Forlì-Santarcangelo era una partita a rischio per i padroni di casa. Il Forlì è arrivato alla partita con i cugini teoricamente poveri (e di sicuro invidiati per le classifiche degli ultimi anni) con un’inquietudine di fondo che poteva anche ruzzolare nello psicodramma, se le cose sul campo fossero precipitate. L’ultimo posto in classifica ormai consolidato, le arcinote e solo esternamente macchiettistiche vicende societarie della settimana, i tifosi inclinati ogni settimana di più sul piano della sfiducia. Ancora una volta però il Forlì di Gadda – che è entrato tra gli applausi ed è uscito coi tifosi che lo chiamavano per un saluto – si è dimostrato soprattutto un grandissimo incassatore: ha giocato una partita accorta e prudente, è stato in campo con serietà, ha giocato un’ora in dieci per l’espulsione di Cammaroto senza scomporsi troppo. Nel secondo tempo il Forlì ha sofferto moltissimo la superiore qualità tecnica, l’organizzazione, la velocità nel cambio di gioco e in generale la spinta sulle fasce del Santarcangelo. Però accettando i propri limiti e lavorando per nasconderli. Alla fine il quarto pareggio è un brodino, dice bene Marco, che però tiene il Forlì abbastanza vicino al gruppo (il Mantova penultimo è a +2, 6 a 4) da continuare a correre. E fino a quando la squadra terrà dentro di sé questa speranza di fare un’impresa, l’impresa sarà possibile.
Tentoni, tra i migliori
Nel primo tempo la partita non è decollata soprattutto per colpa degli ospiti che non sono riusciti a mettere velocità nell’azione e hanno sbagliato molto sulla trequarti, costruendo il salvataggio sulla riga di Turrin (molte proteste, non si capisce neppure da Sportube se fosse dentro) e i due gialli a Cammaroto. Indiscutibile il primo in ritardo sullo scatenato Cesaretti, è sembrato piuttosto netto anche il secondo: al 35′ e dopo solo sei minuti dalla prima sanzione l’esperto difensore biancorosso ha commesso un’ingenuità davvero grave in una zona di campo pericolosa zero.
In dieci Gadda ha tolto un Parigi in grande difficoltà – il ragazzo non sta sfruttando il minutaggio dell’ultimo periodo, anzi continua nella sua preoccupante parabola involutiva. Comincia a prendersi anche dei ‘Toglilo’ dalla tribuna – accoppiando Vesi a Conson. Il binomio è sembrato funzionare e se Spinosa avesse spostato di trenta centimetri il mirino al 52′, liberato al vertice dell’area piccola da Bardelloni, forse i primi tre punti della stagione biancorossa sarebbero arrivati davvero. Ma. Palla fuori, felinata di Turrin un minuto dopo e spettacolare pareggio di Cori al 76′. Il gol dell’attaccante viterbese del Cesena è il più bello visto al Morgagni quest’anno.
Kaboom
Lancio dalla trequarti sinistra di Sirignano, stop con la spalla che manda a vuoto Conson, rotazione di 180 gradi e prima che la sfera tocchi terra destro violentissimo dal limite dell’area sul secondo palo, incrociato e pulitissimo. Coordinazione, forza e tecnica stupefacenti a questi livelli dai tempi in effetti non lontanissimi di Nocciolini.
ops
Dopo il pareggio il Forlì ha temuto di perderla perché gli ospiti hanno attaccato con intelligenza e ottima lettura delle situazioni, allargando il campo e sfruttando l’uomo in più soprattutto sulla corsia di destra, grazie anche alla vivacità di Ungaro che a fine primo tempo ha sostituito lo scolastico Carlini (gran cognome). Dopo un primo tempo pigro il Santarcangelo ha mostrato le proprie qualità e in fondo lo stesso ha fatto il Forlì, che ne ha meno e si è aggrappato alla voglia di restare vivo. C’è differenza tra le due squadre? Sì. La classifica conferma. Ora però il calendario dà ai biancorossi – sapere come stanno Tonelli e Ponsat aiuterebbe: toc toc – la possibilità di giocare con tante squadre più alla portata: FANO, Modena, Mantova, MACERATESE, Teramo. Cinque partite in un mese di cui tre in casa e nelle quali il Forlì attraverserà l’imbuto. Ci arriva ancora vivo: dal fondo del pozzo la squadra di Gadda continua, ostinatamente, a voler vedere uno spicchio di luna.