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Sabato sera alla Notte Verde ho scambiato qualche battuta col team manager dell’Unieuro Albertino Poggi. Averlo incrociato è stato uno snodo fondamentale della mia serata: cercavo qualche ragazza piacevole da fotografare con delle mele che simboleggiavano – mi hanno detto – la cena all’aperto in via Regnoli. E Alberto è ormai il Totti di via Regnoli, per cui in quattro e quattr’otto mi ha recuperato quattro ragazze, ho scattato la foto e ho potuto pensare ad altro tipo bere un paio di bicchieri di vino al Caffè dei Corsi.

In quei pochi minuti durante i quali preparavamo la foto Alberto mi ha chiesto del Forlì, com’era andata la partita con la Samb eccetera. E poi così, dal niente, mi ha fatto una domanda senza ritorno: ‘Ma il Forlì è mai almeno andato vicino a vincerla, una partita?’. Ho pensato a quella con l’Albinoleffe, che hanno pareggiato nel finale, però a mente fredda l’ala destra Gonzi aveva davvero fatto a fette il fianco sinistro del Forlì e il gol del 2-2 onestamente era nell’aria. E quindi no, il Forlì non solo non ha ancora vinto una partita ma non ci è neppure andato davvero vicino. E questa cosa un po’ si, comincia ad essere preoccupante.

Arriverà qualcuno dal mercato degli svincolati? Qualcosa si sta muovendo sul fronte sponsorizzazioni per cui non è escluso che il Forlì abbia la forza per chiudere un’operazione nel giro di qualche settimana. A onor di cronaca però va registrata la chiusura secca e ripetuta del diesse Cangini, convinto che se non ci sono i mezzi per alzare il livello ‘generale’ della squadra (significa almeno 2-3 innesti), un solo giocatore sposterebbe di poco o nulla il livello. Per cui forse vale la pena cominciare a ragionare su come si può, se si può, aumentare le possibilità di vittoria del Forlì così com’è oggi.

Nella chiacchierata concessa a Pdv il tecnico del Forlì Massimo Gadda ha spiegato qualche giorno fa di aver messo da parte il 4-3-3, passando alla difesa a tre, perché il modulo dell’anno scorso non ‘sfruttava appieno le caratteristiche dei giocatori’. Qualcosa dunque non è andato secondo i piani estivi e tutti – o almeno io – abbiamo pensato all’attacco. Al fatto che Bardelloni necessitasse evidentemente di un compagno più vicino col quale mettere a frutto un tipo di gioco più associativo che individuale, e che Ponsat in fascia facesse molta fatica a diventare pericoloso, almeno in Lega Pro. Però a pensarci bene Gadda avrebbe potuto mantenere la difesa a quattro e giocare ad esempio con un trequartista (Capellini?) dietro a due punte, se quello fosse stato il focus del problema. Quindi probabilmente no, non era l’attacco ad aver preso durante il primo mese di partite – e negli allenamenti – una direzione diversa da quella immaginata durante il mercato estivo. E’ in difesa che probabilmente qualcosa non è andato secondo i piani.

Di Conson abbiamo apprezzato in queste prime giornate il fisico, il colpo di testa sui cross laterali e una plastica esibizione di sicurezza. Più difficile finora è stato inquadrare Cammaroto, che fin dalle prime partite mi aveva colpito per la poca atleticità nella corsa e soprattutto la scarsissima attitudine allo scontro fisico. In comune palesano una preoccupante difficoltà nel giropalla e soprattutto pochissima aggressività sugli attaccanti avversari (in confronto Vesi è Barzagli). Quante volte in ogni partita il centravanti è stato libero di ricevere palla tra le linee, controllarla, girarsi e puntare la porta?

ad esempio a Padova: sono addirittura tutti e due gli attaccanti veneti che vanno incontro per ricevere palla: sia Conson che Cammaroto invece arretrano

Sono probabilmente queste le difficoltà che hanno convinto Gadda a coprire di più la difesa, ritagliando per Cammaroto un ruolo alla Bonucci col quale però non condivide né la capacità di saltare le linee avversarie con passaggi precisi e rasoterra, né l’aggressività sull’attaccante avversario se lasciato uno contro uno.

L’effetto del passaggio alla difesa a tre ha reso molto meno efficace la proposta offensiva del Forlì. Quello stesso Forlì che l’anno scorso, anche contro squadre più forti, fisiche ed esperte (vedi Parma al Tardini), aveva il coraggio di giocarsela lasciando qualche volta in parità numerica la difesa ma sfruttando appieno le qualità di Turchetta, che oggi sarebbe Tonelli, e di Tentoni. Quest’ultimo in particolare è stato fantastico sabato quando, passando nel secondo tempo alla difesa a quattro, ha potuto attaccare con continuità il terzino della Samb: è arrivato due volte sul fondo mettendo altrettante palle dietro, e un’altra volta si è presentato a tu per tu col portiere e gli ha calciato la palla addosso. Tentoni è un’arma troppo importante per un Forlì che non ha tante alternative, aspettando con fiducia la crescita di Capellini. Costringerlo al presidio di tutta la corsia laterale significa perdere un attaccante pericolosissimo, potenzialmente il più pericoloso di tutti.

Non è da escludere che Gadda decida coraggiosamente già dalla prossima partita (in casa della Feralpi, non una corazzata) di tornare al modulo che conosce meglio: se la difesa non controlla la situazione neanche con un giocatore staccato dietro, tanto vale rischiare qualcosa in più sfruttando tutte le armi offensive della rosa. Compreso Alimi: il ragazzo ha già messo in mostra fisico, sinistro e personalità. Tornerà decisivo. O almeno utile.