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Ryan Amoroso è arrivato ed è stato firmato secondo la formula ‘visto e piaciuto’ voluta dalla PF. Sarebbe stato inserito addirittura nei 10 che domenica proveranno ad interrompere la striscia negativa dell’Unieuro in quel di Udine. Già, sarebbe stato ma non sarà: ad impedirlo i ritardi burocratici relativi al nulla osta della federazione argentina, condizione senza la quale il tesseramento è slittato alla settimana prossima. A Udine il reparto lunghi sarà ridotto ai soli Crockett e Rotondo.

Lasciando da parte una vicenda che lascia senza dubbio qualche perplessità e concentrando lo sguardo sul bicchiere mezzo pieno, c’è da dire che le condizioni fisiche del lungo italo-americano sono parse buone al punto che i timori sono stati cancellati in mezzo allenamento. Qualche chilo di troppo c’è (dopo mesi di inattività sarebbe stato strano il contrario), ma si tratta di una zavorra trascurabile destinata a sparire nell’arco di un paio di settimane. La mira è sembrata già registrata così come gli automatismi ed i tempi di gioco.

L’aggiunta di Amoroso sommata a quella di Melvin Johnson avvicina la PF targata Valli alla fisionomia definitiva. Ora tutti gli sforzi verranno concentrati sul prossimo decisivo tassello, la pietra angolare del profondo restyling pianificato da coach e società. La scelta è delicatissima poiché risulterà determinante per le sorti di questa stagione, difficile e travagliata ma aperta ancora a tutte le possibilità, dal purgatorio dei playout al paradiso della permanenza diretta, fino alla terza innominabile possibilità.

C’è grande fiducia sull’impatto dei due nuovi innesti ma è inutile negare che tutto l’ottimo lavoro di scouting ed i febbrili sondaggi svolti fin qui sarebbero vanificati se non venisse azzeccato l’ultimo fondamentale elemento, quello che dovrà aggiungere la scintilla necessaria a mettere in moto l’attacco. Le partite con Ravenna e Treviso dicono che in difesa, dove servono applicazione e concentrazione, la cura Valli sta facendo miracoli. Ora è indispensabile un’iniezione di talento che permetta all’attacco di capitalizzare i questi progressi.

La lacuna da colmare è quella di un giocatore creativo ed efficace dal palleggio, abile nel creare opportunità dal pick and roll, elemento imprescindibile nel basket moderno. Per questa ragione la PF continua ad inseguire una preda difficile ma di sicuro impatto come Marcus Thornton di Pesaro. L’accordo con la Vuelle ci sarebbe ma è estremamente improbabile che il giocatore accetti un trasferimento che lo allontanerebbe dal sogno Nba. Si tenterà fino all’ultimo ma i tempi sono ormai stretti e viste le difficoltà dell’operazione la PF guarda anche in altre direzioni.

Una delle alternative è Justin Robinson, esperto play con passaporto britannico che sta vivendo una stagione buona ma non esaltante nella seconda serie greca. Robinson è giocatore con qualità tecniche e dinamismo, playmaker che ha nel tiro da fuori e nella rapidità le armi più affilate. 13 punti; 2,3 rimbalzi; 2,5 assist, questo il suo fatturato attuale, non male. L’impressione però è quella di un giocatore che non brilla per applicazione difensiva né per qualità caratteriali e di leadership, doti fondamentali per calarsi rapidamente nella parte e guidare alla vittoria un gruppo che è a digiuno dal 27 novembre scorso. Un altro obiettivo di cui si è ventilato il nome è il canturino Vaidas Kariniauskas, play lituano classe 1993 dotato di notevole lunghezza (197 cm) ma non dello spessore che farebbe dormire sonni tranquilli a Giorgio Valli.

Ecco allora spuntare il nome di quello che al momento sembra l’obiettivo più interessante: il playmaker dell’Enel Brindisi Nic Moore, talento cristallino di appena 1,75 che al college ha esibito grande capacità di giocare sotto pressione e risolvere i finali di partita. Moore al contrario di Thornton è un affare ritenuto fattibile sia dal punto di vista economico che della disponibilità del giocatore. L’ostacolo principale potrebbe essere rappresentato dalle tempistiche: lo staff forlivese vuole concludere il prima possibile e presentarsi al completo a Roseto per la trasferta del 12 febbraio, per Brindisi potrebbe essere problematico trovare un sostituto di proprio gradimento nei tempi fissati.

La speranza è che l’affare vada in porto perché Moore sembra avere tutto quel che serve: non solo sa produrre punti dall’arco e con il pick and roll, fondamentali in cui eccelle. La sua bravura nel penetrare le difese e trovare i compagni liberi sembra l’ideale per accendere la luce a tutto l’attacco Unieuro. Come recita il rapporto degli scout su di lui è un floor general, un generale del parquet, espressione con cui vengono indicati i playmaker abili nel condurre la squadra, dettare il ritmo e migliorare l’esecuzione offensiva. Le sue armi sono due gambe esplosive, astuzia, rapidità di pensiero ed esecuzione a cui unisce la capacità di segnare nelle fasi più calde della partita.

Caratteristiche che sembrano fatte su misura per accendere il Palafiera. 7 delle ultime 11 partite si giocheranno a Forlì: qualcuno già sogna l’erede di Goldwire e le emozioni di quella pazza primavera 2011.