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Dopo tante settimane di stallo con il balletto tra il team di Borgo Panigale – alle prese con la quadra tra il contratto operosissimo di Jorge Lorenzo e la necessità di confermare il vice campione del Mondo – e Andrea Dovizioso, proprio in queste ore è probabile si stiano decidendo le sorti del futuro tra le rosse e casco forlivese. A far correre i tempi, il patatrac più o meno colposo dello scorso MotoGP di Spagna quando entrambe le Ducati sono finite ko a seguito di manovra di Lorenzo. Se prima di domenica nell’ambiente aleggiava ottimismo, gli ultimi incontri tra il manager del pilota e i vertici di Ducati, si sono ritrovati ancor parecchio distanti. Pare che a fronte dei 7 milioni richiesti, la proposta si aggiri intorno ai 6. Un punto di mediazione si troverà? E’ l’auspicio di tutti. Anche perché il binomio tutto tricolore moto-pilota, affascina non poco. Lo stesso direttore Ducati, Dall’Igna si è detto “più pessimista della gara passata. Ancora non penso a un piano B, ma non possiamo stare troppo tempo fermi. C’è un tempo in cui è ragionevole e giusto perseguire l’obiettivo, ma senza intestardirsi se non trovi la soluzione”.

Se ora spetterà a Dovi accettare o rilanciare – dalle ultime dichiarazioni “non avremmo dovuto raggiungere questa situazione. Ognuno prenderà le proprie decisioni” trapela la sua delusione – è indubbio che altri top team stiano lavorando per avanzare “sponde”. Già si è detto – anche perché furbescamente Marquez non ha fatto mistero di esserne estimatore – delle sirene Honda. Sirene più forti di quelle Suzuki.