Tornerà sereno, un pelo più leggero nel portafogli e nero come Adegboye. Ok, ma davvero ne è valsa la pena? Mettendo sulla bilancia una settimana di sole, enciclopedie di sudoku e zoo botanici alle Mauritius e quella partita lì, quel pubblico lì, quell’adrenalina lì, voi cosa scegliereste? Abbiamo individuato 4 epic moments di Recanati-Forlì con l’obiettivo di gonfiare di rimpianti il responsabile comunicazione dell’Unieuro.
1- Rotondo che stoppa Infante (ma non sorride)
Che la partita si stesse incanalando per il verso giusto si era capito fin dai primissimi secondi. Ma ormai i tifosi di Forlì hanno fatto l’abitudine ad ogni sciagura immaginabile possibile, per cui vattelapesca: meglio stare sul chi va là. Il turning point della stagione biancorossa è avvenuto nella seconda parte del primo quarto, quando pochi secondi dopo il suo trionfale – si fa per dire – ingresso in campo, Infante è stato clamorosamente stoppato dall’ex compagno di fischi Paolone Rotondo.
Boato a livello Sergi Roberto
Ecco, lì è stato chiaro che la domenica sarebbe finita bene (poi nel secondo tempo l’ha stoppato anche Amoroso, ma quella era più scontata).
2- Riccardo Pinza che avoca a sé Pierini
Parte centrale di gara, Nicosanti ha ormai perso da tempo ogni traccia residua di lucidità. Canta “Tutta Forlì ti ama” e ritma col battimani i cori dei tifosi alle sue spalle. Sudato fradicio, vorrebbe essere là e invece è lì: a un metro da quella panchina forlivese in cui Valli si muove al contrario con apparente freddezza. Alle spalle ha Pinza, anche lui accecato dall’adrenalina. I due si spalleggiano, confabulano, si strattonano di felicità alla tripla di Ferri. A un certo punto se la prendono col figlio del presidente di Recanati Attilio Pierini. Nicosanti si sbraccia, urla parole incomprensibili. Pinza invece si fa capire benissimo a gesti, invitando il ragazzone marchigiano a farsi avanti.
Sono i minuti decisivi, quelli in cui Forlì scappa definitivamente
3- La festa in tribuna stile coppa campioni
Interrotta dopo Milan-Barcellona del ’94, l’abitudine di premiare le squadre con la coppa a fine partita fu ripresa da Platini nel 2007. A Recanati lo step successivo: nessun traguardo tangibile da festeggiare, ma una liberazione clamorosa da condividere insieme ai tifosi. ‘Mi sembrava di essere il Bayern Monaco’ ha confermato in sala stampa Valli, che pure di basket vive da parecchio. Quando a fine match la squadra ha salito i gradoni per abbracciare i forlivesi che l’avevano seguita ad Ancona…
Beh, caro Gira, speriamo tutti che allo zoo ci fossero almeno i due leocorni
4- Il confronto tra il pubblico di Forlì e quello di Recanati
A un certo punto l’audio della musica al PalaRossini sembrava alzarsi e abbassarsi a seconda che ci fossero da coprire o meno i cori dei forlivesi. Confidenza dal campo: cambiava poco.
Usbr: Urca Sti Biancorossi Romagnoli
A 150 chilometri da via Punta di Ferro l’Unieuro ha giocato in casa, clamorosamente in casa. Una passione pazzesca al seguito di una squadra che avevo perso 13 delle precedenti 14 partite. Dicono che i tifosi del basket forlivese siano l’equivalente dei veronesi nel calcio.
Peccato, Gira, non aver potuto constatare di persona che il parallelismo regge e anzi si autoalimenta anche in stagioni così complicate, ancora una volta. Ti avrebbe fatto godere. Ma forse non quanto un’avventura di snorkeling a caccia di conchiglie rare.