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Che a Venezia il Forlì potesse perdere, senza Adobati e Spinosa, stava nelle cose. Che il Forlì uscisse dal Penzo sconfitto di misura e tutto sommato in piedi invece no, non era del tutto prevedibile. Ecco perché la prima in campionato dei biancorossi va in archivio con zero punti ma anche qualche motivo per non buttarsi giù. Ne abbiamo contati almeno quattro. Prima però vi cuccate le tre brutte notizie, ché è sempre meglio cominciare depressi e finire in bellezza.

1 TESTA

Il gol che ha fatto la differenza è arrivato da schema bonavitiano su calcio d’angolo. Ci può stare la beffa, sì. Ma non se dieci minuti dieci prima il Venezia l’aveva provata uguale uguale, non esultando solo per una paratona di Turrin. A perdere l’uomo è stato capitan Capellupo: attratto dal pallone si è scordato di Fabiano.

2 ALETTE

Gli esterni di attacco hanno inciso poco per non dire zero. Effimero come un Filippi qualunque Tonelli, ancora in deficit di categoria Ponsat: l’ex Correggese, attesissimo avendo segnato 17 gol in serie D, non ha ancora assorbito il salto in Lega Pro. Dovesse arrivare un rinforzo (pare che venerdì in conferenza stampa Gadda abbia ventilato l’ipotesi) ecco, in quel ruolo lì, destra o sinistra che sia ma sempre a piede invertito, un giocatore importante servirebbe proprio. Se non altro per sbloccare il reparto: zero gol in tre partite ufficiali cominciano a mettere una certa ansia.

3 CEROTTI

Prima giornata e subito giù infortuni. Robetta leggera per Tentoni (indurimento al polpaccio) e Baschirotto (caviglia), entrambi recuperabilissimi per sabato. Invece la distorsione al ginocchio di Sereni preoccupa: solo con la risonanza magnetica ne sapremo di più. Esclusa anche nella migliore delle ipotesi la sua presenza in campo sabato pomeriggio vs Pordenone.

E ora che con pazienza vi siete sorbiti il depressive corner, ecco i quattro motivi per non lanciarsi giù dalla balaustra del Morgagni.



1 PROPOSITIVI

Gadda ha già convinto la squadra di avere la Lega Pro nelle proprie corde. Di fronte ad un avversario decisamente più forte – fisicamente, mentalmente, tecnicamente – il Forlì non ha mai rinunciato alla fase offensiva chiudendo la gara con quattro attaccanti in campo e giocando quasi sempre in ampiezza e con una volenterosa padronanza nel palleggio. L’atteggiamento positivo dei ragazzi ha prodotto pochissimo dal punto di vista delle occasioni da rete ma in qualche caso ciò è stato provocato soprattutto da errori individuali. Ad esempio a inizio partita Tentoni ha chiuso male, cercando un dribbling di troppo in area di rigore, una ripartenza che aveva visto la sovrapposizione del terzino e gli inserimenti in area di Bardelloni, Ponsat e anche Ferretti. Insomma le due mezze ali erano entrambe volte a offendere, il centravanti era al suo posto e anche il terzo attaccante opposto aveva tagliato nel modo giusto. Avete avuto la sfortuna di vedere Inter-Palermo? Né Kondogbia né Medel, per dire, hanno mai fatto quel movimento in verticale senza palla che invece gli interni di centrocampo biancorosso hanno già nel dna. Buon segno.

2 SOLIDI

La difesa ha retto l’urto opposta ad uno dei reparti offensivi più interessanti del girone. Ce ne saranno altri (il Pordenone con cui giochiamo sabato ad esempio in attacco vanta Arma, Berrettoni e Pietribiasi: stica), intanto però Conson e Cammaroto, che in pratica in preparazione non avevano mai giocato insieme, hanno mostrato affiatamento e controllo. La coppia funziona. E col rientro di Adobati la corsia di destra guadagnerà un incursore quasi sempre ispirato.

3 BARDELLONI

Ok l’Emanuele non ha segnato. Ma nel secondo tempo ci è andato molto vicino. Inoltre l’ex Santarcangelo ha dimostrato di avere la capacità di assorbire le giocate dei compagni mettendosi a loro disposizione, partecipando senza pause alla manovra e incaricandosi di attivare quando richiesto il pressing offensivo sui difensori. Non è un bomber, no (se non è mai andato in doppia cifra ci sarà un motivo). Ma sarà utile alla causa questo è certo. E qualche giocata ‘pazza’ presto o tardi arriverà.

4 MAMMASANTA

Aveva ragione il telecronista ignoto. Sì, quello di Sportube che raccontando l’inutile per non dire fastidiosa Albinoleffe-Forlì aveva battezzato Mammasanta il numero uno biancorosso Alessandro Turrin. Da un mese abbondante a questa parte non facciamo che ripeterci tutti insieme che no, non è Merelli. Vero. Va a finire che questo 19enne qui è pure meglio.