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Il presidente del Forlì Stefano Fabbri è intervenuto venerdì a margine della conferenza stampa pre partita di mister Gadda. Fabbri voleva puntualizzare alcuni aspetti del bilancio 2015-16 del Forlì pubblicato qui su Piazzale della Vittoria e anche sul Carlino. Torniamo più avanti sui numerosi (sono sei) “perché” pronunciati con una fino a ieri sconosciuta vena drammatica dal presidente, e tralasceremo invece con crescente sconforto i consigli su come fare giornalismo, non avendo mai avuto noi la pretesa di insegnare a Fabbri come pavimentare un padel.

Nel merito Fabbri ha spiegato ai giornalisti presenti che (testuale) “Il mutuo di 824mila euro contratto su Cariromagna per lavori strutturali è sì a nome Forlì calcio, ma esiste un atto notarile presso il notaio Maltoni dove è scritto che l’80% di quel mutuo è a carico del Comune di Forlì”.

Questa se permettete è una notiziona, ed è ciò a cui alcuni lettori/tifosi, pochi ma evidentemente imbeccati con notevole vicinanza d’affetti, alludevano in questi giorni nei commenti in calce all’articolo sul bilancio. Perché giornali, siti internet, tv locali e pure il consiglio comunale di Forlì – interrogazione urgente di Paola Casara a fine ottobre 2015 – nell’ultimo anno e mezzo hanno scritto tutti nessuno escluso che i lavori al ‘Morgagni’ (1.830.000 euro complessivi) sarebbero stati pagati per 980mila euro dal Forlì e per 850 dal Comune.

Invece scopriamo oggi, grazie a Fabbri, che il Comune versa in 15 anni al Forlì le seguenti cifre:

40.000 euro annui X 15 anni per la gestione dell’impianto;

72.610 euro annui X 15 anni per interventi di manutenzione straordinaria e di valorizzazione dell’impianto

TOTALE 600.000 + 1.089.150 = 1.689.150.

Buono a sapersi soprattutto per i cittadini forlivesi, cui nel’aprile 2015 e poi nell’anno e mezzo seguente la faccenda era stata spiegata diversa. No?

Forlì Today la spiegava così, qui tutto l’articolo

RomagnaNoi la spiegava così, qui tutto l’articolo

L’allora blog del Forlì calcio, che curavo io, la spiegava così

Non avevamo capito un’acca, tutti. Di fatto il bilancio del Forlì continua ad avere un debito di due milioni di euro, ma apprendiamo con piacere che è quasi interamente sgravato dalle 30 rate che la società di viale deve corrispondere a Cariromagna.

E veniamo ai perché di Fabbri. Cui rispiego volentieri, a lui e agli amici che commentano su Piazzale della Vittoria citandone testualmente i passaggi prima ancora che lui stesso li pronunci, con notevolissima capacità predittiva, perché è nato questo sito e quali obiettivi si è dato. Qui su Piazzale della Vittoria facciamo informazione, non siamo il giornalino del Forlì o di qualsivoglia società sportiva forlivese. Fa un certo effetto scrivere queste cose dopo che gli amici di Forlibasket (me li immagino a sganasciarsi) queste cose le hanno ripetute allo sfinimento fino a qualche mese fa, quando raccontavano che la società di pallacanestro stava andando a ramengo e venivano accusati di essere loro la causa dei mali. Ma evidentemente non c’è niente da fare: il tarlo, basket o calcio che sia, a Forlì è quello. Amen.

Qui, continuo per l’ultima volta, cerchiamo di fare informazione approfondendola più possibile. E per quel che decidiamo noi il bilancio del Forlì, così come quello di tutte le società professionistiche di pallone, analizzate in lungo e in largo sui mezzi di informazione di tutta Italia, è interessante oltre che pubblico. Così come pubblico sarà quello di Pallacanestro 2.015 quando la più importante società di basket cittadina, rimodellata a marzo, avrà compiuto almeno un anno di attività. Analizzeremo anche quello, stia sereno il presidente del Forlì. E se, come dice, non vuole “tacitare la stampa o mettere il bavaglio” (in che modo poi dovrebbe spiegarlo, cortesemente), rispondiamo, di nuovo – e francamente ci siamo anche rotti le palle, pardon per il francesismo – anche al “perché proprio adesso”. Non è difficile, Fabbri: perché il Forlì aveva 120 giorni per pubblicarlo dal 30 giugno e alla Camera di Commercio non lo ha depositato prima della scadenza. Non potevamo averlo, prima.

Ultimo appunto e poi la chiudiamo per sempre (anzi no, la prossima settimana altri capitoli, che dite?). Se il bilancio del Forlì 2015-16 fosse felice come Fabbri lo ha dipinto in conferenza (“Cosa volete che siano due milioni di euro?“, cit.) non si capisce dove starebbe il problema circa la sua pubblicazione. Non si capiscono i problemi sulla pubblicazione del rating del Forlì (ragazzi tranquilli, non avete nessun agente segreto alle calcagna: si calcola qui e continua ad essere tra C e D).

Al netto delle chiacchiere la società biancorossa continua ad avere due milioni di euro di debiti certificati dai Revisori dei conti e depositati presso la Camera di Commercio di Forlì, con un valore della produzione poco sopra al milione. Siamo felici e sollevati nell’aver scoperto che il Comune si è impegnato a pagare l’80% del mutuo di 824mila euro. Ma la febbre, vogliamo chiamarla così?, c’è lo stesso. E se io sospetto che mio figlio abbia la febbre, scusatemi ma gliela misuro. E se ce l’ha non dò la colpa al termometro ma cerco delle medicine.

Sarò abituato male io.