Riassunto della partita tra Forlì e Bassano:
In un match chiave nella corsa salvezza – probabilmente l’ultima occasione per restare in Lega Pro senza passare dei playout – la prestazione dei biancorossi è stata sconcertante, a tal punto che anche l’allenatore in seconda Bonacci, in panchina per la squalifica di Gadda, in sala stampa ha ammesso candidamente il blackout.
Ad errori tecnici tutto sommato accettabili per una squadra come il Forlì, nettamente inferiore al Bassano, si sono sommate mancanze fisiche e soprattutto psicologiche difficili da accettare in un momento così importante della stagione: a 180 minuti dalla fine del campionato regolare la zona salvezza è a 4 punti, troppi da recuperare a meno di trasformazioni marveliane.
Contro il Bassano domenica sera il Forlì ha attaccato male, difeso malissimo, corso poco anche rispetto agli standard dell’ultimo mese, non certo il migliore per la squadra di Gadda.
Senza difesa
Il triangolo larghissimo Fabbro-Candido-Fabbro (gol dell’1-0) è l’emblema di una serata in cui è mancata, oltre alle gambe, anche la necessaria attenzione. Sulla trequarti l’attaccante ospite scarica a destra e va a posizionarsi dentro l’area passando alle spalle di Capellupo. Il play biancorosso lo vede ma decide di non seguirlo per andare ad aiutare, forse, Sereni. Il suo raddoppio però è talmente lento da non arrivare mai: Capellupo si trova così in una posizione intermedia che non serve e nulla. Candido punta il terzino del Forlì e appena entrato in area, senza ostacoli, restituisce la palla rasoterra al compagno che può calciare a rete indisturbato dall’interno dell’area. Nel frattempo era sbucato anche Capellini, che pur essendo in ritardo continua nella sua corsa in verticale senza nemmeno provare a contrastare Fabbro.
Di male in peggio
E’ molto raro vedere un’azione difensiva nella quale i due centrali sono così enormemente più alti rispetti ai due terzini.
L’errore di posizionamento della retroguardia sul gol dello 0-2 è talmente grande che Adobati si produce in una diagonale difensiva poco convinta, forse addirittura rassegnata. Il gol di Grandolfo è inevitabile e arriva dopo una serie di occasioni da gol, tutte abbastanza simili, sciupate dalla squadra di Bertotto. Difesa male posizionata, centrocampo molle e distratto, attacco impalpabile. E’ stata una delle tre-quattro partite peggiori della stagione biancorossa.
Rimedi
Gadda dalla tribuna (e non solo lui) si è accorto in fretta che qualcosa non stava andando secondo i piani. La sostituzione di Spinosa a 4 minuti dalla fine del primo tempo è stata un segnale piuttosto forte, ma non è servita. Il centrocampista si è seduto in panchina imbufalito lanciando la giubba quasi in campo. Tentoni non ha fatto molto meglio. Nell’intervallo è uscito anche Capellini, davvero giù di corda ultimamente, sostituito da un Tonelli almeno vispo. Il Forlì ha creato qualcosina nel finale ma l’evanescenza degli attaccanti Succi e Bardelloni – il primo conferma di essere lontanissimo parente del grande centravanti ammirato a Padova e Palermo, il secondo sembra cugino del Muflone adorato da Mastrangelo – ha reso inimmaginabile ogni speranza di rimonta. E ora i playout sono quasi certi, mentre l’ultimo posto dell’Ancona rischia di tornare un incubo plausibile.
Cammmmaroto
L’assenza dell’ex centrale dell’Alessandria sta pesando molto nei delicatissimi equilibri trovati in inverno dal Forlì. Gadda considera Vesi un’alternativa mentre Carini e Conson sono una coppia male assortita: entrambi forti di testa ma non rapidi nel breve, entrambi in difficoltà con la palla tra i piedi, nessuno dei due in grado di guidare il reparto. Forse Cammaroto tornerà in caso di playout ma non è certo: il suo recupero diventa essenziale per le speranze del Forlì di restare in Lega Pro.