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Cari lettori di Piazzale della Vittoria abbiamo atteso qualche giorno prima di tornare per l’ultima pagella della stagione, quella di fine anno, perché il destino ci ha portato via un amico, Niccolò, ed il colpo è stato durissimo al punto che le vicende “baskettare” sono finite inevitabilmente in secondo piano, ma dobbiamo andare avanti e ci piace pensare che magari da lassù sarà curioso di leggere della sua Pallacanestro Forlì 2.015.

ALLEN voto 7: arrivato con un pedigree di tutto rispetto dopo aver calcato i parquet del TD Garden e del Madison Square Garden in NBA ha faticato nella fase iniziale salvo poi salire di livello e dare dimostrazione del suo smisurato talento e atletismo. Americano atipico, più al servizio della squadra che propenso a gonfiare i propri numeri, ha dimostrato un’eccellente propensione alla fase difensiva tanto che dal suo infortunio Forlì non è più riuscita ad essere solida e compatta com’era stata per tutto il corso della stagione. Atipico anche nel mettersi al servizio della squadra anche nel momento dell’infortunio alla caviglia pur di contribuire alla conquista della Coppa Italia. IL PIU’ GRANDE RIMPIANTO

CINCIARINI voto 6,5: è certamente un vincente ed è riuscito a dimostrarlo praticamente per tutto l’arco della stagione salvo poi finire in affanno nei playoffs contro Trieste. A 41 anni però possiamo concederglielo soprattutto dopo esser stato spesso determinante entrando dalla panchina per togliere qualche castagna dal fuoco quando quella castagna scottava parecchio. VINCENTE

VALENTINI voto 5: sull’impegno, sull’attaccamento e l’importanza all’interno del gruppo biancorosso non si possono nutrire dubbi ed il voto sarebbe ampiamente positivo. Purtroppo le aspettative su di lui erano ben superiori alla sua resa sul campo e nonostante una crescita evidente nella fase difensiva, frutto del duro lavoro fatto sul suo fisico, l’apporto in fatto di punti e di cabina di regia è risultato deludente. Meglio quando impiegato da guardia dopo l’infortunio di Allen, ma non può bastare per toccare la sufficienza. Martino, tra l’altro, nonostante la crescita esponenziale di Zampini gli ha sempre riconosciuto la titolarità non facendogli mai mancare la fiducia. DELUSIONE

ZAMPINI voto 8: decisamente il migliore per distacco della stagione biancorossa ed uno dei migliori italiani dell’intera Serie A2. Arrivato come una scommessa, dopo i diversi infortuni alle ginocchia delle stagioni precedenti, è riuscito pian piano a conquistare coach e compagni e diventare un fattore anche per gli avversari che ne hanno spesso subìto la forza fisica, il talento e l’esplosività. Una stagione all’insegna della continuità coronata anche col premio di MVP della Coppa Italia. Le voci lo vogliono in A1 la prossima stagione e onestamente se la merita tutta, ma la società di via Filippo Corridoni dovrebbe incatenarlo a San Mercuriale per farne il punto cardine della squadra della prossima stagione. MVP

TASSONE voto 5: sulle qualità umane e sulla capacità di compattare il gruppo ha dimostrato di avere la classica marcia in più. Purtroppo non è riuscito ad incidere come ci si sarebbe aspettati nelle molteplici occasioni nelle quali è stato chiamato in causa. Non era facile, verissimo, perché quando il minutaggio è risicato e non devi sbagliare nulla è sempre un compito ingrato, ma per la sua esperienza e per le sue qualità anche quando ha avuto maggior spazio non è riuscito ad esprimere il suo potenziale. POCO INCISIVO

JOHNSON voto 5,5: l’insufficienza per colui che spesse volte in stagione è stato tra i migliori ed è andato ripetutamente in doppia-doppia suona come una nota d’incompetenza. La sua stagione regolare era stata da 7,5 ma le sue performances nella serie con Trieste hanno letteralmente cancellato quanto di buono costruito sin lì a dimostrazione che vale sempre il buon detto “Bisogna esser buoni quando conta” e quando contava, per giunta senza Allen, lui è letteralmente sparito dalla scena. Lasciamo stare i discorsi di feste e quant’altro di cui si è letto e detto di tutto, il responso del campo ai playoffs è stato impietoso. EVAPORATO

PASCOLO voto 7: una prima parte di stagione decisamente non all’altezza della sua fama, poi com’era ampiamente prevedibile non poteva continuare nell’anonimato e dal girone di ritorno ha iniziato ad ingranare e dare sfoggio a tutte le sue qualità. Esperienza, intelligenza cestistica, presenza e difesa sono cresciute di pari passo con la crescita di tutta la squadra e nella serie contro Trieste è stato uno degli ultimi ad alzare bandiera bianca. Le sue braccia sono spesso sembrate i tentacoli di una piovra. PROFESSORE

MAGRO voto 5,5: arrivato sul finire del mercato di riparazione ad inizio aprile ed entrato in gruppo in punta di piedi, non ha avuto il tempo necessario per inserirsi appieno nei meccanismi oleati della truppa di Martino e, pur facendo intravedere buone cose e quella fisicità che era mancata per i noti problemi fisici di Zilli, non è riuscito ad incidere come ci si sarebbe aspettati. L’infortunio di Allen e il cambio in corsa delle rotazioni con annessi cambi di ruolo hanno inciso negativamente anche sul suo impiego che non è stato molto elevato. Un giudizio più attendibile su di lui, avendo firmato anche per la prossima stagione, potremo offrirlo l’anno prossimo. DA RIVEDERE

ZILLI voto 4,5: è evidente che qualcosa lo frenasse perché il suo rendimento era troppo brutto per essere vero. A Cento lo rimpiangevano, a Forlì non ingranava. Purtroppo, pur comprendendo le difficoltà nelle quali ha dovuto lavorare, limitato da una condizione fisica precaria, il suo apporto alla causa è stato altamente insufficiente e con l’arrivo di Magro è uscito definitivamente di scena. LIMITATO

POLLONE voto 6,5: è sicuramente uno dei migliori difensori della lega e a Forlì è anche uno degli imprescindibili di coach Martino. Discontinuo in attacco dove sa accendersi solo se gli entra il tiro da tre, ma duttile e sempre aggressivo sull’avversario più pericoloso nella fase difensiva. Non può essere quel giocatore che ti fa vincere una partita, ma è certamente quel giocatore che tutti i coach vorrebbero avere. DIFENSORE

MUNARI voto 6,5: considerando il minutaggio ed il ruolo chiamato a ricoprire gli va riconosciuta la capacità di essersi fatto trovare pronto all’occorrenza. E come ogni giovane che pensa in grande ha saputo sfruttare quelle poche occasioni che lo hanno visto al cospetto dei grandi. MATURO

RADONJIC voto 6,5: è quel sesto uomo che può accendersi e accendere la squadra così come può spegnere la squadra avversaria con la sua tenacia e determinazione nel proprio pitturato. Duttile e molto utile perché capace di adattarsi al ruolo di ala grande e di ala piccola e in alcune circostanze impiegato addirittura da centro tattico. Giocatore dal tiro mortifero dalla lunga distanza e premiato come miglior giocatore della finale di Coppa Italia di cui è stato grande protagonista. CERTEZZA

MARTINO voto 7,5: se per due stagioni consecutive vinci la regular season devi avere qualcosa che altri non hanno. La sua capacità di estrapolare il meglio da ogni singolo giocatore è una qualità che gli è riconosciuta dalla piazza ed il suo aver saputo creare due gruppi in questi due anni molto uniti sono un grandissimo merito. Purtroppo per un regolamento piuttosto discutibile il suo doppio primo posto non è valso la promozione diretta in Serie A e quest’anno l’infortunio di Allen all’alba dei playoffs gli ha tolto tutte le armi a sua disposizione per poter recitare un ruolo da protagonista fino in fondo. Bravo nella lettura delle partite, nell’alternanza delle difese e bravissimo a tenere la barra dritta nei momenti di difficoltà. Se a Forlì non è riuscita l’impresa di battere Trieste e provarci fino all’ultimo non è certo per colpe ascrivibile a lui. PUNTO FERMO