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Per la seconda volta nella sua storia il Forlì ha espugnato il Riviera delle Palme. E lo ha fatto al termine di una partita dominata, contro una delle squadre che ambiscono ai playoff, segnando il gol vittoria al 95′ dopo essere stato immeritatamente raggiunto al 91′.

Prima Tonelli non vede Succi, poi non serve Spinosa sulla corsa. Quattro tocchi: stop orientato, allungo, controllo in corsa, spostamento laterale. What else?

La squadra di Gadda ha controllato il match per tutti i 95 minuti dimostrando maturità, consapevolezza, fiducia, talento e in generale una lucidità neanche paragonabile a quella messa in campo dai padroni di casa. In particolare è stata eccezionale la fase passiva del Forlì: i tre difensori centrali (buona la prima di Carini da titolare) hanno disputato una partita pressoché perfetta, concedendo alla Samb due colpi di testa in un’ora e mezza di gioco. Il primo al 50′ firmato Di Massimo, a lato di poco, il secondo di Mancuso al 91′ valso il temporaneo 1-1. Detto che il centravanti nigeriano ex Varese Agodirin è apparso tutto fuorché un funambolo, è davvero sorprendente la qualità del gioco difensivo del Forlì rispetto a quanto la retroguardia biancorossa aveva mostrato in tutta la prima parte di stagione (restiamo con 40 gol al passivo i peggiori, avvicinati però dal Mantova). In Cammaroto non c’è più traccia delle esitazioni di inizio anno, Conson mette in campo una fiducia esplosiva che trascende ormai l’avversario di turno. E’ talmente importante la fase difensiva del Forlì che a conti fatti risulta addirittura poco quello che la squadra ha prodotto oggi da centrocampo in su. Se la sinapsi tra centrocampo e attacco avesse funzionato meglio il Forlì avrebbe chiuso la partita molto prima, invece ha rischiato una beffa che sarebbe risultata difficile da digerire. E adesso?

Guardando verso il cielo

Il controllo che dimostra Gadda sulla squadra è ormai completo. L’allenatore maneggia moduli (oggi difesa a tre) e uomini (Succi fuori, Capellini mezzala) trovando sempre risposte, quadra ed entusiasmo. Immaginare che la squadra possa precipitare di nuovo nell’imbuto delle insicurezze, coi playout lontani al momento 3 punti, è difficile. Per cui probabilmente aveva ragione Kalle a novembre: il Forlì si salverà davvero in carrozza. Magari si può provare a immaginare in quali direzioni l’allenatore ex Spal proverà a far crescere ulteriormente la qualità del gioco. L’assist fantascientifico di Succi (voleva metterla proprio lì? Chissà) è un indizio.

La crescita di Ponsat, ’95 che comincia a valere un gruzzoletto, è un’altra possibilità. Poi c’è la classifica, con il decimo posto che vale i playoff lontano 7 punti. Sì, ok, sono tanti. Ma in questo momento chi gioca meglio del Forlì? E poi Alimi, Tonelli, Tentoni: ci sono parecchie dimensioni parallele nelle quali i tifosi del Forlì sono attesi da tre mesi di felicità. Basta decidere quale imboccare.