“Comportamento reiteratamente offensivo nei confronti della terna arbitrale unitamente all’uso di espressioni blasfeme”. Con queste motivazioni martedì pomeriggio il giudice sportivo Pasquale Marino ha inflitto una squalifica pesantissima all’allenatore del Forlì Massimo Gadda: tre giornate lontano dalla panchina. Il che equivale ad aver privato la squadra del suo allenatore per quel che resta del campionato, tre giornate appunto, nel momento del campionato in cui ogni pallone, ogni sostituzione, ogni accorgimento peseranno cento volte più di tutti quelli accaduti finora: il Forlì deve recuperare 3 punti per restare in Lega Pro senza passare dai playout, oltre ovviamente a non lasciarsi superare dall’Ancona ultimo a -6 ma con lo scontro diretto al Morgagni l’ultimo turno.
Una mazzata enorme quindi, soprattutto in rapporto a quanto visto sul sintetico di Teramo: una rimessa laterale a metà primo tempo per il Forlì che il guardalinee inverte, le proteste di Gadda – che non sembra Simoni nel ’98, anzi – e il suo allontanamento anticipato dal campo. Tutto nella norma, visto e rivisto un milione di volte. Infatti in sala stampa a fine partita l’allenatore del Forlì non sembra preoccupatissimo.
“Ho protestato in maniera un po’ vivace”
I tre turni di squalifica sono quindi caduti come un fulmine a ciel sereno su viale Roma, ed è piuttosto prevedibile che il Forlì proverà a fare ricorso, ricordando tra l’altro che molto raramente proteste così contenute e tutto sommato “normali” hanno portato a squalifiche tanto pesanti.
Ad esempio a fine marzo scorso l’allenatore del Siracusa Sottil era stato squalificato per un turno a causa di un “atteggiamento irriguardoso verso l’arbitro”. Poche settimane dopo lo stesso Sottil, che evidentemente ha qualche difficoltà a reprimere un profondo senso di ingiustizia, veniva nuovamente squalificato, stavolta per le ripetute espressioni blasfeme.
Un turno, non tre
Considerato che il mister del Forlì è un uomo solitamente molto pacato (mai sentito bestemmiare in panchina: da fotografo capita di stare abbastanza vicino alla panchina da sentire gli improperi), risulta davvero difficile immaginare cosa possa aver detto di così enormemente ingiurioso per una rimessa invertita a metà primo tempo. O forse no, non è così difficile. Forse non è Gadda il problema, ma il Forlì. Meglio: Forlì-Maceratese. In quel caso (2-3 con doppio rigore per gli ospiti) sì che le proteste furono – durante e dopo la partita – molto agitate nei confronti dell’arbitro Pasquale Boggi. E non è così fuori luogo, forse, immaginare che la “squadra” arbitrale possa non aver gradito il ‘polverone’ (con tanto, si dice ma non è confermato, di lettera a Gravina) sollevato dalla società biancorossa.
Contro Bassano, Reggiana e Ancona toccherà guidare la squadra al viceallenatore Antongiulio Bonacci.
Calabrese di Catanzaro, 44 anni e una ottima carriera da mediano tra B (22 presenze col Cosenza), C e D, è alla sua prima avventura a Forlì (è stato vice di Marsili a Ravenna) dopo che l’estate scorsa ha salutato lo staff Simone Groppi, scelto come primo allenatore dalla Ribelle in serie D.