C’è una realtà sportiva nella nostra città che a dispetto dei suoi (quasi) 72 anni rimane ancora poco conosciuta. Il suo presidente è il più longevo d’Italia e proprio per questo motivo qualche anno fa ha ricevuto un riconoscimento. Stiamo parlando di Piero Magnani e del Circolo Schermistico Forlivese.
Magnani è nato e cresciuto in questa società sportiva, nella quale è stato prima atleta, nel corso degli anni ’60, e poi presidente da più di 40 anni. «Eravamo una ventina di atleti e praticavamo tutte e tre le armi, spada, fioretto e sciabola – racconta – Oggi ogni circolo si specializza su una sola, perché c’è stato un enorme progresso tecnico».
Il circolo forlivese si è quindi specializzato nella spada, disciplina nella quale i suoi istruttori sono al massimo livello, ma «le tecniche evolvono così velocemente che se dovessero insegnare a maneggiare le altre armi, dovrebbero andare a scuola loro stessi».
Che la si definisca disciplina “minore” o “di nicchia”, la scherma resta lo sport italiano più vincente alle olimpiadi, con 125 medaglie in totale (ciclismo e atletica seguono a quota 60). Questo risultato è davvero sorprendente se si considera che in Italia ci sono circa 250 circoli schermistici, per un numero totale di atleti che è cinque volte inferiore a quello della Francia e sette volte a quello della Germania. Ancora maggiore, chiaramente, il confronto con gli altri sport. «Dipende tutto dalla qualità dell’insegnamento, che nel nostro Paese è molto alta, anche se è uno sport impegnativo».
Anche il Circolo Schermistico Forlivese ha visto negli ultimi 25 anni un aumento della qualità dell’insegnamento e delle sue attività, grazie al presidente e al maestro russo Igor Efrosinin, il quale ricopre un ruolo fondamentale, come spiega Magnani: «Igor è il maestro nella tecnica e nell’insegnamento, e gli atleti si riconoscono in lui. Questo sport non è il calcio, dove sono tutti C.T. Nella scherma solo il maestro suggerisce all’atleta, solo lui ne vede i limiti e ne individua gli sbagli. I genitori non dicono niente perché non comprendono cosa succede».
Gli atleti, 80 a Forlì e 20 a Cesena, fin dalla giovane età vengono seguiti con grande attenzione da tre maestri e due preparatori atletici. «Siamo stati i primi a lavorare nella fascia dai 6 agli 11 anni con metodo sistematico e scientifico. Iniziamo dall’attività motoria di base e dalla coordinazione, poi col passare del tempo c’è sempre meno gioco e sempre più scherma. C’è una grande attenzione sull’atleta, le lezioni sono singole e gli esercizi collettivi sono collaterali».
[Continua… domani 8 febbraio]