Quando ero piccolo avevo una zia abbastanza svalvolata che non lasciava passare una reunion familiare senza la tremebonda tombolata digestiva. Le sue estrazioni però avevano una particolarità che mandava in solluchero noi bambini: ad ogni numero pescato associava un commento più o meno ancorato alla realtà, raramente preso in prestito dalla Smorfia napoletana e più spesso derivato dalle evidentemente interminabili giornate che nella decade precedente aveva vissuto, sua sponte, da suora di clausura. Il 66 – ci arriviamo – era accompagnato puntualmente da un “Prega per me”, e io ci sono arrivato passati i 20 anni che 66 ad alta voce è anche “se-santa-sei”. Ecco, le 66 partite giocate finora tra Fano e Forlì richiedono un’invocazione divina per spostare l’equilibrio della 67esima che si gioca sabato in prima serata Sportube a Fano: se sopra allo stadio Mancini svolazzasse domani sera un’aureola disposta a dare una pedata al tiro alto di Bardelloni deviandolo all’incrocio, questo sarebbe il momento per farsi avanti.
Gadda, aria pesa
L’allenatore nativo di Legnano è tanto amato dai tifosi del Forlì – quanti altri sarebbero neanche in discussione anzi uscirebbero tra applausi e saluti dopo 11 partite a digiuno di vittorie? Bardi e Rossi per dire furono cacciati per molto molto molto meno – quanto malsopportato dai fanesi. I quali gli rimproverano con una certa veemenza l’amara conclusione della stagione 2012-13: subentrato alla 10° giornata a Gaudenzi, che a sua aveva preso il posto del disastroso figlio di Zeman, Karel – il nostro non riuscì nell’impresa di conservare il Fano in C2 chiudendo la stagione con due ko pirotecnici: 4-5 col Venezia (fece 4 gol D’Appolonia), e 7-3 a Monza.
Ma la colpa addebitata a Gadda, che in quella stagione fu costretto addirittura a farsi accompagnare dalla polizia, fu soprattutto quella di difendere i propri giocatori dalle critiche, diventando così lui stesso un grosso bersaglio della piazza. In coppa Italia la scorsa estate i tifosi del Fano l’hanno preso pesantemente di mira già al Morgagni: è facilissimo immaginare che domani, nonostante il suo lodevole tentativo di ammorbidire i toni, gliene urleranno di tutte.
Pazienza e goduria doppia in caso, vedimai, di deviazione angelica e colpaccio
Campo
Il derby che non lo è, ma per i tifosi lo è eccome, peserà tantissimo su classifica e morale. I biancorossi lo affrontano privi di tre giocatori chiave in una rosa già di per sé sotto al limite della sufficienza: out Ponsat, Tonelli e Cammaroto. L’ultimo sarà sostituito nella linea a quattro da Vesi (e non è detto che sia un perderci, anzi), gli altri due invece non hanno alter ego nella capacità di giocare tra le linee, saltare l’uomo e cambiare passo. Possibile che Gadda dia fiducia al fin qui vaporeo Capellini, in ballottaggio con Spinosa e Piccoli per le due maglie di centrocampo che restano date per certe quelle di capitan Capellupo e di Tentoni. In attacco Bardelloni torna a far coppia con Parigi: al Morgagni una settimana fa la connessione tra i due è risultata funzionale quanto un joypad nel microonde, ma in questi casi basta poco per ritrovarsi sullo stesso codice binario.
Per la squadra di Gadda è ogni settimana più essenziale scrollarsi dalla schiena la lavatrice di due mesi e mezzo di lavoro senza vittorie: alla lunga la sensazione di impotenza finirà per impadronirsi del gruppo allentandone le maglie e spingendo i giocatori a cercare vie di uscita personali. Se succederà, sarà la fine.
Il Fano ha 3 punti in più in classifica (7), una difesa un pelino migliore (-14 rispetto alla voragine di -21 del Forlì) e un attacco che segna poco come quello biancorosso. I marchigiani sono guidati in panchina da Cusatis e il secondo è Keegan’ Scardovi, l’allenatore scelto da Linari per il Forlì post falllimento che guidò la squadra alla vittoria nel campionato di Promozione nel 2007-08 ma fu esonerato la stagione seguente in Eccellenza per fare spazio a Bonavita.
Forlì story: Keegan, Bardi, Bonavita, Collinelli, Gadda
Anche il diesse è una conoscenza (più recente) del Morgagni: Massimiliano Menegatti ha avuto infatti la sfortuna di capitare al Forlì in una delle stagioni più pittoresche del dopoguerra (2014-’15): fu costretto ad abbandonare l’incarico tra Natale e Capodanno insieme a mister Rossi. I due non si parlavano più, Menegatti voleva Gadda (e forse un pochino di ragione ce l’aveva), Rossi venne esonerato quando il Forlì era in zona salvezza (e forse l’altro pochino di ragione ce l’aveva lui). Dentro alla partita ci saranno ovviamente, anche se i protagonisti giurano il contrario, tutte queste storie.
Storia
Nei 66 incontri precedenti – qui siamo nel territorio di Pardo – è avanti il Forlì con 27 vittorie, 22 sconfitte e 17 pareggi. La prima sfida di campionato fu il 18 ottobre del 1936 in casa del Fano, finale 1-1, l’ultima il 17 febbraio del 2013 ancora nella Marche con vittoria per 1-5 del Forlì di Bardi. Indimenticabili le partite del 1975-’76 (Fano primo e promosso, Forlì secondo in D) e soprattutto quella del 2002 quando i biancorossi di Bardi e Kalle, sconfitti 3-1 a Fano nella gara di andata, passarono 1-0 al Morgagni grazie a un gol del Gaucho Maffei, chiusero il campionato al secondo posto e furono ripescati in C2. Bellissimo, quasi: l’anno dopo arrivò Oliveti.