Il mercato è nel congelatore, i campionati sono in pieno turbinio play-off / play-out, tutti sono alla finestra in attesa di capire i rapporti di forza. C’è però un team che in pratica ha già piazzato una bella parte dei propri colpi, mettendo in sicurezza la struttura portante del quintetto: sono i Tigers. Artefice di quest’anomalia? Soprattutto il direttore sportivo di lungo corso e mille conoscenze, Gabriele Foschi.
Foschi, anzitutto, un giudizio sul campionato Tigers appena concluso…
Il giudizio non può che essere positivo. Abbiamo cambiato quasi tutto rispetto alla stagione precedente e ci è servito tempo per assemblare la squadra. In questo periodo sono arrivate sconfitte dovute ad aspetti tecnici che poi man mano abbiamo corretto e risolto. Poi sono arrivate le soddisfazioni di battere squadre con budget nettamente superiore al nostro, fra tutte Lecco, Piacenza e Cento.
Firenze forte fortissima ma esser arrivati col fiato corto ai play-off e uscirne così seccamente quanto vi ha amareggiato?
Vero, noi senza la freschezza che sarebbe servita e loro con talmente tanta roba in campo e in panca che Niccolai ad un certo si girava e trovava solo uomini pronti. Alla fine uscire ai playoff è sempre una seccatura per la voglia di andare avanti ma obiettivamente Firenze meritava più di noi e quindi si deve dare la mano agli avversari in modo sportivo, imparare e cercare di capire cosa mancava per farsi trovare pronti alla occasione successiva.
A fine gara 2, tra la commozione, il messaggio della dirigenza è stato chiaro: faremo un team di livello partendo dalle conferme. In primis, lo staff: coach, vice, diesse… i Tigers sono tra i pochi team già pronti per ripartire. Un bel segnale.
Un gran bel segnale. Dal giorno dopo siamo già al lavoro per costruire i prossimi tre anni con un progetto che vuole essere ambizioso. Ai Tigers si lavora come da pochissime altre parti. Sono stato tre anni a Imola raccogliendo grandissime soddisfazioni fra cui non potrò mai dimenticare quel 26 dicembre 2016 in cui venimmo ad espugnare il Palafiera. Per un forlivese come me fu veramente un giorno sportivamente speciale. L’Andrea Costa è stata per me come l’Università e il presidente Domenicali un grande Professore. Ma, ripeto, ai Tigers è un’altra cosa, tutto viene vissuto con enorme passione e competenza e con un clima sereno, direi quasi perfetto.
Passando al team: bisseranno Sacchettini, Battisti, De Fabritiis… soddisfatto?
Più che soddisfatto. Non è stato facile perché parliamo di tre giocatori che nei prossimi anni vedremo certamente al piano di sopra. Saranno pilastri dei Tigers della prossima stagione.
All’appello manca solo Papa. Che potrebbe prendere l’ascensore per l’A2.
Francesco ha doti atletiche straordinarie ed è un ragazzo d’oro. Ci sto lavorando e sono ottimista.
Su Spicchi d’Arancia si favoleggia di big come Pierich, Brkic. Vero?
Il mio amico Giesse Mr. Spicchi (Giuseppe Sciascia ndr) è il giornalista numero uno in fatto di mercato italiano. E’ talmente bravo che entra nella testa dei diesse e ne anticipa le mosse… Ma io gli dico sempre che dovrebbe essere anche nel portafoglio dei diesse. Questo per risponderti che si può anche favoleggiare su questi nomi, ma per concretizzare ci vogliono fatti, ovvero soldi veri.
Pierich, si dice, gradirebbe molto tornare in Romagna…
Simone è un amico, un grande giocatore, chi non lo vorrebbe? Ma c’è troppa differenza tra le legittime richieste e la nostra disponibilità.
A Forlì c’è anche un certo Frassineti. Un sogno?
Frasso è ancora un signor giocatore e se va in B lo chiamo e gliene dico di tutti i colori. Lui in A2 vale un americano!
Questione impianto. Le traversie del bando PalaGalassi quanto incidono sui Tigers?
Zero! Questa è una operazione economico-commerciale. Non è una operazione sportiva.
Quanto l’ipotesi Cesena è reale e concreta?
Questa è una domanda che dovete porre al Presidente Valgimigli o al Vice Presidente Fabbri. Io e Dilo pensiamo a fare le cose tecniche nel miglior modo possibile, poi chiederemo dove dobbiamo andare ad allenarci e a giocare.
Tra Forlì e i Tigers l’amore non è ancora esploso. Si percepisce una certa freddezza. Sei riuscito a trovarne una ragione?
Conosco benissimo il calore del Palafiera e il tipo di rapporto che lega il club (oggi Unieuro) e i suoi tifosi. Quando si è innamorati è normale che non si pensa e non ci affeziona a nessun altro. Credo sia solo questo il motivo per cui probabilmente a Forlì manca spazio affettivo per un’altra squadra e mi spiace che gli appassionati di basket non siano riusciti a cogliere l’importanza e la portata del progetto Tigers, che nei prossimi anni avrà uno sviluppo per molti assolutamente inatteso e impensabile.
Cambiando tema ma restando in casa arancionera: un plauso alle ragazze dei Tigers Rosa, senior e under, ci sta tutto.
Il basket femminile in Italia ha bisogno di una spinta. La Fip cerca di farlo in tutti i modi ma in maniera goffa. Ora che Faenza sta provando a tornare in serie A1, a Forlì il presidente Gentile sta facendo un ottimo lavoro due volte meritorio perché rivolto soprattutto al settore giovanile.
Play off promozione: dovessi scommettere chi vedi tra i favoriti?
Rispondo secco: Cento, Piacenza e Omegna con Firenze outsider, anche se credo che il fattore campo nella sfida finale con Cento diventi decisivo.
Furturo: che campionato sarà il prossimo di B? Tanta bagarre, poche promozioni e…?
…e spero colorato di arancionero! Vogliamo essere protagonisti, vincere è difficile ma essere protagonisti in B per i Tigers a questo punto diventa obbligatorio.