Ancora poche ore di attesa e sapremo se l’Unieuro sarà all’altezza – o addirittura meglio – della Givova Scafati. Anticipando i temi tattici di gara 1 non è complicato individuare i duelli chiave della partita (e della serie), tutt’altra faccenda è prevedere chi la spunterà e in quante gare. Il fattore campo attualmente è a favore dei campani ma la situazione può cambiare rapidamente: all’Unieuro basterebbe vincere una delle prime due sfide per capovolgere la situazione.
Sulla carta la sfida si presenta come la più interessante di questi playout: il bilancio positivo delle ultime otto partite di regular season (uno speculare 5 – 3) è indicatore di due squadre che si presenteranno all’appuntamento in un buon momento di forma mentre scorrendo i due quintetti iniziali e confrontandoli ruolo per ruolo i valori complessivi non sembrano distanti.
Adegboye – Naimy
Le sconfitte contro Mantova e Imola hanno confermato l’importanza dell’anglo-nigeriano nell’economia di questa PF, un’importanza che va al di là dei punti messi a referto. ‘Ogo’ ha pagato il volo sul parquet di Jesi con un’assenza sul neutro di Ferrara e una prestazione in ombra al Pala Ruggi, non a caso sono arrivate due prestazioni balbettanti della PF e altrettante sconfitte. Rientrato il problema alla spalla il play è tornato a fornire l’abituale dose di leadership e contro Chieti tutta la squadra si è mossa con maggior sicurezza gestendo al meglio i momenti critici dell’incontro. Il play forlivese non fa dell’ordine e della pulizia gli elementi portanti del proprio gioco, a volte commette errori evitabili, ma la PF non può assolutamente fare a meno della sua energia. Allo stesso modo la Givova Scafati non può prescindere dalla creatività di Yuval Naimy, play israeliano con all’attivo una manciata di presenze in nazionale ed una fugace apparizione in maglia Maccabi. Naimy è cervello e motore dell’attacco dei campani, un regista moderno che ama giocare a ritmi elevati ma sa anche essere freddo e lucido nei momenti che contano: 7,4 assist a partita (leader del girone Ovest) sono un biglietto da visita molto eloquente. La sensazione è che il duello fra i due playmaker deciderà buona parte del destino della serie, limitare Naimy sarà quindi la missione difensiva più importante (probabile staffetta Bonacini – Adegboye – Ferri) ma l’applicazione potrebbe non bastare. Una chiave tattica potrebbe essere quella di sfruttare la maggior esplosività e fisicità di ‘Ogo’ per attaccare Naimy e metterne a nudo i limiti difensivi. L’israeliano è risultato fra i migliori playmaker del girone Ovest, forse il migliore, in questo spot la bilancia pende a favore dei campani.
Johnson – Jackson
Nei due ruoli di guardia troviamo due giocatori che si somigliano moltissimo e non potrebbe essere altrimenti: dopo aver incassato il ‘no’ di Darryl Joshua Jackson l’Unieuro corse ai ripari optando proprio per il nativo del Bronx. A dirla tutta l’operazione sembrò una sorta di ripiego: ad affare già dato per concluso il giocatore in uscita da Caserta preferì Scafati in virtù di un rilancio in extremis (si parla di alcune migliaia di euro) e la PF dovette cambiare inaspettatamente e repentinamente i propri piani. I nomi disponibili erano pochissimi e la scelta di catapultare un rookie come Melvin Johnson nelle secche della stagione forlivese inizialmente sembrò alquanto azzardata: Jackson con i suoi 32 anni e buone esperienze in A2 sembrava decisamente più adatto al compito. La scelta forlivese si è invece rivelata felicissima, al punto che le cifre della guardia newyorkese reggono pienamente il confronto con quelle del prossimo avversario. Due tiratori micidiali: conto pari.
Bonacini – Santiangeli
Un duello che non ci sarà: Bonacini si trova in quintetto con compiti prettamente difensivi e verosimilmente verrà messo sulle tracce di Naimy: salvo situazioni particolari difficilmente incrocerà i guantoni con l’ex Jesi. Volendo fare un confronto a distanza quello che salta agli occhi è la parabola quasi opposta di questi due giocatori: Bonacini aveva quasi abbandonato l’idea di una carriera nella pallacanestro quando due estati fa arrivò la chiamata di Gigi Garelli, Marco Santiangeli dopo l’argento conquistato in azzurro agli europei Under 20 (2011) sembrava destinato ad una carriera ad altissimo livello ma non è mai arrivato in serie A. Bonacini e Santiangeli non sono i giocatori più importanti nei rispettivi quintetti ma in una situazione di stallo potrebbe arrivare proprio da loro il colpo inatteso, capace di spezzare l’equilibrio nella singola partita. Bonacini oltre alla proverbiale applicazione difensiva ha già dimostrato di potersi accendere e raccogliere buoni bottini, Santiangeli ha dalla sua maggior esperienza a questi livelli e miglior feeling con il canestro. In questo duello il favorito è l’ex Jesi.
Castelli – Lupusor
Nel ruolo di ala pivot troviamo Riccardo Castelli e Ion Lupusor, due giocatori che abitualmente non brillano nel tabellino ma il cui apporto si sente in tutte quelle aree del gioco che non finiscono nelle statistiche. ‘Caste’ con i suoi tagliafuori, un sapiente uso del corpo nell’occupare spazi e chiudere linee di penetrazione è stato un fattore fondamentale nel finale di stagione e lo sarà anche durante i playout: in questa sfida il vantaggio è biancorosso.
Amoroso – Fantoni
Tommaso Fantoni e Ryan Amoroso chiudono i due quintetti. L’ex Torino ha messo insieme 11,5 punti e 5,4 rimbalzi, per Amoroso ci sono quasi 12 punti e 9 rimbalzi. Il lungo della PF è più duttile grazie al tiro da fuori (50% da tre con quasi un tentativo a partita) arma di cui Fantoni non dispone (0/3 in tutta la stagione) e che costringerà il lungo di scuola livornese a seguire l’avversario lontano da canestro. Oltre al miglior impatto statistico il lungo forlivese può contare su un leggero vantaggio anche dal punto di vista fisico avendo a disposizione più stazza e verticalità. Fantoni in passato ha mostrato di soffrire proprio gli avversari dotati di maggior prestanza fisica, nella sfida fra uomini d’area Forlì sembra in leggero vantaggio.
Con due quintetti dall’assetto differente, più talentuoso sul perimetro quello della Givova e più potente sotto canestro quello della PF, ma dalla potenza di fuoco similare le variabili destinate a determinare il risultato dell’equazione potrebbero trovarsi altrove. In questo senso un fattore di preoccupazione è legato al diverso peso delle due panchine: Paolin, Ferri, Pierich e Rotondo da una parte, Dobbins, Crow, Ammannato e Metreveli dall’altra. Alle grandi capacità balistiche di Nicholas Crow, ex che non ha lasciato rimpianti a causa di atteggiamenti non sempre esemplari, Giorgio Valli può opporre quelle altrettanto valide di Simone Pierich. Un altro confronto in sostanziale parità è quello fra Nika Metreveli, tormentone di ogni mercato di riparazione forlivese, e Paolo Rotondo. Il georgiano è un lungo con statura da serie A (2,11) ma manca di grande fisicità e dovrebbe essere alla portata del centro siracusano. Proseguendo nel confronto tra le due panchine arrivano i problemi: Marco Ammannato è un giocatore molto simile a Riccardo Castelli, un’ala pivot dall’elevato tasso di attività dotata di forza fisica e rapidità, Tony Andre Dobbins è una combo guard americana con nazionalità sportiva italiana. Ammannato si è rivelato uno dei pochi punti fermi della stagione gialloblu e con 22 minuti di media è un titolare de facto, Dobbins nonostante una stagione costellata dai problemi fisici è riuscito a mettere insieme cifre interessanti (10,6 punti; 4 rimbalzi; 2,5 assist in 8 gare) e con il passare delle stagioni la perdita in esplosività è stata compensata da un gioco più chirurgico e una miglior selezione di tiro (67% da due, 44% da tre). Grazie a questi due uomini il coach dei campani Giovanni Perdichizzi ha un indubbio vantaggio di cui potrà approfittare per creare grattacapi a Valli, sempre costretto a dosare falli ed energie.
Particolarmente interessante sarà proprio la sfida fra due coach navigati e smaliziati: come sempre accade nelle serie, siano esse di playoff o di playout, la capacità di proporre adattamenti, letture e soluzioni in corso d’opera faranno la differenza.