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7 secondi dalla fine di Forlì-Verona, domenica scorsa, i tifosi biancorossi credevano di averle viste tutte: una squadra ferocissima per gran parte della partita, rimontata per inerzia dalla forza di Verona ma capace con valliana testardaggine di tornare avanti grazie a quella sublime tripla di Bonacini da 8 metri. A 27 secondi dalla fine il più sembrava fatto, almeno a livello coronarico. Invece no: il bello, o meglio il brutto, doveva ancora venire. Ricapitoliamo il finale della partita che probabilmente (toccarsi è lecito) ha svoltato la stagione di Forlì, trasformando una squadra arrabattata alla meno peggio sul mercato invernale in una squadra in missione.

Dopo la tripla di Anima Bonna, Brkic lancia per aria un lamento da 3 punti che, senza neanche toccare il ferro, riconsegna la palla della vittoria a Forlì. Sulla rimessa, a 13 secondi alla fine sul 69-67, arriva immediato e inevitabile il fallo.

1° errore: Pierich

Va in lunetta il miglior tiratore (77% ai liberi in stagione) e il miglior realizzatore della partita di Forlì, probabilmente il giocatore mentalmente più pronto per tenere in mano quella palla in quel momento della stagione. Messo il primo (70-67), Simone sbaglia però il secondo tiro lasciando a Verona il possesso del possibile pareggio.

2° errore: Adegboye

Il rimbalzo lo prende Pini e logica vorrebbe che Adegboye commetta subito fallo, consegnando 2 liberi a Verona che è sotto di 3. Ogo però non è lucido e indietreggia seguendo l’azione. Che si sviluppa esattamente nel modo peggiore per Forlì, con Michael Antonio Frazier che tira da 3 in campo aperto. Ferro benedetto, fallo su Amoroso a 3″60. Gira dà un morso al microfono urlando “Ci siamo quasi ragazzi!”. E’ fatta.

Quasi, appunto.

3° errore: Amoroso

Forlì ha di nuovo la chance di battere una delle squadre più attrezzate e talentuose del campionato, riaprendo i giochi per la corsa salvezza al termine di una partita vicina all’eroismo. Va in lunetta Amoroso per 2 tiri liberi. Basta metterne uno e sarebbe finita, la sua media in stagione è oltre il 60%. Ryan però fa 0/2 lasciando immacolato il 70-67 sul ledwall. Stavolta Adegboye non commette l’errore precedente e a 1″90 dalla sirena manda Pini in lunetta.

4° errore: squadra

Il centro emiliano fa esattamente quello che ci aspetta che faccia, segna il primo (70-68) e poi sbaglia volontariamente il secondo: l’unica strada possibile per tornare in parità è prendere quel rimbalzo a meno di due secondi dalla fine e beffare il Palafiera. Lo sanno tutti i 3.503 spettatori presenti, che hanno lo sguardo incollato su Pini come ce l’avrebbero su Diletta Leotta se Diletta Leotta passeggiasse in topless lungo corso della Repubblica un lunedì di mercato. I tifosi sono concentratissimi, i giocatori invece no. Si perdono l’unica mini furbizia di Pini, che appena ricevuta la palla dall’arbitro non aspetta i canonici 3-4 secondi ma la butta subito al tabellone. Rotondo sta guardando per terra e si perde addirittura il tiro, Johnson guarda in direzione Amoroso alla sua sinistra, PIerich sta urlando qualcosa alla panchina.

5° errore: arbitri

Va beh, su Amoroso più che un fallo è un suplex.