La quinta sconfitta del Forlì al Morgagni è maturata dentro ad una sfida condizionata in modo fin troppo evidente dal gol regalato al primo minuto, che ha costretto la squadra di Gadda ad inseguire per tutto il resto della partita. Non che l’accumulo di situazioni negative, errori macroscopici o semplice sfiga sia una notizia incoraggiante: è sempre meglio avere la benevolenza di Eupalla dalla propria parte, e negli ultimi due mesi il Forlì – diciamocelo – era andato a braccetto con la dea che governa a piacimento le sorti del pallone.
Forlì-Padova, la fagiolata
Contro il Sudtirol dell’ex Gliozzi, fischiatissimo ma chiaramente capace di interpretare con qualità e forza il ruolo di attaccante moderno, la squadra di Gadda ha giocato una partita che Boban, se non fosse assurto a consigliere speciale del presidente Fifa Infantino e seguisse la Lega Pro, definirebbe “credibile”. Il Forlì ha perso 1-3 in casa, certo, ma se la è giocata contro una diretta concorrente con le armi a propria disposizione, allargando il campo e alzando il ritmo, forzando qualche giocata, cambiando sistema e interpreti fin dall’ora di gioco. E’ rimasto in partita sullo 0-2, ha dimezzato lo svantaggio e ha avuto l’enorme occasione di pareggiare il conto già prima del tè: quel rigore calciato a lato da Bardelloni col portiere già a terra ha pesato almeno quanto l’errore di Turrin.
Non è andata bene ma non è stato neppure un dramma: perdere partite così per una squadra in zona salvezza è accettabile.
Quello che deve far suonare un campanellino di allarme semmai è lo spessore della partita giocata al Morgagni, che è stato diverso – nel ritmo, negli scontri, nell’attenzione – rispetto al girone di andata: con la chiusura del mercato di riparazione è cominciato ufficialmente un altro campionato. Un campionato nel quale ogni errore si paga caro, vedi la palla persa nei minuti finali che ha portato al 3-1, ed è faticosissimo da rimediare. E il Forlì oggi di errori ne ha commessi parecchi, troppi per pensare di tenerla in piedi. Questo significa che alla squadra di Gadda, per restare fuori dalla zona playout, è richiesto un ulteriore salto di qualità. Non è detto che lo faccia (soprattutto nel breve) ma non è neppure escluso: potrebbero avere un peso anche gli acquisti di gennaio.
Capitolo acquisti di gennaio
Martina Rini continua ad essere una speranza fondata più sulla fede che su dati oggettivi. L’ex Brescia, fermo da tre anni prima di firmare col Forlì, ha giocato 15 minuti appena (perdendo tra l’altro il pallone del 5-0 a Pordenone) e non ha mandato segnali particolarmente incoraggianti tanto che dopo quegli assaggi nelle ultime tre partite è sparito dal radar di Gadda. Qualcosina meglio il difensore centrale Carini (37 minuti in due spezzoni), ma l’impressione è che le gerarchie dietro restino immutate: i centrali titolari nella difesa a quattro sono Cammaroto e Conson. L’unico salto di qualità possibile resta probabilmente quello che può portare Davide Succi, ma se le aspettative intorno all’ex Cesena erano altissime, la partita contro il Sudtirol ha scemato più di un entusiasmo. Succi ha difeso qualche pallone, ne ha persi una manciata con appoggi troppo precipitosi o letti male dai compagni, ha avuto una sola grande occasione a inizio ripresa con un colpo di testa deviato a lato dal portiere Marcone. Punto. L’intesa con Bardelloni, ma più in generale con la squadra e forse anche con la categoria, sembra là a venire. Idem la mobilità. Di positivo c’è che agli attaccanti in realtà basta poco, di solito un gol, per trovare improvvisamente connessioni fino a un minuto prima impensabili.
Oltretutto l’impiego di Succi in vece di Ponsat ha costretto Gadda a modificare l’assetto del centrocampo, inserendo sul centrosinistra l’under Tentoni che ha occupato un ruolo non suo levando dallo scacchiere Spinosa, pedina chiave per gli automatismi biancorossi in una mediana che sull’asse Capellupo-Alimi-Spinosa aveva finalmente trovato l’ideale equilibrio associativo. Tocca a Gadda adesso impastare di nuovo la sua creatura, cercando nuove soluzioni a nuovi problemi. Il tempo non manca ma il Forlì non può neppure restare immobile: ci sono buone probabilità che domani pomeriggio sia di nuovo in zona playout.