Ti sarà inviata una password tramite email.

Al Morgagni continua a suonare come una maledetta cantilena lo spot di Sportube, perché il Forlì non riesce proprio a goderselo il ritorno in Lega Pro. Superato il primo terzo di stagione la squadra di Gadda non ha ancora vinto una partita (13 + le 2 di coppa fanno 15) e già da un mesetto ha in mano il cerino dell’onta nazionale: è l’unica squadra professionistica italiana a vittorie zero quando la seconda metà di novembre è alle porte.

Un autunno pesantissimo nei risultati – ultimo posto in ghiaccio a -4 dal gruppetto e peggior difesa del girone – ma vissuto con stoica rassegnazione e perfino sciamanico distacco da società e ambiente: difficile immaginare un’altra piazza nella quale sotto 1-2 al 93′ di una partita che doveva essere un ferocissimo dentro o fuori, senza aver praticamente tirato in porta nel secondo tempo, dagli spalti non sarebbe volato un piccolo fischio, un coretto polemico, un minimissimo segnale di insofferenza. Niente. I tifosi del Forlì sono una razza in via di estinzione, pazienti e congelati, legati al senso di appartenenza in un modo che ormai trascende perfino il campo da gioco. L’idea di restare aggrappati a metà novembre ad una flebilissima e al momento assai lontana speranza di arrivare penultimi in terza serie è già sufficiente per convincerli a trascorrere due ore di patimenti al sabato pomeriggio, magari silenziosi, comunque presenti. L’unico applauso possibile il 13 novembre cioè oggi va a loro.

Quella contro il Modena è stata una partita già vista altre volte nella stagione in corso. Forlì volenteroso, impacciato e fragile, avversari avviluppati nelle loro storie e per larghi tratti ugualmente incapaci di un qualsivoglia acuto riconducibile a ingegno o abilità. Per cui si gioca all’errore dell’avversario e il primo lo commette il Forlì, che su un punizione laterale non marca Bajner (il numero 14, se lo dimentica Sereni dopo una lunga questione coi compagni) il quale è liberissimo in area piccola di servire il compagno a porta vuota. Ma i modenesi hanno tanti problemi e prendono un contropiede dal Forlì nel quale Tentoni viene toccato in area: rigore dubbio ma possibile e Bardelloni fa 1-1. Nel secondo tempo gli ospiti controllano il gioco e passano sugli sviluppi di un corner. Il Forlì barcolla ma almeno non sbraga e all’ultimo secondo Ponsat approfitta di una respinta impacciata del portiere Manfredini per farsi abbattere: rigore, 2-2 ed esultanza finanche eccessiva del 9 biancorosso.

Uno dei migliori insieme al Capellini del primo tempo e allo stesso Sereni

Alla fine Gadda dice che “la loro rosa ha più di 600 presenze in serie B, noi ne abbiamo 20” ed è difficile dargli torto o argomentare qualcosa per continuare almeno a ragionarci su. Però il suo Forlì adesso gioca anche male e su questo – non migliorare l’estetica ma proprio la capacità della squadra di far male agli avversari – qualcosa di migliore dal mister è lecito aspettarselo. Chiaro che non è facile trovare fiducia nella testa e nelle giocate, con una classifica così.

davanti Bassano, Venezia e Parma. Voci danno Melandri verso Gubbio

Le notizie negative fanno una lista lunga dalla biglietteria fino a Castiglione (sì, l’incubo dei tifosi è quello: tornare a Castiglione), quelle positive sono tre: Capellini ha mandato segnali di vita; il Forlì ha guadagnato un punto sul Mantova penultimo (4); sabato prossimo alle 16,30 il Forlì ospiterà proprio il Mantova penultimo. Senza eccessivi entusiasmi, si capisce, ma l’idea è che quello sia l’ultimo ma proprio l’ultimo turning point di una stagione che finora di bello ha davvero poco.