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Giovedì 25 aprile abbiamo avuto il piacere e la fortuna di intervistare Edoardo Zilio e Michele Munari, giocatori di punta dell’ under 19 eccellenza dell’ Unieuro Forlì, chiamati spesso anche in prima squadra per giocare nel campionato di Serie A2. Abbiamo avuto il piacere di scoprire due ragazzi semplici, ma determinati attraverso il racconto della loro esperienza sia fuori che dentro al rettangolo di gioco.

Buongiorno ragazzi, pochi giorni fa coach Antimo Martino ha rinnovato il contratto con l’Unieuro Forlì per altri due anni. Che rapporto avete sviluppato con lui e come vi trovate in campo e negli allenamenti?

Zilio: “E’ un ottimo allenatore, lo si vede sia da come tratta i suoi giocatori, che dalle cose che dice: è evidente che ne sappia di basket e che ne abbia visto tanto. Quando ci alleniamo con la prima squadra siamo lì principalmente per dare una mano e tappare i buchi in caso di infortuni o pause degli altri giocatori. Ci dà sempre molta fiducia e ci aiuta a partecipare nel miglior modo possibile”.

Munari: “Innanzitutto sono contentissimo per il suo rinnovo perché lo conosco ormai da due anni ed è bravissimo a formare un gruppo unito. Sono molto contento per la città di Forlì perché so che è molto bravo, specialmente a mantenere alto il livello dell’allenamento e relazionarsi bene sia con i senior che con noi giovani. Ci fa sentire come se fossimo giocatori esperti e non degli under”.

Purtroppo nell’ultima partita si è infortunato, uscendo dai giochi, Kadeem Allen, pedina fondamentale dello scacchiere di coach Martino, a cui vanno i nostri auguri di pronta guarigione. Come affronterete i playoff senza di lui e cosa vi ha detto il coach a riguardo?

Zilio: “Dopo che Allen si è infortunato nella scorsa partita si è instaurato un clima di tensione all’interno della squadra poiché tutti erano preoccupati. Immaginavamo già che fosse una cosa grave. Il coach al primo allenamento ha fatto un piccolo discorso nel quale ci ha detto che adesso è il momento di essere forti e di far vedere che la squadra rimane tale anche in un momento di emergenza come questo. Sono sicuro che con il gruppo che si è formato potremo fare bene nonostante la perdita di un elemento importante come Kadeem”.

Munari: “La squadra ha accolto questa notizia, pur essendo negativa, reagendo fin da subito in maniera molto forte, come si è dimostrata in queste due stagioni. Sicuramente non è una bella notizia, ma Antimo ci ha rassicurato e la sua richiesta è quella di reagire in modo positivo perché ci sarà bisogno di uno sforzo maggiore da parte di tutta la rosa”.

Al primo turno di playoff affronterete una squadra ostica come Vigevano. Cosa ne pensate di questa squadra e come vi state preparando alla sfida?

Munari: “Vigevano è una squadra che ha fatto un grande percorso in questa stagione, l’avevamo già incontrata in un torneo in pre-season ad inizio anno. Dopo l’infortunio di Kadeem stiamo cercando di riadattare un po’ i ruoli. Certamente cercheremo di affrontare la serie facendo il nostro gioco, dettando i nostri ritmi e cercando di fare le nostre solite cose”.

Zilio: “Sarà una sfida ostica perché si è visto anche qualche settimana fa quando abbiamo giocato in casa loro, quanto sia stato ostico vincere. Ora senza Kadeem sarà ancora più tosta, ma sappiamo che ai playoff il livello si alza, qualsiasi squadra si affronti. A prescindere da chi troveremo davanti dovremo sempre giocare il nostro basket e farlo al massimo delle nostre possibilità perché chi perde va a casa. In questi giorni gli allenamenti sono molto intensi e di qualità. La squadra si sta preparando bene”.

Presenti e non, dopo la vittoria della Coppa Italia di marzo, siete tutti campioni! Com’è cambiata la squadra dopo questo importante traguardo?

Zilio: “È stata un’esperienza incredibile, sono stato molto fortunato ad esserci. E’ stato bellissimo ed auguro a tutti di vivere un’emozione del genere. Secondo me è stata una vittoria che ha rafforzato ancor di più il gruppo squadra perché stavamo facendo molto bene in campionato, ma vincere un trofeo è sempre qualcosa di speciale. Vincere un trofeo così importante durante la stagione ha reso ancora più ovvio il fatto che siamo un gruppo che può puntare molto in alto”.

Munari: Non ho altro da aggiungere”.

Avete partecipato alla Next Gen di Biella con la maglia della Reyer Venezia e di Napoli. Che esperienza è stata? Pensate che possa aiutare giovani ragazzi come voi?

Munari: “Sicuramente è stata un’esperienza inaspettata perché ne siamo venuti a conoscenza qualche giorno prima della partenza. Il merito va dato alla società per averci dato la possibilità di intraprendere questa avventura, il che non è assolutamente scontato. Indubbiamente tornei del genere sono molto utili per la crescita di un ragazzo perché inizi a calcare palcoscenici un po’ più importanti e a dover gestire anche la tensione. Lo consiglierei a qualsiasi ragazzo”.

Zilio: È stata un’esperienza bellissima, ma difficile al tempo stesso perché ti trovi ad essere in squadre pronte come Napoli e Venezia che avevano già i loro schemi ed elementi e diventi un giocatore che viene da fuori, ma che deve ugualmente offrire un apporto importante alla squadra. Ti ritrovi catapultato in un sistema già preparato in cui devi riuscire ad inserirti al meglio e dimostrare di poter dare una mano. Un torneo del genere è molto utile e serve tantissimo a ragazzi della nostra età”.

A che età avete iniziato ad avvicinarvi alla pallacanestro e come è stata la vostra esperienza cestistica prima di Forlì?

Zilio: “Ho iniziato da piccolino spinto da amici che lo praticavano, poi ho continuato perché mi sono sempre divertito e crescendo ho giocato per 5 anni nelle giovanili di Bassano, che ha sempre avuto un ottimo settore giovanile. Due anni fa ho deciso di voler intraprendere un’avventura diversa, lasciare casa mia e dedicarmi totalmente al basket trovando in Forlì un posto bellissimo per questo. Qui sono molto attenti ai giovani, intraprendono molte belle iniziative, c’è un livello molto alto e il basket è molto seguito. Devo ringraziare chi ha creduto in me e mi ha permesso di fare questa esperienza”.

Munari: “Ho iniziato a giocare a basket a 6 anni e non ho mai interrotto il mio percorso cestistico che è stato molto semplice: ho sempre giocato nella squadra di provincia (i Bears Basket di Isola Vicentina, ndr), talvolta ho fatto dei tornei con Bassano insieme a Edo e per questo ci conoscevamo già. A 16 anni ho voluto fare il salto di qualità e sono approdato a Forlì che ormai definisco come una seconda casa”.

Com’è stato trasferirvi a Forlì e cosa ne pensate di questa città?

Munari: “Mi sono trasferito qui quattro anni fa e non è stata subito semplice. Il distacco è stato molto complicato nel corso del primo anno, poi è stato più semplice. A Forlì ho passato la mia adolescenza e come già detto è per me una seconda casa. Sarà altrettanto difficile, in caso di trasferimento, lasciare questa città. E’ un posto molto speciale che rimarrà sempre nel mio cuore”.

Zilio: “Sono arrivato qui un paio di anni fa. Avevo voglia di fare un’esperienza così, in cui sentirmi più autonomo lontano da casa e per questo motivo per me è stato un po’ meno difficile staccarmi dalla mia famiglia anche se casa tua è sempre casa tua e ti manca. Forlì, sia per il basket, sia per le persone che ho incontrato, mi ha accolto benissimo e ora mi trovo a mio agio sia nella squadra sia nella foresteria nella quale abito con Michele e altri compagni. Ho trovato anche una scuola davvero accogliente, che ti prepara bene e non sarà facile semmai dovessi cambiare squadra”.

Giocate in un gruppo di alto livello con giocatori che hanno calcato alcuni dei più importanti palcoscenici d’Europa e del mondo. C’è un vostro compagno a cui vi ispirate particolarmente e che osservate in allenamento e in partita per poi ripeterne le gesta?

Zilio: “In generale mi piacciono tutti i giocatori forlivesi, in particolare Pascolo, per la capacità di prendere tutti i palloni che gli passano di fianco e per le mani clamorose che ha. L’altro giocatore che mi piace molto è Tosho (Radonjic, ndr), perché segna sempre da tre e vorrei essere come lui”.

Munari: “Io cerco di captare ogni segnale e indizio soprattutto dai due playmaker, Fabio e Federico (Valentini e Zampini, ndr). La persona con la quale ho più confidenza è Pollone che conosco già dall’anno scorso e mi aiuta spesso”.

Dopo tanti canestri visti dalla panchina e incitamenti ai compagni, è arrivato anche il vostro turno. Cosa significa per dei ragazzi giovani come voi segnare in un campionato prestigioso come la Serie A2? Ci raccontate quando e come è avvenuto?

Zilio: “Ho segnato il mio primo canestro qualche settimana fa contro Cremona, ed è stata una liberazione perché ero già entrato molte volte senza mai riuscire a segnare. Entrare davanti ad un palazzetto caldo come quello di Forlì non è mai semplice. Ammetto che ogni volte che entro mi tremano un po’ le gambe. Segnare anche solo un punto è stato veramente bellissimo, anche perché poi ho ricevuto un sacco di affetto sia dai miei compagni che da chi mi segue da casa e da tutti. E’ stata davvero una cosa fantastica”.

Munari: “Ho segnato per la prima volta l’anno scorso in Supercoppa contro Rimini e l’emozione fu veramente molto grande, non ci credevo nemmeno. Pensate che quando ho visto la palla entrare non ci ho pensato più di tanto e sono subito tornato a difendere. E’ un’enorme emozione, simboleggia il fatto che il tuo impegno sta ricevendo ricompense e che sei sulla giusta strada”.

Che rapporto avete tra voi giovani e con i veterani della squadra? Avete problemi di comunicazione per la lingua durante gli allenamenti con i compagni stranieri?

Zilio: “La lingua non è un problema perché sostanzialmente si parla un inglese abbastanza semplice e che si capisce facilmente. Per quanto riguarda i compagni devo dire che sia l’anno scorso che quest’anno ci sono stati grandi giocatori e soprattutto grandi persone. Anche se sono più giovane e con meno esperienza mi trattano quasi come se fossi del loro livello. Possiamo scherzare e parlare di vari argomenti. Non fanno altro che incitarmi e darmi consigli per aiutarmi a migliorare”.

Munari: “Come ha detto Edo la nostra fortuna è che abbiamo sempre incontrato persone che ci hanno coinvolto, non c’è mai stato un giocatore con il quale non abbia avuto un rapporto positivo. Possiamo parlare di tutto con tutti, chiedere aiuto, scambiare opinioni. Nemmeno con la lingua inglese ci sono problemi, e tutti gli americani sia l’anno scorso che quest’anno si sono dimostrate persone eccezionali”.

Oltre ad essere convocati in prima squadra, giocate anche nel campionato eccellenza under 19 di cui siete gli indiscussi protagonisti. Come riuscite a conciliare tutti gli impegni tra i due gruppi?

Munari: “E’ una bella domanda perché parlo sempre con il responsabile del settore giovanile che dice che sono due sport diversi, nel senso che è veramente un altro mondo. Non nascondo che tante volte è difficile fare allenamento con la giovanile, poi con la prima squadra mezz’ora dopo, o viceversa. Tuttavia secondo me è solo una questione di abitudine: più ci si abitua e più è facile portare ciò che si impara in prima squadra nell’U19”.

Zilio: “Ci sono dei giorni in cui ci alleniamo solo con la prima squadra, altri solo con l’U19 e giorni in cui facciamo entrambe. La cosa difficile è capire in che contesto ti trovi, perché come ha detto Michele sono due contesti molto diversi. Sia da un allenamento che dall’altro si impara molto. E’ bello anche riuscire a provare delle cose in entrambi gli allenamenti e sperimentare il più possibile”.

Cosa c’è, oltre al basket, nella vita di due ragazzi giovani come voi?

Zilio: “In realtà non c’è moltissimo: c’è la scuola, frequentiamo il liceo scientifico sportivo insieme, sulla quale la società spinge molto affinché noi si vada bene. Ci sono gli amici, qualche volta c’è il ritorno a casa con la propria famiglia, poi c’è la musica perché suono la chitarra e ogni tanto mi dedico alla lettura”.

Munari: “Mi rifaccio ai tre concetti che ha detto Edoardo: scuola, famiglia e basket. Il tempo è quello che è, perché il nostro tempo lo investiamo qui e siamo contenti di farlo. Inoltre a volte troviamo il tempo per stare con gli amici o tornare dalle nostre famiglie. Sono contento che la mia vita ruoti attorno al basket“.

In conclusione, cosa rubereste l’uno all’altro, dentro e fuori dal campo?

Munari: “A Edo ruberei il fisico che madre natura ha donato a lui e non a me (risate generali, ndr). Fuori dal campo ruberei la semplicità con la quale riesce ad essere socievole con tutti”.

Zilio: “A Michele ruberei la capacità di palleggio e di ball handling, che è una delle cose che faccio peggio. Fuori dal campo gli ruberei il fatto di essere capace di fare sempre la cosa giusta nel momento giusto. Se c’è da studiare studia, se c’è da andare ad allenamento si concentra sull’allenamento. Qualche volta a me questo un po’ manca, perché magari non ho voglia e mi tiro un po’ indietro, mentre lui è molto attento a queste cose”.

Si ringraziano la Pallacanestro Forlì 2.015 e i giovani Edoardo Zilio e Michele Munari per la disponibilità concessa nella realizzazione della presente intervista.