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La scarsa consistenza dell’attacco del Forlì – zero reti in tre partite ufficiali, pochi tiri nello specchio e la sensazione tangibile di essere davvero troppo leggeri davanti – ha spinto la società a muoversi ancora sul mercato. In cerca di gol, nel pomeriggio di mercoledì il presidente Stefano Fabbri e il diesse Sandro Cangini si sono fatti trovare allo Star Hotel di Milano. Idee tante, budget cambiamo argomento?

Fabbri paparazzato mentre cerca il contatto giusto allo Star Hotel

Alla fine, annunciati durante la presentazione alla città delle squadre, arrivano Nicola Capellini e Isnik Alimi. Il primo non rientra nella categoria ‘giovani’ (è un ’91), il secondo sì (’94). Nessuno dei due però è una prima punta e nessuno dei due porta in dote un cospicuo numero di reti: Capellini ne ha segnati 8 in 5 anni di professionismo, Alimi 2 nelle 38 partite giocate in C tra Lumezzane (2) e Maceratese (0 anno scorso). E allora uno si chiede: a cosa servono? Beh, innanzitutto sono scelte ulteriori messe in mano a Gadda, sia in termini di formazione che di variazioni tattiche prima e durante la partita. E poi sono entrambi giocatori che finora hanno lasciato solo intravedere il loro potenziale. Certo, il mondo è pieno di Maradona mai sbocciati. Però senza soldi non è che si possono prendere Virdis e Grassi. Si spera di azzeccare Nocciolini, semmai. O Turchetta, Ponsat, Bardelloni. E ora anche Capellini e Alimi.

Capellini i tifosi del Forlì se lo ricordano bene. In biancorosso fu un raggio di luce dentro la stagione più nera di tutte, quella che portò alla retrocessione nell’estate del 2015.

26 aprile 2015, gol al Savona: c’è vita! (forse)

Non che Nicola abbia fatto sfracelli al ‘Morgagni’, anzi: si infortunò a fine agosto e tornò in aprile, il tempo di giocare i playout e perderli sbagliando peraltro l’occasione più clamorosa al ‘Morgagni’ contro la Pro Piacenza.

questa

Bastava però la sua presenza – sorridente, giovane, atletico, coraggioso e anche dotato di un certo innegabile talento – a far sperare i tifosi che fosse davvero lui il Principino capace di cambiare il destino di quella squadra costruita male e aggiustata peggio. Non fu così e Capellini se ne andò nel silenzio. Alla Fidelis Andria lo scorso anno ha giocato pochino, solo 3 presenze da titolare, mai 90 minuti portati a termine, 13 volte entrato dalla panchina e un golletto a suggellare l’esperienza non entusiasmante. ‘A Forlì – pare abbia detto nel pomeriggio a Fabbri – torno anche a piedi’. Mezzala o attaccante esterno, piede destro, è pronto a scendere in campo già sabato.

L’altro innesto è il macedone con cittadinanza albanese Isnik Alimi, 22 anni, quinto giovane che l’Atalanta dirotta a Forlì nella speranza di vederlo sbocciare.

ha giocato anche in Croazia nel Novigrad, al confine con la Slovenia

La sua stagione migliore Isnik l’ha giocata finora nella Primavera del Chievo, con cui ha vinto il campionato totalizzando 9 gol final eight comprese. E’ un nazionale: prima ha giocato nell’under 19 macedone, poi in nell’under 21 albanese di cui è tuttora un punto fermo. Longilineo (è alto 186 cm), piede sinistro, buona personalità e tiro discreto. Nella scorsa stagione alla Maceratese è rimasto più che altro a guardare: una sola da titolare, 11 da subentrante, nessun gol. E’ il centravanti che serviva al Forlì? Sulla carta no. Però le qualità sotto lo sguardo truce ci sono. Toccherà a Gadda rendere importanti due giocatori che finora in serie C sono stati più che altro comprimari.