Maggio fa rima con Giro d’Italia nel mondo del Ciclismo professionistico, un Giro, quello 2018, che avrà alcune stranezza alla sua partenza. Partenza di Venerdì a Gerusalemme (sì, avete letto bene: da Israele), Terra Santa, con strane suggestioni, alla ricerca di qualcosa di alternativo, come se non bastasse la varietà di percorsi che il Bel Paese regala. Giro che storicamente equivale a percorsi originali, che spesso celano insidie dietro ogni angolo, un mix giusto per regalare spettacolo.
Questa Edizione partita venerdì 4 maggio, ricomincia dal protagonista che l’aveva congedata, l’olandese Tom Dumoulin. Campione del Mondo a Cronometro, era per una svariata serie di motivi il favorito d’obbligo e, come poche volte accade, il pronostico è stato confermato anche sul campo, coprendo i 10 km scarsi in 12’02” (+2″ l’australiano Rohann Dennis).
Delusione apparente per il grande “Personaggio” di questo 2018, il keniano bianco Chris Froome (vincitore di ben 4 Tour de France), che all’arrivo della Cronometro ha scontato la bellezza di 37” (colpa certo anche della botta patita in mattinata durante la sgambata di ricognizione).
Ma siamo qui a raccontare di un percorso che, come detto, saprà nascondere grandi momenti, che scoveremo strada facendo, su strade e tracciati variegati e ben studiati.
- 2 le Cronometro individuali
- 7 Tappe disegnate per i Velocisti
- 6 Tappe di medie difficoltà
- 6 Tappe particolarmente difficili
Sommando le 21 frazioni, saranno 8 gli arrivi in salita, per un totale di 3.563 km. Verranno – come sempre accade in territorio italiano – premiate le caratteristiche di un corridore con spiccate qualità da scalatore. Nel duello più quotato tra Dumoulin e Froome, dovrebbero insinuarsi le ruote di Aru (la più grande speranza Tricolore), il francese Pinot, i colombiani Miguel Angel Lopez e Chaves, l’inglese Yates. Senza sottovalutare il piccolo Domenico Pozzovivo ed alcuni outsiders che troveranno il modo di esporsi e ben figurare.
Dopo la tre giorni israeliana, la Carovana ritroverà il suolo italiano, ricominciando dalla Sicilia; Caltagirone sarà meta di una tappa con continui su e giù, prima di far capo a Santa Ninfa, altra frazione movimentata, e, quindi, la terza tappa sicula regalerà scintille alle pendici dell’Etna, una montagna che ultimamente ha saputo prendersi uno spazio altolocato nei racconti del Giro.
Lasciata l’Isola, si riprenderà dalla Calabria con una tappa completamente piatta, destinata ad una nuova volata di gruppo. L’Ottava Tappa presenterà un nuovo arrivo all’insù: non un’asperità impossibile, ma Montevergine darà dei connotati più chiari tra i veri favoriti.
Se in Campania la salita che ha portato all’arrivo non avrà dato scossoni profondi, ci penserà sicuramente il Gran Sasso e Campo Imperatore alla nona frazione, terzo arrivo in salita dopo solo 9 tappe. Successiva frazione di apparente calma, perché qualche salita non darà grattacapi in questa decima: probabile quindi che prenda vita una fuga oppure si riesca a conseguire una nuova volata.
Non si riesce a stare mai sereni, tanto che all’undicesima, con arrivo ad Osimo, saranno le ruote dei corridori scattanti a giocarsi la vittoria, con un arrivo su uno strappo tanto gradito a chi ama vedere finisseur in prima linea. Ci avviciniamo a grandi passi verso il Nord e le vere montagne, intermezzo alla dodicesima tappa con arrivo ad Imola e passaggio sullo strappo dei Tre Monti che anticipa una possibile volata di gruppo. Alla tredicesima, come sopra, tappa piatta e dedita al recupero massimo di energie.
Ed ecco che arriva il giorno del terrore: lo Zoncolan. Per molti la salita più terribile d’Europa. Sarà uno spartiacque per molti, non uscirà forse il vincitore del Giro, ma sapremo chi non avrà più chance. Non c’è tregua, poi, perchè il post Zoncolan è una tappa tra le Alpi, con vette meno nobili, ma che porteranno al traguardo di Sappada sempre meno energie e corridori di rango. Giungerà poi il momento di sfidare nuovamente il cronometro, 37 km con tutti contro tutti, per vedere di rimescolare le carte.
Dopo tre frazioni in cui gli uomini di classifica avranno tenuto banco, si arriva ad Iseo, in una tappa che difficilmente vedrà il gruppo controllare una fuga, che con ogni probabilità si giocherà la vittoria parziale.
Mancava da qualche giorno un arrivo in vetta, tocca dunque a Pratonevoso, percorso piatto che condurrà il gruppo ai piedi della salita conclusiva col coltello tra i denti per altri colpi diretti tra i big. Antipasto per la susseguente due giorni devastante: alla diciannovesima tappa il gruppo dovrà infatti fare i conti con dislivelli disumani e salite lunghissime e con quella che per molti rappresenta un sogno mistico: il Colle delle Finestre. Sterrato di 9 km da solcare con biciclette da corsa. Bardonecchia darà con quasi certezza una forte sentenza.
Ventesima che fa il paio con la precedente e Cervinia che incoronerà la Maglia Rosa definitiva, altra tappa di grandi dislivelli e adatta a stanare eventuali corridori in riserva. Infine trasferimento e passerella nella Città Eterna, Roma, che avrà l’onore di dare lustro ad un Giro molto intrigante, ben disegnato, dove vi saranno occasioni per tutti.
Per noi forlivesi il Giro sarà e dovrà essere campo di conquista per il nostro concittadino Matteo Montaguti (oggi buon 52° a +52″ da Dumoulin), che ci terrà aggiornati con citazioni, racconti, ed aneddoti stravaganti.
Coraggio Matteo, sigilla questo Giro 2018 con una firma del tutto speciale!
Foto AG2R La Mondiale – facebook