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Fino al 5 dicembre del 2010 Forlì e Teramo erano avversarie sul campo, di rado e senza astio. Sul sintetico del capoluogo abruzzese però si accese quel giorno, era il girone di andata della serie D, una fiammella che negli anni seguenti avrebbe incendiato gli animi. Tanto che per i tifosi del Forlì quella di domani al Morgagni è molto più di una normale partita di calcio. Ma andiamo con ordine.

5 dicembre 2010

Il lanciatissimo Forlì di Bardi ‘assaggia’ la serie D dopo aver stradominato il campionato di Eccellenza grazie soprattutto alle invenzioni di Enrico Buonocore. Il Poeta però non c’è più e l’acquistone Nicola Chicco, centravanti bello e impossibile (da vedere, giocherà poco e male), fuori per uno dei tanti infortuni. Quel Forlì è molto organizzato, compatto, divertente da tifare perché moltissimi giocatori sono forlivesi (Casadei, Chiadini, Fantini,Vanigli, Balestra, Bergamaschi, Sozzi, Spighi, Mordini, Pezzi) e l’attaccamento alla maglia fa davvero la differenza. A Teramo il match sulla carta è impossibile: i padroni di casa allenati da Cifaldi sono una corazzata (Gambino, Borrelli, chiuderanno secondi alle spalle del Santarcangelo), il Forlì è rimaneggiatissimo tanto che finirà la partita con sei under in campo tra i quali l’aspirante pilota di elicotteri Magrini. Il pubblico poi ‘spinge’: insulti, addirittura sputi. La panchina del Forlì vive novanta minuti assediata dagli imbestialiti tifosi locali, in campo non è diverso: dopo tre minuti Gattari tira giù un dente a Petrascu. Piagnerelli para di tutto, Martini salva sulla linea, pali, traverse. Poi all’improvviso l’attaccante romeno del Forlì porta in vantaggio gli ospiti con un sinistro beffardo. Il pareggio del Teramo sembra il preludio alla vittoria dei biancorossi di casa e invece un minuto dopo Mordini segna una rete fantastica che a tutti i tifosi del Forlì riporta alla mente quella contro del 20 ottobre 2004 contro l’Ancona. Finisce 1-2 ed è una delle 3-4 partite più significative di quel Forlì che, ripartito dalla Promozione, riusciva a superare i propri oggettivi limiti tecnici con passione e speranze.

Ah, fu quella volta che Enrico Fantini, da qualche giorno tesserato dal San Marino, fu soprannominato U Cammellu.

9 aprile 2011

Contro parecchi pronostici a fine campionato quel Forlì arriva a un pelo dagli spareggi promozione. A quattro giornate dalla fine i biancorossi hanno 58 punti, il Teramo 63: il Forlì deve vincere lo scontro diretto al Morgagni per ma parte malissimo: 0-2 alla mezzora. Prima dell’intervallo però la squadra di Bardi non solo reagisce ma inverte addirittura il piano: 2-2 (Petrascu, Petrascu, non segnava mai) e Teramo in 10 per l’espulsione di Gabrieli. Il più è fatto. Quasi. A metà ripresa Chicco trova il modo di farsi ricordare in Romagna, rifilando una gomitata a gioco fermo. Rosso diretto su indicazione del guardalinee e parità numerica. Il Forlì ci prova lo stesso e al 93′ ha l’occasione per cambiare il proprio destino: cross dalla destra di Mirco Spighi, sul secondo palo sbuca solissimo capitan Sozzi. Ma l’incornata non è mai stata la sua specialità, la prende dal basso verso l’alto, centrale, il portiere del Teramo riesce a deviare in angolo. No vittoria, no playoff.

14 maggio 2012

A conclusione del trionfale anno seguente, quello della vittoria del campionato di serie D a Scandicci, Forlì e Teramo si affrontano al Morgagni nella poule scudetto. In palio non c’è praticamente nulla ma quel Forlì è probabilmente il più felice degli ultimi decenni: società sana, gioco spettacolare, vittoria del campionato con un girone di ritorno pazzesco. Al Morgagni mancano Mazzoli e Petrascu, in attacco Melandri e Belluzzi sono supportati da un Evangelisti in spolvero. Il Forlì va in vantaggio, viene raggiunto e superato, pareggia, colpisce due traverse e a sei minuti dalla fine si arrende al rigore di Arcamone. Spettacolo a cuor leggero: quante altre volte è capitato al Morgagni?

13 settembre 2014

Alla terza giornata, reduce da una vittoria all’esordio con la Reggiana e dalla netta sconfitta di Piacenza, il Forlì ospita un Teramo costruito in modo curioso: la squadra è tutto sommato abbordabile, con molti giovani, solo che in attacco ci sono Donnarumma e Lapadula. Sì, quel Lapadula due anni fa giocava in Lega Pro contro il Forlì. E in effetti era abbastanza fuori categoria: chiuse la stagione con 21 gol uno dei quali segnato proprio al Morgagni: sinistro comodo dentro l’area con marcatura disincantata di Guidi. Il Forlì retrocesse. Alfredo Donnarumma, che oggi gioca in serie B a Salerno, non è parente col Gigio del Milan.

Estate 2015

Il presidente del Teramo Luciano Campitelli viene beccato con le mani nella marmellata: ha comprato la partita di Savona contro il Savona, gara chiave per la promozione in serie B degli abruzzesi (qui le intercettazioni). L’illecito sportivo costerebbe in teoria la retrocessione diretta, solo che grazie (anche) a quella combine il Teramo ha acquisito il diritto a partecipare alla serie B. Quindi la giustizia sportiva decide curiosamente di togliere la promozione ma non retrocede in D la società di Campitelli. Il Forlì, che aveva già festeggiato la salvezza in piazza Saffi, vede clamorosamente svanire le proprie illusioni di salvezza al termine – va detto – di una delle stagioni più disastrose della proprie storia. Ma la rabbia dei tifosi si concentra sul Teramo.

Al Morgagni per la prima volta da quell’estate bollente le due società si troveranno di fronte. E nonostante l’orario (18,30) il match, non solo in campo, sarà caldissimo.