9 agosto 2015, a Castiglione il Forlì gioca un’amichevole surreale contro la Ribelle. La società guidata da Stefano Fabbri è nel pieno del caos seguito al calcioscommesse ed è abbastanza sicura di essere ripescata in Lega Pro per i guai di Teramo e Savona. A tranquillizzare soci e dirigenti biancorossi provvede con toni a dir poco ottimistici il padrone di casa Alberto Mambelli, vice presidente vicario della Lnd e consigliere federale. Tra cinque alti, “Grande Mambo!” e pacche sulle spalle l’aria quel pomeriggio a Castiglione è pregna di elettricità positiva: quella stessa sera è attesa infatti la decisione della corte federale d’appello. Poche ore dopo, mentre a Castrocaro va in scena il Festival Voci Nuove, il Forlì capirà di essere stato beffato. Ancora una volta, probabilmente, il dirigente romagnolo più in vista nel melmoso panorama nazionale aveva giocato su più tavoli.
Carlino (qui l’articolo a firma Maurizio Burnacci) e Corriere (Gavino Cau) hanno pubblicato oggi la notizia che Mambelli è indagato con l’ex direttore delle Agenzia delle Entrate di Forlì-Cesena Angelo Gasbarro per “traffico in infuenze illecite”.
Secondo gli investigatori della procura Mambelli avrebbe fornito al dirigente del Fisco tre tessere per entrare in qualunque stadio d’Italia, ottenendo in cambio una “mediazione illecita” riguardo una società, la Tourist Sports Service, di cui Mambelli è socio al 50% e che si occupa di organizzare convegni, cerimonie e assemblee. Per l’accusa (le indagini sono guidate dal capo della procura Sergio Sottani e dal pm Lucia Spirito) Gasbarro sarebbe intervenuto personalmente col Fisco di Ravenna per “rideterminare il reddito dell’impresa, ridotto da 132mila a 75mila euro. Conseguentemente anche il reddito di Mambelli si sarebbe ridotto da 66 a 37mila euro”. In questo modo il dirigente romagnolo avrebbe ottenuto un evidente “vantaggio patrimoniale”.
Mambelli è difeso dall’avvocato Vincenzo Andreucci, Gasbarro da Nicola Mazzacuva e Roberto Roccari, L’indagine è più ampia e riguarda anche il cesenate Gianluca Salcini, 48 anni, difeso dall’avvocato Giorgio Perroni. Salcini è accusato di corruzione in concorso. Gasbarro di corruzione, peculato, rivelazione e utilizzo di segreti d’ufficio e traffico di influenze illecite.
La vita di Alberto Mambelli è raccontata a pagina 2 del Carlino con dovizia di particolari dal giornalista Roberto Romin. Nato a Ravenna il 21 febbraio del ’53, “è stato per oltre vent’anni il dirigente romagnolo più in vista del panorama nazionale. Invidiato, coccolato, tirato per la giacchetta, ma anche criticato e facile bersaglio degli avversari”. La scalata da Castiglione direzione Roma cominciò coi Mondiali ’90. E’ nota la sua amicizia di vecchia data con l’attuale presidente della Figc Carlo Tavecchio, di cui è stato braccio destro alla Lega Nazionale Dilettanti. Romin scrive che Mambelli “avrebbe ambito a diventare il numero uno” della Lnd, ma una volta perse le elezioni non si è disimpegnato, anzi: “Pur con ruoli marginali (come quello di vicepresidente di area) ha continuato a rimanere in sella. (…) Consigliere uscente, non verrà rieletto e il prossimo mese uscirà definitivamente dal giro azzurro, ma nel frattempo il presidente Tavecchio gli ha assegnato il ruolo di capo delegazione della nazionale di beach soccer”.
Nel sito della Lnd viene ricordato, oltre alla laurea in Architettura, anche un passato di Mambelli come calciatore dilettante in quarta serie con le maglie di Ribelle, Forlimpopoli e Forlì. Di suoi trascorsi in biancorosso però non v’è traccia negli almanacchi.