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Antefatto…

Ferrara-Forlì, match buono come 23° giornata: la PF si gioca le residue speranze di chiudere la stagione con qualche soddisfazione in più che l’aver centrato la salvezza – a scanso di equivoci, ancora da guadagnare – i locali sono in corsa play-off. Nonostante Mike Hall a tratti esprima un basket arrogante per lo strapotere espresso – tipo “alzo la mano e faccio canestro” – il solito Fantoni uso a percuotere la difesa romagnola caricandola di falli e un avvio di ripresa da subitaneo time-out riparatore per Giorgio Valli, in campo c’è sempre equilibrio. Naimy è abile nel tener la barra, Giovanni Severini butta grinta sul parquet e Dane Diliegro esprime presenza muscolare: l’Unieuro non molla la presa estense.

… e fatto

A 1’20” da fine III quarto, in azione di rimbalzo, la palla carambola tra molte mani finendo in quelle di Mike Hall. Azione difensiva conclusa, si direbbe. No. Erik Rush e Giovanni Severini, lontani ormai dalla palla, si strattonano. La mimica dell’ala ferrarese, a fatto compiuto, sarà chiara: Severini mi ha preso il braccio e tentato di estroflettermelo; insomma, ho rischiato di farmi male. In fase di gioco parecchio concitata, durante una partita già tesa, un gesto non piacevole ma rientrante nel quadro giuridico e, visto il comportamento sempre sportivo del biancorosso, non cercato. Meno equivoca la reazione dell’ala statunitense-svedese al contatto: Rush si volta e intenzionalmente rifila una spalla all’avversario in pieno petto facendolo cadere schiena a terra, continuando oltretutto a urargli contro anche da steso. Un déjà-vù da notti azzurre e sogni mondiali. Allora fu un momento di calcio con un seguito esaltante (e si trattò di una testata), al PalaHilton invece è stato solo uno spiacevole momento di basket. “Allietato” ancor di più dalla decisione arbitrale di fischiare un doppio fallo antisportivo. Scelta rispettosa della fratellanza tra i popoli ma la via dell’espulsione non sarebbe stata forse più corretta.

Forlì con Rush negli spogliatoi e Severini (tra i più positivi) ancora sul parquet e non relegato in panca causa 4 falli dove si è oggettivamente “spento”, avrebbe vinto? A esser onesti, è più no che sì. La flessione dell’ultimo quarto è stata tanto sintomatica quanto prevedibile.  Limiti fisici – Forlì è complessivamente più “piccola”, meno atletica, più leggera e più lenta di tante avversarie – e spesso caratteriali, da inizio stagione condizionano sistematicamente gli ultimi 20’ di partita dei biancorossi. Il copione è il medesimo: bene la prima metà di gara poi quando il gioco si fa classicamente duro, le mani addosso non si contano, l’arbitraggio molla gli ormeggi, i biancorossi perdono la quadra, ognun per sé e il match vola via. Così è successo a Ferrara.