Classe 1996, un passato remoto da centravanti professionista e uno più recente da direttore sportivo del Forlì, nell’anno in cui successe di tutto e finì, la sua avventura biancorossa, in un modo a dir poco rocambolesco. Quest’anno Massimiliano Menegatti è il Ds del Fano, avversario domenica prossima del Forlì nello spareggio playout: una sola resterà tra i pro.
Anche voi come il Lumezzane speravate di incontrare il Forlì?
No, speravamo di non fare i playout. Dico la verità: tolto
il Teramo, quelle che fanno i playout erano quelle che ci si aspettava. Oltretutto a gennaio a -4 dalla penultima avremmo firmato tutti per fare i playout,
chiunque avessimo incontrato andava bene. Adesso ci siamo e si può recriminare per il punto perso, per il rigore… Ma è così per tutte. Il
percorso se è quello. Noi per come si era messa già farli è una mezza vittoria:
a -4 con il rigore per l’Ancona, che se lo fanno rischiamo di perdere… Quella sera avevamo davvero un piede
in D.
Poi è vero che l’Ancona ha sbagliato il rigore e quella partita l’avete vinta, ma è anche vero che vi siete rinforzati parecchio sul mercato: Germinale, Melandri, Fioretti, Filippini…
Un attimo, su questo vorrei dire una cosa. E’ vero che abbiamo inserito quattro giocatori tutti davanti e ognuno deve guardare in casa
sua. Però anche il Forlì si è mosso, mettendo un giocatore per ogni reparto. Alla fine si sono rinforzati
tutti compreso il Forlì: noi abbiamo scelto tutte punte, loro un portiere, un difensore, un centrocampista e una punta. Quattro pezzi noi, quattro loro.
Chi ha scelto i giocatori? Risposta a: il presidente. Risposta b: il direttore sportivo. Risposta c: l’allenatore insieme al direttore sportivo con l’avallo del presidente.
I giocatori li sceglie il Ds. Di solito succede così: in
accordo col mister in base alle esigenze che ci sono. Il presidente dà l’ok dal punto di vista economico. Io avuto la fortuna di fare sempre così, mi auguro succeda
sempre così.
Chi gioca davanti domenica?
Il Ds dice la sua, ma è giusto
che sia l’allenatore a fare la formazione. Abbiamo cinque attaccanti contando anche
Masini che riprende questa settimana. Deciderà Cuttone.
A proposito di Cuttone. E’ un allenatore certamente preparato a partite così.
Mi tocco ma si è sempre salvato senza i playout. Ha fatto due
volte i playoff con Gualdo e Catanzaro. Poi certo, è un allenatore che conosce questa
categoria ed è abituato alle salvezze. Così come anche Gadda.
Avrete il vantaggio del doppio risultato e del ritorno in casa.
Fa piacere
ma vale poco. Queste sono partite che vivono di
pathos, di momenti, di episodi, di fortuna. I vantaggi sono annullati, avremo il 50 e 50 di salvarci.
Ha visto Forlì-Ancona?
Non fa testo per i playout. E’ stata particolare, una sorta di Roma-Lecce quando vinse il Lecce.
Non sarà quel Forlì lì: sarà aggressivo, forte, determinato. In casa abbiamo fatto un tiro in porta e il Forlì ci ha messo in difficoltà, a Forlì dovevamo perdere noi una partita che giocammo in modo ignobile, loro presero due pali e finì 0-0. Non lo dico per mettere le mani avanti: fra tutte quelle che ho visto quest’anno dove abbiamo fatto un punto non meritandolo è stato a Forlì: ci hanno ammazzato, non l’abbiamo mai presa. E’ un dato di fatto.
Un giorno tonerà a lavorare con Gadda?
Spero che ormai la gente si sia stufata di ripetere che se non ho Gadda non riesco a lavorare. In questi anni ho avuto Cusatis, D’Angelo, Cuttone: mi sono
trovato bene anche con gli altri. Con Cuttone quest’anno abbiamo fatto una rimonta fantastica. Magari un
domani torneremo a lavorare insieme a Massimo ma quest’anno da gennaio eravamo in D e adesso
abbiamo una grande chance. Vediamo chi se la merita.
Quanti tifosi verranno da Fano?
Minimo minimo 5-600 persone. Il nostro pubblico è sempre stato
vicino alla squadra, se facciamo i playout li facciamo per tre motivi: la squadra e
staff non hanno mai mollato, la società non ha mai
sbarellato e il pubblico ci ha sempre
incitato. Sempre.
A proposito della società.
Il presidente Gabellini e il Dg Peroni sono persone splendide: non hanno perso la testa in quei momenti in cui la puoi perdere.
A Forlì le capitò qualcosa di veramente irripetibile da questo punto di vista.
Non dico niente. Ormai l’acqua passata non macina più. Purtroppo Forlì e Fano si sono incrociate così. Ci tengo a precisarlo che non c’è nessuna rivalsa in me, nessuna.
Però se lo sentiva.
Appena firmai col Fano lo dissi a Gadda: “Vedrai come va a
finire, che facciamo i playout contro”. Ero scaramantico, però ma man mano che
andavano avanti nel campionato sapevo che si sarebbe infilata così.
E intanto alla faccia di Fano e Forlì società che non pagano gli stipendi come Mantova e Maceratese sono belle che salve.
Non ho nessun problema a dire apertamente che è una vergogna. Noi paghiamo e facciamo i
playout, altre vengono penalizzate nel campionato prossimo. E’ paradossale,
sbagliatissimo. Detto questo aggiungo che non è colpa delle squadre: loro si fanno semplicemente forti di una norma
che esiste. E la cavalcano. Noi a gennaio abbiamo fatto una bella puntura dal punto di vista
economico, e non sappiamo ancora se ci salviamo.