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Ho superato i 50 anni e da oltre 30 giro per stadi e palazzetti in Italia: mi piace vivere le partite dal vivo e non solo vederle in tv. Ma quello che ho vissuto domenica scorsa a Bologna sta tra l’incredibile e l’assurdo. Non voglio fare qui pagelle di buoni (noi) e cattivi (loro). Ma la beffa di vedere il nostro campo squalificato è davvero troppo per tacere.

Munito di biglietto per il settore ospiti del Paladozza, l’unico disponibile, mi reco a Bologna e a pochi passi dal palazzetto vivo il “benvenuto” dei fortitudini nascosti a noi tifosi forlivesi, con lancio di oggetti e fumogeni volati a pochi metri. Detto dell’antipasto indigesto entro e scopro subito che il settore assegnatoci è assolutamente insufficiente ad ospitarci: di fatto a Kontatto con i tifosi di casa e inoltre privo di servizi igienici e punto di ristoro, raggiungibili entrambi solo in promiscuità coi tifosi di casa stessi.

Mi colpiscono subito ragazzini/e a malapena 18enni con felpa arancione (ho pensato di avere sbagliato e di essere ai Romiti…) con su scritto “Sarvezzi” (servizio in dialetto bolognese…ma mi prendi in giro?) che pallidi ed impauriti cercano ogni pretesto per nascondersi e sottrarsi al loro presunto compito di stewart. Sono in compagnia di un noto medico del Pierantoni, ci sediamo tranquilli ciò nonostante dall’attiguo settore occupato dai bolognesi ci piovono gesti ed insulti di ogni genere, a cui rispondiamo inizialmente con sorrisi e applausi sarcastici e poi siccome l’aureola ce l’hanno solo i santi, rendendo chiaramente pan per focaccia. Ne approfitto per chiedere ad un poliziotto che si ostina a riprendere con una videocamera tutti noi tifosi biancorossi, ignorando al contempo completamente quelli di casa, il perché di questo suo comportamento. Ricevo rassicurazioni in merito che di fatto non si concretizzeranno mai.

Mentre si avvicina la “palla a due” è sempre più evidente l’inadeguatezza della logistica, degli addetti della F, ma soprattutto la preoccupazione della Polizia di tenere a bada i forlivesi, Ultras e non, anziché prevenire e reprimere le crescenti provocazioni dei bolognesi. Seguo distintamente il degenerare della situazione nel momento in cui un paio soggetti lanciano nel nostro settore dei bicchieri pieni e la talcosa scatena l’ovvia reazione dei forlivesi più vicini. Da qui i tafferugli seguenti e la temporanea sospensione della partita.

Nel post gara è stata palpabile l’esasperazione dei tifosi biancorossi sentitesi nei fatti poco tutelati, usciti tra i lanci di bottiglie in nessun modo dissuasi.

Tralascio quanto ormai noto sulla gestione dei nostri pullman e chiudo chiedendo:

  • Perché il Paladozza non è dotato di stewart che esercitino la figura di pubblico ufficiale?
  • Perché alcuni tifosi di casa hanno potuto attraversare il Palazzetto per venire sotto di noi indisturbati? Al Palafiera prenderesti il Daspo;
  • Perché erano presenti a bordo campo una quantità di ultras del Bologna entrati senza biglietto a partita in corso?
  • Perché non c’era fin dall’inizio un cordone di polizia che impedisse le provocazioni?

La mia conclusione è che qualcuno dovrebbe finalmente capire che una curva, un settore ospiti sono come la metropolitana di New York: c’è dentro di tutto, nel male e nel bene, pertanto occorre tenerne conto e non trattare le persone a questo modo.

P.S. Signori e soprattutto signore impellicciate bolognesi, il Palafiera vi aspetta. Mi raccomando non mancate: la Romagna è la terra dell’ospitalità!