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Mentre la Pallacanestro 2.015 perde un weekend sì e l’altro pure ormai da tre mesi, intorno alla squadra ci sono stati e ci saranno presto movimenti economici che ne influenzeranno, a prescindere dalla categoria, il futuro prossimo. A metà gennaio abbiamo letto della nuova sponsorizzazione del Gruppo Eco Eridania (13 società controllate, oltre 750 dipendenti), che acquisita l’azienda forlivese Mengozzi spa (rifiuti ospedalieri, quelli dell’inceneritore), ha accompagnato il suo ingresso a Forlì con una cospicua elargizione alla pallacanestro biancorossa, diventando dal nulla un Top Sponsor. Ma la new entry più importante – a livello economico e non solo sul presente – deve ancora essere presentata ed è quella di Andrea Borini, responsabile scientifico e direttore sanitario di Tecnobios Procreazione, oggi 9.baby Family
and Fertility Center (www.9puntobaby.it) il network medico
specializzato nella diagnosi e cura della sterilità maschile e
femminile e nella applicazione delle tecniche di fecondazione
assistita.

Borini, forlivese e naturalmente appassionato di basket, ha deciso di entrare nella Fondazione Pallacanestro 2.015 – l’entità che controlla al 100% la società di basket – con la veste di “fondatore” al pari di Giuseppe Rossi, Giancarlo Nicosanti Monterastelli, Giuseppe Silvestrini, Gigi Garelli, Alcide Resta, Stefano Raffoni e Riccardo Pinza. All’atto della sua nascita nel marzo scorso i soci della Fondazione hanno versato quote di 25k cadauna per un valore complessivo di 350mila euro. Secondo stime plausibili Rossi, Garelli, Nicosanti, Silvestrini e Resta avrebbero due quote, gli altri una. Quello di Borini è, sarà un ingresso pesante, che a parte la liquidità immediata permette una volta in più alla pallacanestro forlivese di immaginare un futuro migliore (sì, non è difficile).

Tornando al presente, il budget preventivato la scorsa estate dalla Fondazione si aggirava attorno al milione di euro: la catastrofica stagione sportiva (un allenatore e cinque nuovi giocatori) ha costretto i soci a mettere le mani in tasca prima del previsto: l’idea era di tentare il salto la prossima stagione. Il conto è lievitato di circa un quarto arrivando al milione e 250mila. Cifre ancora ampiamente sotto controllo, che in caso di permanenza in A2 consentiranno alla società di rilanciare la prossima estate. Ovviamente rivoluzionando il dilettantistico modus operandi dimostrato fin qui, partendo ma non fermandosi da quella figura apicale nel quadro dirigenziale che è clamorosamente mancata nella stagione in corso (uno tipo Alberani, esatto). Andrà poi sciolto il nodo Garelli, che ha un contratto fino al 30-6-19. Sì, letto bene.

Triennale vergato nell’estate della promozione

Bruciato in pochi mesi il credito guadagnato sul campo in serie B, l’ex coach difficilmente potrà rientrare al piano superiore della struttura societaria. Di questo parrebbe essersi convinto anche Giuseppe Rossi, che di Garelli era (è?) il più ostinato sostenitore ipotizzandone addirittura – si dice – una candidatura a General manager. La stagione in corso però più che mischiare le carte in tavola ha proprio rovesciato il tavolo. E adesso uscirne non sembra semplicissimo. Probabilmente le parti proveranno a ‘transare’, accordandosi cioè su una cifra che non scontentando Garelli liberi la società da uno stipendio pluriennale.

Ma all’orizzonte c’è anche un’altra questione che potrebbe scombinare i piani. Acquisita la piattaforma di e.commerce Monclick, Unieuro è ormai davvero vicina alla quotazione a Piazza Affari. Secondo Milano Finanza, “l’obiettivo della catena di distribuzione sarebbe quello di debuttare sul segmento STAR di Borsa Italiana prima di Pasqua, vale a dire entro il 16 aprile. Il collocamento dovrebbe avvenire attraverso un’OPV (vendita di azioni da parte degli attuali soci), che porterebbe sul mercato tra il 35% e il 40% del capitale (qui tutto l’articolo)”. In questo contesto, fonte Sole24Ore, “il consiglio di amministrazione della catena commerciale ha deciso di portare da tre a sette i suoi membri, di cui due indipendenti. Sono stati cooptati i consiglieri: il tedesco Bernd Erich Beets, l’americana Nancy Arleen Cooper e gli indipendenti Stefano Meloni e Marino Marin. L’ad delegato Giancarlo Nicosanti ha rassegnato le dimissioni dalla presidenza che è stata assunta da Beets”.

Ora, cosa significherà tutto questo per la pallacanestro forlivese è piuttosto prematuro immaginarlo. Ma è anche abbastanza complicato ipotizzare che una società di quel tipo lì, una volta quotata in borsa, possa continuare a considerare un buon investimento – quest’anno circa 180mila euro – l’associazione della propria immagine aziendale (corporate all’inglese) con una squadra che perde millanta partite di fila e torna a giocare contro Valsesia. Va bene Enel a Brindisi, ma lì ci sono centrali elettriche di mezzo e comunque le due questioni, soldi allo sport e autorizzazioni, non sembrano proprio scisse. E’ possibile che Unieuro decida, soprattutto se le cose non andranno bene, ma forse neppure legando troppo la questione ai risultati, di allentare un pochino il proprio impegno nella pallacanestro forlivese? Possibile. Vale la pena restare sintonizzati. In ogni caso le nuove entrate di cui sopra – EcoEridania, Borini – e ancora di più il gruppo di pressione economica guidato da Pinza garantiscono un futuro ambizioso.

Certo, vincere ogni tanto è un dettaglio che comincia a diventare ingombrante. Ma l’impressione, anticipata una decina di giorni da Mastrangelo con la consueta sobrietà, è che comunque vadano le cose questa società non possa, e soprattutto non voglia permettersi di tornare in serie B.