire mi ero illuso, all’ultimo tornante, ero messo bene, nei 20, ma nel rilancio ho sentito svuotarsi la gamba ed ho rallentato. Peccato.” Sono buoni auspici, questi sentori, speranze quelle che escono dal suo racconto e propositi a fare qualcosa al più presto.

Nella mia posizione, quando vedo che mi viene dato spiraglio per “interrogarlo”, vado anche oltre, esagerando, subissandolo di domande. Vorrei galvanizzarlo, ma non esasperando l’umore di un atleta che a fine tappa desidera principalmente riposare, rifiatare, resettare la mente. Così lancio qualche rapido spunto al termine della sesta tappa, proprio quella dell’Etna. “E’ andata come mi aspettavo, i migliori hanno preso il palcoscenico, nonostante la fuga numerosa! Non si sta mai tranquilli al Giro, quindi ho evitato di giocarmi qualche carta, le cartucce vanno bene sparate.” Cosa mi puoi dire sul calore del Sud? “Beh sicuro c’è molta gente quando transitiamo dei centri abitati, magari meno sulle strade, ma è sempre emozionante ritrovare così tanto seguito”. Come vedi lo svolgimento della corsa, da una prospettiva privilegiata? “Non si possono dare dei giudizi assoluti, non me la sento di dire chi è più forte e chi meno a livello individuale. Sicuramente la squadra più in palla è la Mitchelton-Scott (oggi primi con Chaves e secondi con il nuovo detentore della Maglia Rosa, Simon Yates); vedo molto isolati Froome e Dumoulin, non proprio un bel segnale, mentre sta andando forte Pozzovivo. Me lo auguro per il movimento nostrano che possa mantenersi!

Per non perdere il vizio, lo vado a pungolare sulla sua attuale situazione in termini di condizione e per le eventuali aspettative prossime e future. “Domani è un’altra frazione adatta ad una fuga, devo stare attento a centrare quella ben assortita, ma non troppo numerosa, che possa permettermi di giocarmela”.

Ci saluta, noi lo ringraziamo con il massimo della gratitudine, anche oggi trasferimento difficoltoso che accentuerà lo sforzo. Percepisco ottimismo, grande volontà, e sono convinto che lo vedremo a breve fuori, davanti, a cercare quella gloria che merita. Attualmente Matteo è 47esimo, oggi ha pagato volutamente un distacco importante, per non sprecare energie. Domani è un altro giorno, un’altra tappa, altre sensazioni. La corsa farà il suo corso, con la consapevolezza che avrà facoltà di incidere e lasciare un segno. Noi siamo pronti, prontissimi a cogliere quel momento!

Prossimo appuntamento con il “diario di Matteo” dopo l’arrivo in quel di Campo Imperatore, al termine della nona tappa.