Il passaggio di consegne è stato brutale ma non inatteso, almeno non per gli addetti ai lavori: il forlivese Fabio Scozzoli non è più, 9 anni dopo il primo affaccio sul palcoscenico internazionale, il ranista di punta del nuoto italiano. Ai campionati italiani primaverili in corso a Riccione si è alzata in cielo la stella di Nicolò Martinenghi, 11 anni in meno di Fabio (è un ’99), lombardo del Nuoto Club Brebbia (Varese) e seguito da Marco Pedoja.
Martinenghi aveva già brillato agli Invernali di dicembre (1° nei 100 in 59.89, record mondiale juniores dei 50 con 27.32) ma il confronto con il campione di San Martino in Villafranca era stato annacquato dagli avversari, oltre che dal bronzo mondiale appena conquistato in vasca corta da Scozzoli a Windsor. Lo scorso dicembre Fabio fu sportivissimo: “I miei complimenti a Nicolò. Non può che farmi piacere sapere che in futuro ci sarà qualcuno che potrà fare meglio di me“. Quattro mesi dopo il futuro ha già bussato alla porta.
A Riccione Martinenghi ha vinto sia i 50 che i 100 rana precedendo piuttosto nettamente Scozzoli in entrambe le gare, firmando in entrambe le gare il secondo tempo mondiale dell’anno alle spalle solo dell’inglese Adam Peaty, il suo punto di riferimento. Generazioni diverse. Scozzoli (Lugo, 3 agosto 1988) è cresciuto nel mito di Kosuke Kitajima e faceva a spallate col sudafricano Cameron Van Der Burgh (’88 anche lui). Martinenghi compierà 18 anni il 1° agosto e si è messo in testa di battere il primatista mondiale Peaty, classe 1994. Presto sarà il turno dei Millennials: il nuoto non aspetta, trita medaglie e rimpianti senza fermarsi mai.
2 agosto 2011, lo scalpo
Martinenghi è entrato in acqua mercoledì mattina firmando subito un 26.97 da urlo: record italiano, nuovo primato mondiale juniores e pass per i Mondiali di Budapest. Nel pomeriggio ha vinto l’oro in 27.09 con una progressione fantascientifica che ha lasciato Scozzoli secondo a 24 centesimi. Il giorno dopo sui 100 ha cominciato in batteria con un 59.84, quarto tempo mondiale del 2017, e ha concluso con l’oro al collo e il pass per i Mondiali in 59.46, appena 4 centesimi dal primato italiano (59.42, 2011) cui resta aggrappato il forlivese.
Paradossalmente Scozzoli è uscito dalla vasca romagnola più sereno e fiducioso che mai: non per il secondo posto naturalmente, e neanche per il pass Mondiali scivolato via per 3 soli centesimi. Ma per il crono. L’1.00.12 nuotato nei 100 metri riporta il ranista allenato da Cesare Casella ai livelli pre-infortunio del 2013. Il turning point della sua straordinaria carriera, che toccò l’apice un maledetto anno prima delle Olimpiadi di Londra 2012.
La strada è quella giusta. L’età (quasi 29) forse no. Correre contro il tempo forse è impossibile ma Fabio almeno ci è allenato: lo fa da una vita.