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Carasso, conferma di aver rifiutato One Team?

Confermo e mi è dispiaciuto non poco.

Beh, in fin dei conti bastava solo dire sì.

E in effetti c’erano praticamente tutte le condizioni per dire sì.

E allora perché ha detto no?

Resto a Santarcangelo. Resto con Maurizio Fabbri, la persona che quando 12 anni fa uscii dai Crabs Rimini in rotta con Capicchioni mi offrì l’opportunità di fare il professionista.

Però i professionisti nel corso della loro carriera fanno anche delle scelte…

Certo. E queste scelte possono essere di due tipi, professionali o umane. In questo caso confesso di fare una scelta più di tipo umano. Maurizio Fabbri affronta un periodo della sua vita non semplicissimo e, anche se questo non è stato determinante nella scelta che ho fatto, mi mette nelle condizioni di essere ancor più coinvolto all’interno degli Angels (Carasso riceverà delle quote del club, ndr).

Ma è mancato qualcosa all’offerta di Forlì, al di là dell’elemento emotivo?

Sostanzialmente no. C’erano davvero tutti gli ingredienti per farmi vacillare come in effetti ho vacillato: una carta bianca operativa, l’elemento economico, visto che io costo molto (ride), ma soprattutto la ferrea volontà da parte di Filippo Cicognani e dei suoi collaboratori ad imprimere una svolta al mondo della pallacanestro giovanile a Forlì.

Spieghi meglio.

Li ho visti convintissimi su un’idea di progetto che secondo me era e resta giusta: quella di strutturarsi, anche a costo di far fare un piccolo passo indietro alle molteplici anime che convivono dentro a One Team, dando il timone di comando ad una persona esterna a determinate logiche cittadine e con la capacità progettuale per svoltare.

Crede che se Filippo Cicognani individuerà la persona giusta a Forlì si possa finalmente fare basket giovanile sfruttando appieno l’enorme potenziale?

Sì, lo credo… Magari potranno “sbagliare” la persona, ma se conserveranno l’idea che mi hanno esposto, non si potrà che andare verso una direzione positiva. Peraltro Cicognani mi è parso orientato in termini molto positivi e costruttivi rispetto ad un’inevitabile asse con Pallacanestro Forlì 2.015. Che, per inciso, se fossi venuto a Forlì sarebbe stata certamente una pietra angolare del mio lavoro.

Le hanno chiesto perlomeno una consulenza su un profilo che potrebbe essere egualmente valido?

Ho scorso con loro un elenco di una dozzina di nomi. Però perdonatemi, questo resta top secret.

Cedro Galli si vede spesso al Palafiera, ha già lavorato in citta, a Rimini diresse il settore giovanile per diversi anni: potrebbero orientarsi su di lui?

Se si orientano su Galli mi rimangio tutto quanto di buono ho detto su di loro. Galli è uno molto bravo a proporsi, uno con una rete di amici molto sviluppata tra allenatori, giornalisti, addetti ai lavori, ma è uno che in palestra ci va poco. A Forlì serve una persona che lavori, non che parli.