Dopo Recanati Forlì trova sulla propria rotta un’altra squadra in fase di mutamento: Verona, vittima di un avvio di campionato assolutamente deludente, ha infatti sostituito da un paio di settimane Fabrizio Frates con Luca Dal Monte, allenatore di grandissima esperienza abituato più alla serie A che alla A2. I veronesi sono tostissimi sulla carta ma al momento inseguono in classifica proprio Forlì, che per un curioso provvedimento della Prefettura veronese non avrà al seguito i propri tifosi in questa trasferta tradizionalmente proibitiva, ma che ha sempre riscosso un certo successo fra i supporter biancorossi.
Alle prese con i problemi al ginocchio di Blackshear e con Simone Pierich che ha ripreso in questi giorni ad assaggiare gli allenamenti con la squadra, l’Unieuro avrà un compito dannatamente difficile: contenere i due esterni americani della Tezenis, Frazier e Dawan Robinson. Una nota su quest’ultimo: la sua Reggio Emilia (poi promossa in A) fu l’unica squadra a stoppare Forlì durante la spring madness, unica sconfitta nelle ultime nove gare di quella stagione. Inutile dire che fu proprio Robinson a trascinare Reggio con un finale di gara davvero di altissimo livello. Oltre ai due colored Verona può contare anche sulla potenza fisica di Dane Di Liegro, uno dei pochi pivot, forse l’unico, a mettere in qualche difficoltà Tyler Cain tre stagioni or sono. I tre stranieri scelti da Verona la dicono lunga sulle ambizioni in questo campionato, confermate anche da un pacchetto di italiani di grande qualità: Portannese, Boscagin, Brkic, Pini, Tote’ e l’ex Niccolò Basile. Perché la PF 2.015 torni da Verona con lo scalpo gialloblù ci vorrà davvero una delle prestazioni migliori fatte fin qui.
Sul fronte mercato, in attesa di sviluppi della trattativa sull’asse Brescia – Forlì per Franko Bushati, tutto tace. La mancanza di altre opzioni interessanti e l’unico tesseramento disponibile prima del 23 gennaio, data di apertura della seconda finestra utile per i trasferimenti, costringe la PF 2.015 ad attendere ancora l’italo albanese, ormai identificato dalla dirigenza forlivese come unico candidato. La guardia della Germani darebbe una enorme mano a Garelli, consentendogli di attingere minuti anche in ala piccola per rimettere in pista Simone Pierich con tutta la calma possibile e permettere a Wayne Blackshear di riposare e curare l’edema osseo al ginocchio. Oltre a ciò le caratteristiche di Bushati si sposano bene con la filosofia Garelliana e con le necessità evidenziate fin qui dal reparto esterni biancorosso: è un combattente nato che in difesa non fa mancare il suo apporto mentre dall’arco pur non essendo uno specialista va rispettato. A ciò si aggiungono notevole esperienza faccia tosta da vendere, due elementi che contribuirebbero molto ad alleggerire la pressione sui compagni di reparto. Nota delicata il minutaggio di Paolin: se Bushati viene a Forlì non lo fa di certo per guardare Paolin giocare ed è probabile che i minuti in campo dell’esterno di Dolo diminuirebbero drasticamente. Il ragazzo ex Valsesia è stato uno dei protagonisti nella bella vittoria contro Treviso, non ha mai fatto mancare l’impegno e la sfacciataggine con cui ha conquistato Forlì, tuttavia evidenzia problemi in difesa e nelle scelte offensive che sono indicatori di un adattamento alla categoria ancora problematico.
Bushati con la sua duttilità a giocare sia da ala che da guardia potrebbe consentire più soluzioni tattiche nell’arco della partita e cambiare anche le prospettive di altri giocatori nelle rotazioni della Pallacanestro 2.015: al momento del rientro di Pierich permetterebbe sia di destinare il minutaggio del friulano principalmente nello spot di ala grande, sia di sperimentare più approfonditamente soluzioni con Wayne Blackshear nella stessa posizione. Il ‘4’, ruolo tatticamente fondamentale nel basket attuale, è posizione in cui Blackshear ha fatto vedere cose estremamente interessanti, anche se per situazioni e minutaggi limitati (attacco alla zona). L’ala di Chicago ha tecnica, forza fisica e taglia tali da permettergli di marcare agevolmente i ‘4’ avversari mentre nella metà campo opposta a suo vantaggio ha il fatto di poter attaccare avversari notevolmente più lenti o costringerli con la pericolosità del suo tiro ad inseguirlo sul perimetro. Questi due fattori escluderebbe la necessità di rivedere Infante come ‘4’ adattato e, spingendo lo sguardo oltre il 23 gennaio, suggeriscono possibili cambiamenti anche nel reparto che deve occuparsi di tirare giù rimbalzi e proteggere l’area verniciata: c’è più di un sospetto che se in questi due mesi Infante non farà un deciso passo avanti, sia nel rendimento che nell’integrazione con i compagni, Garelli si guarderà intorno per un ‘5’ puro. In uno scenario del genere Infante potrebbe portare i suoi muscoli verso altri lidi (ha molto mercato in B) e venir sostituito da un lungo che porti centimetri e soprattutto qualche garanzia in più in termini di affidabilità difensiva e a rimbalzo.
Al momento Brescia sta concedendo al suo esterno albanese meno di otto minuti a gara, non granché, e nonostante i pubblicizzati annunci di accordo per l’estensione (fino al 2018) dell’attuale accordo nessun rinnovo risulta ancora depositato ufficialmente. La situazione lascia quindi aperto un piccolo spiraglio nel cielo di un mercato piuttosto grigio. Forlì resta alla finestra.