Sudtirol-Forlì era una partita molto importante soprattutto per gli ospiti, che dopo aver rimpianto i due punti lasciati per strada con l’Albinoleffe volevano capire se in questa Lega Pro ci stanno davvero così come sono o se invece servono inevitabilmente rinforzi per giocarsi almeno alla pari la lotta salvezza. Complici gli infortuni – già fuori Sereni e Spinosa, a partita in corso hanno alzato bandiera bianca anche Cammaroto, Adobati e Ponsat – però la squadra di Gadda ha dovuto raccogliersi quasi esclusivamente in difesa, con l’obiettivo minimo, ma pur sempre importante, di dare continuità ai risultati, crescere in fiducia e muovere la classifica. Risultato raggiunto con parecchie difficoltà (15 tiri a 5, 11 angoli a 2, prodezze di Turrin nel finale), ci sono conclusioni da trarre dopo cinque giornate di campionato?
Intanto la classifica dice che il Forlì ha 2 punti come Teramo e Ancona. Con una sola retrocessione diretta non c’è nessuna urgenza, nessun treno che scappa: si può ragionare con calma sugli eventuali rinforzi. Se i soci decidessero davvero di mettere subito mano al portafogli (considerando che a gennaio i giocatori costano la metà) il reparto che ha meno bisogno di innesti immediati è probabilmente l’attacco. Bardelloni è un buon giocatore, Ponsat da seconda punta, più vicino alla porta e al compagno di reparto col quale funziona bene l’associazione, è più sicuro e pericoloso. Capellini resta un trequartista pericolosissimo e manca ancora all’appello Parigi, che dei tre attaccanti sembra quello potenzialmente più forte. In definitiva i 3 gol realizzati in 5 gare sono pochi ma neanche pochissimi: ben tre formazioni (Ancona, Modena e Maceratese) ne hanno segnato uno in meno.
I problemi del Forlì sono piuttosto in difesa, reparto che oppone una resistenza sufficiente agli avversari soprattutto grazie all’esperienza di Conson e Cammaroto (293 presenze tra i pro in due) ma ha difficoltà enormi nella costruzione del gioco. A poco è servito in questo senso l’inserimento di Vesi, con passaggio alla difesa a tre: il cesenate ha ottime capacità atletiche ma condivide con i due compagni di reparto l’impaccio col pallone tra i piedi. Per questo la manovra della squadra di Gadda risulta lenta e prevedibile fin dalle sue origini: i palloni arrivano agli esterni con un un paio di tempi di gioco in ritardo, con gli spazi già occupati anziché sulla corsa, e le punte già fuori sincro. Una soluzione potrebbe essere l’adattamento di Capellupo nel ruolo di pivote tra i due centrali, almeno nella fase di partenza dal basso della manovra. Anche i terzini, in particolare i giovani Franchetti e Baschirotto, hanno mostrato fin qui lacune notevoli per la Lega Pro. Aspettando Sereni, anche Adobati non riesce in Lega Pro ad imporre la sua straordinaria fisicità come faceva in serie D. In più è stato espulso dalla panchina. Ecco, se il Forlì volesse rinforzarsi un difensore centrale macino con almeno uno dei due piedi educato sarebbe l’ideale.
Anche a centrocampo la squadra biancorossa potrebbe migliorare di molto sia in fase di palleggio che strutturale. Il ritorno all’agonismo di Piccoli – il migliore tra i giovani, si dice – e quello di Tentoni aumenteranno corsa e soluzioni a disposizione di Gadda, l’impressione però è che alla squadra di Gadda manchino soprattutto forza e centimetri. Uno dei nomi che circola in questi giorni è quello di Francesco Torelli: forlivese 21enne svincolato dal Rimini in seguito ad un infortunio, potrebbe essere un profilo che manca alla mediana biancorossa. Non garantirebbe chissà quale salto di qualità ma senso di appartenenza, muscoli e tempi di inserimento sì. Meno utili appaiono Riccardo Musetti, attaccante ex Parma, 33 anni e 7 gol in D l’anno scorso, e il portiere romeno 26enne Catalin Samoila.
Aspettando la Sambenedettese sabato prossimo il Forlì può mantenere calma e fiducia. Il campionato è lungo e Gadda ha la squadra in mano. I margini di crescita sono enormi.