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Alberto Calderoni è il Capitano del Forlì, 15 anni in maglia biancorossa gran parte dei quali con la fascia al braccio. Riccardo Fantini è il direttore di Pdv. Quella che segue è una chiacchierata sul pazzesco Forlì di questi ultimi due mesi, da cenerentola del calcio professionistico a sorpresa del girone B, ormai vicinissimo alla zona salvezza e con 7 punti di distacco dal decimo posto (che sì, vale gli spareggi promozione in serie B).

Alberto, eri allo stadio domenica? Non ti ho visto.

Certo che c’ero, ero col Condor. C’erano Mandorlini, Ermes Morini con tutto l’ex staff del Verona.

Il Condor l’ho visto all’entrata. Come mai è venuto?

Non gliel’ho chiesto. Forse perché amico di Chiaretti, che dev’essere il procuratore di Carini.

Andiamo al sodo dai. Che Forlì hai visto?

Ho visto una delle poche squadre del girone che potesse battere questo Padova. Perché anche loro hanno messo in campo la stessa intensità del Forlì, quindi per batterli bisognava ripetere una partita come quella contro il Venezia. A parte l’attacco, che non è da altissima classifica, il Padova è una squadra con un impianto di gioco e un ritmo che non ho visto nelle altre. Credo manchi qualcosa davanti rispetto alle big del girone. Ma questo non toglie nulla ai meriti del Forlì. Forse il risultato più giusto sarebbe stato un altro, ma il Forlì quando gioca con questa ferocia, convinzione mentale e coraggio anche se strappa qualche punto in più è tutto giusto, corretto e nell’ordine delle cose. Mi verrebbe da dire che Pordenone è stato un inciampo. E se lo è stato davvero possiamo meritare molto più della salvezza.

Stamattina stavo riguardando il gol di Capellini per fare una gif con la telecronaca di Caressa ai Mondiali del 2006, perché l’azione somigliava.

Caaaammaroto, Caaaammaroto! Via il contropiede per Capellini, Capellini la può portare vicino alla bandierina, Capellini cerca l’uno contro uno, Capellini, Capellini, Capellini… goooooooool, goooooool, Capelliniiii, Capelliniiii, chiudete le valigie andiamo ai playoff… Andiamo ai playoff Bepi!

Non mi ero accorto da dietro alla porta della ferocia, come diresti tu, di Cammaroto che va a rubare quella palla a centrocampo. A centrocampo!

Non è che Cammaroto sembra Cannavaro, è che la squadra è aggressiva e quindi anche la linea difensiva ne beneficia e permette ai due centrali di essere aggressivi. Da difensore dico: ovviamente grande merito a Capellini che ha fatto quel gol ma la vera differenza tra prima e adesso è quella palla recuperata a metacampo. D’altronde una percentuale enorme di gol nel calcio attuale si realizzano attraverso questo tipo di situazioni: palle rubate e ripartenze. La dinamica del gol per uno come Capellini mi vien da dire che è anche abbastanza semplice, ha aperto il calcio come i giocatori di qualità come lui riescono a fare con naturalezza. A me piace di più il lavoro della linea difensiva che ha permesso a lui di avere questa possibilità. Poi di Capellini sai cosa penso: ad agosto dissi che era uno dei pochi che poteva farci fare il salto di qualità.

Come andrà a finire secondo te la situazione di Cangini che, te lo ricordo, andò a Milano l’ultimo giorno di mercato con zero euro e portò Capellini e Alimi. Mica ceci.

Cangini a livello di competenze calcistiche… con me sfondi una porta aperta. Non ho dubbi nella maniera più assoluta, è uno che il giocatore lo vede. Grande merito però va a tutto lo staff, da Cangini in giù fino ai ragazzi che sono rimasti uniti, hanno avuto forza, unione di intenti, bravura e professionalità nel continuare a lottare anche nei momenti più difficili. Lo staff ha consentito loro di poter lavorare con tranquillità, dando fiducia a quei giocatori che avevano bisogno di tempo: chi doveva recuperare da infortuni, chi era alla sua prima volta in un campionato professionistico… Bisognava avere un po’ di pazienza. Bravura e professionalità si sono miscelate: il calcio è questo, non ci sono regole scritte ma una di quelle sempre valida è che lavoro e serietà alla fine pagano.

Ha senso cominciare a guardare verso sopra anziché verso sotto?

Quindici giorni fa sorridendo ti dissi che secondo me, se Succi sarà Succi, e sono sicuro che lo sarà, ne vedremo delle belle. Come ero convinto ad agosto che ci saremmo salvati, adesso sono sicuro che ne vedremo delle belle. Però lo sai che sono dell’Inter e quindi navigo sulle emozioni. Sei tu della Juve, le certezze sono tue purtroppo, per ora.

Devo dirti che mi ha colpito enormemente la tua preveggenza. Cioè, ti conosco e so quanta ne capisci di pallone a parte le favole che ti racconti sull’Inter. Però non riesco davvero a spiegarmi come facessi due mesi fa, quando il Forlì era ultimo con 100 punti dalla penultima e il peggior trend del girone, del calcio professionistico e di tutta la sua storia, a sostenere senza batter ciglio che questa squadra si sarebbe salvata in carrozza. Dì la verità, il Brindellone ti dà i suggerimenti dall’alto.

Guarda, la sensazione che mi dava il Forlì era di una squadra che non meritava il poco che stava raccogliendo. Avevo molta fiducia nell’allenatore. E poi ho giocato tanti anni e certe situazioni le ho vissute. Eri sull’orlo del buratello, tutto stava nella professionalità dei ragazzi e dell’allenatore. Questo si è verificato e adesso rendono tutti per le loro capacità. Se prima Cammaroto e Conson non accorciavano sull’attaccante come adesso, era perché c’era anche un contesto di squadra che non permetteva loro di esprimersi come avrebbero potuto. Sensazioni, esperienza, e poi ho sempre reputato questo girone – forse sono un po’ in disaccordo col mister in questo – un girone con 6-7 squadre forti e tutte le altre, nessuna esclusa, alla pari del Forlì. Ora con questi due innesti e soprattutto con questa grinta… Le ho viste quasi tutte, anche in trasferta dal vivo o su Sportube, e ti dico una cosa: squadre con questa aggressività e voglia di prendere il risultato non ne ho viste. Neanche una. Capellupo, Bardelloni, Alimi: sembrano tutti incontristi quando hanno la palla gli altri. Questo ti fa scalare delle posizioni, è inevitabile.

Ti ricorda un tuo Forlì questo?

Probabilmente la squadra a cui sono più affezionato, quella di Fabiani e Donelli, quella degli spareggi persi. Avevamo questa prerogativa e io sono particolarmente sensibile alle squadre che dimostrano compattezza. Come qualità di squadra non te lo so dire, l’anno della Fiorentina prendemmo mi sembra 8 gol nel girone di andata e avevamo uno squadrone. Il calcio in questo è cambiato molto.

Vogliamo parlare di Gadda? Un mese fa qui su Pdv azzardai un titolo: cosa ci fa questo in Lega Pro? Me lo hanno rinfacciato ma resto abbastanza convinto di quella cosa. In questi sedici anni di Morgagni ho visto molti allenatori, a qualcuno mi sono anche affezionato più che a Gadda, ma in tutti vedevo dei difetti. In lui non ne trovo.

In Italia c’è la moda che dopo 20 giorni o due mesi si manda via un allenatore. Ma bisogna dare il tempo alle persone di lavorare, di crescere, di conoscersi, di recuperare la forma. Soprattutto quando queste persone hanno dimostrato di meritarselo. Poi che sia stata una scelta della società o una contingenza non te lo so dire. E se in Italia se fosse sempre così sarebbe meglio. Questo deve essere di monito a tutti, soprattutto ai tifosi del Forlì: una cultura migliore dei tifosi significa un ambiente migliore, di qualità, che permette ai giocatori di vivere il calcio a Forlì nella condizione giusta. Le stesse persone che due mesi fa sembrava non potessero vincere una partita, o i tifosi che si consideravano già retrocessi a novembre… Te lo dicevo allora: io non ho mai visto una squadra già retrocessa a novembre. Mai. Mai.

Andiamo ai playoff?

E’ chiaro. Mi sembra abbastanza scontato.