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Il Forlì ha pareggiato 1-1 nell’ultima stagionale al Morgagni e dovrà vincere a Fano domenica prossima per mantenere la Lega Pro. La vittoria dei marchigiani o un risultato di pareggio condanneranno i biancorossi alla retrocessione, stavolta con scarsissime possibilità di tornare tra i pro attraverso ripescaggio o riammissione: le società che negli ultimi cinque anni hanno goduto del beneficio entreranno in gioco solo quando saranno esaurite tutte le altre possibilità. Non è impossibile, è successo l’estate scorsa all’Albinoleffe, ma sarà molto difficile. Senza contare che un’altra tangente di 250mila euro risulterebbe davvero complicata da versare per una società che, a quanto si dice, rischierebbe nei prossimi mesi di perdere qualche pezzo tra i soci (7) del consiglio di amministrazione. L’unica strada possibile resta quindi il campo. E in campo il Forlì ha mandato ieri segnali di vita molto incoraggianti.


Isnik in Love

In uno stadio che nonostante l’importanza dell’appuntamento non ha cambiato abitudini – 1.300 presenze, quasi la metà da Fano – il Forlì ha giocato la miglior partita possibile andando molto oltre le previsioni e sfiorando fino all’ultimo minuto una vittoria che sarebbe stata ampiamente giustificata. Se nell’ultimo mese e mezzo la squadra di Gadda aveva mostrato preoccupanti segnali di appannamento, contro il Fano è tornata brillante, vivace, aggressiva e propositiva. Hanno aiutato le scelte di Gadda che a sorpresa ha lasciato in panchina i due centravanti Bardelloni e Succi proponendo una squadra giovane, leggera e imprevedibile. Complice il primo vero caldo stagionale, Tentoni e compagni hanno fatto a fette i macchinosi avversari ai quali sono mancati punti di riferimento e distanze. Dopo un primo tempo equilibrato – gerrardesco gol di Isnik Alimi su assist di Tentoni, pareggio di Gualdi – il Forlì ha preso il pallino del gioco forzando il ritmo e mettendo completamente alle corde la squadra di Cuttone. Solo le parate di Menegatti e l’imprecisione degli attaccanti biancorossi hanno impedito al Forlì di conquistare un successo che sarebbe stato preziosissimo in vista del ritorno. Una partita, quella che si giocherà a Fano tra 6 giorni, complicatissima per entrambe.

Ponsat non scucchiaia

Avreste meritato di vincere

Lo ha detto Menegatti (il diesse, non il portiere) a Gadda a fine partita.

L’allenatore del Forlì era molto arrabbiato per il risultato ma anche consapevole di quanto la partita fosse andata esattamente come aveva previsto: la difesa a tre ha retto benissimo il confronto con l’impianto offensivo del Fano, gli esterni offensivi (senza Adobati infortunato è rimasto in panchina anche Sereni) hanno pensato quasi esclusivamente alla fase d’attacco, puntato sempre l’uomo e messo in mezzo almeno 5-6 palloni pericolosissimi. Ci sono tutte le premesse per fare il colpo a Fano: nelle tre partite giocate in questa stagione il Forlì si è sempre dimostrato superiore, nel gioco, agli avversari. Chiaro che per vincere là, in uno stadio che differentemente dal Morgagni sarà bollente, servirà anche un pizzico di fortuna.

E la testa libera

“I ragazzi non si devono preoccupare del pareggio, questa partita deve solo dare consapevolezza. Andremo in casa del Fano con lo stadio pieno, un solo risultato su tre. È vero che sembra tutto contro, però lo dobbiamo fare diventare una cosa positiva. Andare lì con la testa libera e poi vedremo”.

Le parole di Gadda a fine partita tradiscono la fiducia dell’allenatore. La gara di andata ha dimostrato – e non era scontato, anzi – che il Forlì può giocarsela almeno alla pari con il Fano di Melandri, Germinale e compagnia. Da 180 il confronto passa ora a 90 minuti: se in due gare i valori tecnici potevano avere una evidenza (e il Fano è più forte, sulla carta), in un match secco la decideranno episodi, freschezza, voglia. Un’ora e mezza che varrà l’intera stagione e probabilmente anche il futuro delle due società. La palla però è passata tra i piedi del Fano, che avrà tutta la responsabilità del pronostico dalla propria parte. Non è detto che la squadra vista ieri al Morgagni abbia la forza – tecnica e mentale – di sopportarlo.

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