‘Ci siamo risvegliati dal sogno’. Queste parole con cui Giorgio Valli ha commentato la sconfitta sul neutro di Ferrara rappresentano la descrizione più calzante dello stato d’animo della piazza e – presumibilmente – dello spogliatoio biancorossi. Al grigiore di un sabato sera in cui la PF non ha saputo mettere in campo la solita carica agonistica si è aggiunta l’inattesa vittoria dell’Andrea Costa ad allontanare in modo forse definitivo il quartultimo posto; e ci è mancato poco che ai tifosi forlivesi andasse di traverso anche il pranzo domenicale: sugli schermi di Sky una Effe brutta e confusionaria veniva tenuta inesorabilmente in scacco dalla combattività di Recanati fino agli ultimissimi giri di lancetta. A servire un provvidenziale Fernet ci ha pensato una tripla di Leonardo Candi (5/31 dall’arco nel girone di ritorno, 4/4 contro Recanati) che ha chiuso il match e regalato un sospiro di sollievo alla PF.
Scampato il pericolo dell’aggancio il prossimo turno potrebbe emettere il primo verdetto: se Recanati non conquisterà i due punti in quel di Mantova o arriverà una vittoria forlivese al Pala Ruggi per la PF ci sarà la certezza di un posto nei playout. Se l’accesso ai playout sembra ad un passo, più complicato sarà migliorare l’attuale penultimo posto, piazzamento sgradito poiché comporta l’insidia dell’eventuale ‘bella’ in trasferta. Attualmente la candidata più probabile ad incrociare la penultima del girone Est è Scafati (sabato ci sarà lo scontro diretto con Reggio Calabria), che dopo essere intervenuta sul mercato un numero imprecisato di volte sembra aver finalmente trovato un assetto convincente. Scafati sarebbe un’avversaria scomoda, con tanti giocatori che hanno punti nelle mani (fra i quali Darryl Jackson scippato proprio a Forlì) e l’esperienza di Tommaso Fantoni sotto canestro. Per evitare l’incrocio e guadagnare il fattore campo la PF dovrà fare corsa sulla Proger Chieti, obiettivo raggiungibile anche in virtù di un calendario favorevole: gli abruzzesi dovranno vedersela con Ravenna (ancora a caccia dei punti necessari a consolidare il terzo posto) poi faranno visita proprio ai biancorossi. Una vittoria dei bizantini – tutt’altro che improbabile – offrirebbe alla PF un’occasione d’oro per sorpassare gli abruzzesi: vincendo al Ruggi basterebbe poi battere la Proger nello scontro diretto per issarsi al terzultimo posto, mentre in caso di sconfitta sarebbe necessario uno scarto di almeno 8 punti.
La partita di Imola stabilirà quindi una buona parte di questo finale di stagione: perdendola Forlì potrebbe ritrovarsi appaiata a Recanati, con l’obbligo categorico di battere Chieti onde evitare amarissime sorprese; vincendo con uno scarto generoso potrebbe addirittura riaprire la corsa all’ultimo posto disponibile per la salvezza diretta.
Per mantenere aperta questa possibilità Forlì dovrà vincere al Ruggi con uno scarto di almeno 14 punti. In alternativa vincere sperando in un arrivo a tre con Imola e Chieti: in quest’ultimo caso a decidere la classifica finale sarebbe infatti il ‘coefficiente canestri’, il rapporto fra punti segnati e punti subiti negli scontri diretti che al momento vede Forlì (0.8667) in ritardo sulle altre (Imola 1.0730; Chieti 1.0168).
Per ribaltare la situazione perciò – ancora un po’ di concentrazione – la PF dovrà accumulare una differenza canestri consistente in queste ultime due gare.
Qualche esempio delle combinazioni utili alla causa forlivese:
L’Unieuro ha compiuto una splendida impresa vincendo 4 partite in fila ma la parte più difficile arriva paradossalmente adesso: i minuti che separano Adegboye e compagni dall’ultima sirena della stagione saranno minuti di aria rarefatta, in cui ogni pallone peserà di più.
Aggredire la prossima partita fin dai primi possessi diventa quindi fondamentale, sia per tentare l’ultimo assalto alla salvezza diretta che per ridare carica e serenità ad un gruppo parso un po’ stanco durante l’esilio di Ferrara. Con l’approccio e la ‘cattiveria’ giusti Forlì può mettere l’incontro sui binari giusti provare a strappare un buon differenziale continuando così a sperare. Una partenza soft al contrario rischierebbe di innescare dubbi pericolosi ad una squadra che ha costruito la propria risalita proprio su intensità, convinzione e determinazione.