“Il ritmo della gara non è mai stato quello che avremmo dovuto tenere e devo dire che anche l’atmosfera fuori dal campo di certo non ci ha aiutato. Dispiace, personalmente so che il mio lavoro è allenare la squadra e sono concentrato solo su quello, però credo sia inspiegabile che una squadra che è da due anni prima in classifica non possa contare sul fattore campo anche in questo tipo di partite contro una squadra che nelle ultime 7 giornate ha battuto Verona, Udine e ha perso sulla sirena al Pala Dozza. Questo un po’ mi dispiace perché il nostro primo posto non viene raggiunto per grazia divina o perché abbiamo il roster più forte del campionato, ma viene raggiunto attraverso l’impegno e il sacrificio e credo che avremmo meritato di giocare in un’atmosfera diversa soprattutto quando le partite non vanno come devono andare.”
Questo passaggio della conferenza stampa post partita contro l’Assigeco Piacenza di coach Antimo Martino (foto copertina di Massimo Nazzaro) ha sollevato più di una polemica nella tifoseria con una spaccatura tra coloro che si sono apertamente schierati dalla parte del coach e coloro i quali non hanno gradito. Non spetta a noi di Piazzale della Vittoria prender posizione e stabilire dove stia la ragione o fino a che punto abbia ragione Antimo Martino o la parte del pubblico che sui social non ha nascosto il proprio malcontento per queste dichiarazioni, a noi compete raccontare la cronaca e questa ci dice che un allenatore è legittimamente autorizzato ad analizzare la partita a 360° ed è ancora più apprezzabile quando non si nasconde dietro le solite frasi fatte; frasi che a volte possono risultare scomode. Che la partita contro Piacenza sia stata giocata sotto ritmo e non sia stata un grande spettacolo ha influito certamente sull’atteggiamento soporifero del pubblico ad eccezione della curva che il proprio lo fa sempre. Il penultimo giorno dell’anno, il virus influenzale che ha costretto a letto parecchie persone, magari unitamente a chi, approfittando delle vacanze natalizie, si è concesso una vacanza fuori porta sono altri validi motivi che hanno fatto segnare l’afflusso all’Unieuro Arena di “soli” 2.745 presenti. “Pochi ma buoni” alcuni potrebbero dire, oppure “Troppo pochi per trascinare i ragazzi sul parquet”. La realtà è che quello che ha evidenziato Antimo Martino corrisponde al vero e molto probabilmente un allenatore che da oltre un anno e mezzo veleggia primo in classifica si aspetterebbe sempre, ad ogni partita, il massimo supporto dal pubblico che questa volta, è riuscito ad accendersi solo nel finale su una fischiata discutibile a Kadeem Allen. Qui si apre il consueto dibattito se debbano essere i giocatori ad accendere il pubblico con le loro giocate o il loro carisma o se debba essere il pubblico col proprio supporto a spingere gli interpreti in campo a gettare il cuore oltre l’ostacolo. In poche parole in molti potrebbero riassumerla nel “Troppo facile tifare quando ti entra tutto o si gioca bene, bisogna farlo anche quando le partite sono come quelle contro Piacenza”. Forlì è una piazza passionale, esigente, ma anche “modaiola” e non ce ne voglia nessuno per questo perché non è una colpa, ma una constatazione che una parte di pubblico non è così abitudinaria e di conseguenza è meno portata a seguire i cori lanciati dalla Nord. Almeno un paio di cose sono certe, ovvero che con l’attuale roster che presenta il grosso problema “Pivot” coach Martino sta facendo i miracoli perché la Pallacanestro Forlì 2.015 non è certamente la formazione più forte del proprio girone e ancora, dopo aver sentito proprio ai nostri microfoni, prima il General Manager Renato Pasquali e successivamente lo stesso allenatore, risulta evidente una situazione di stallo per la quale quest’ultimo vuol valutare con calma e dopo aver capito le ambizioni biancorosse quale sia la miglior scelta per il proprio futuro. Legittimo e assolutamente condivisibile, questo sì, dopo lo straordinario lavoro fatto sotto San Mercuriale in questo biennio. A tutto questo volendo fare gli avvocati del diavolo potremmo dire che in passato lo stesso Antimo Martino non ha lesinato complimenti ai presenti del Palafiera e di conseguenza tutti dovrebbero esser maggiormente disposti a prender su le critiche così come si crogiolano d’innanzi ai tributi. Ma allora si potrebbe riassumere il tutto come un evitabile errore di comunicazione? Martino poteva limitarsi al “..il mio compito è allenare..” ed evitare la stoccatina al pubblico? E ancora, non è che questa comunicazione fosse voluta e mirata proprio per far capire alla piazza che si stanno facendo i “miracoli” e che nulla le è dovuto, né tantomeno è scontato? E’ anche vero che una serata storta può viverla la squadra così come può succedere al pubblico e allora se Valentini e compagni incappano in una serata così e così anche i tifosi possono vivere una serata di scarsa atmosfera. Diversi gli interrogativi sui quali, a mente fredda, è opportuno interrogarsi, poi ognuno tragga le proprie conclusioni. Ai posteri l’ardua sentenza.