Ti sarà inviata una password tramite email.

Tre vittorie su quattro partite, una delle quali contro una delle candidate a giocarsi la promozione, Palafiera ancora inviolato, primo posto, anche se in corposa coabitazione. Alzi la mano chi avrebbe pronosticato un avvio così in palla dell’Unieuro Forlì, a maggior ragione dopo la sfilza di infortuni patiti durante la preparazione e un precampionato più ombre che luci. Quello che conforta maggiormente, al di là dei punti in classifica che non guastano mai, è l’immagine che resta sullo sfondo dopo la gustosa rivincita (GRAZIE RAGAZZI!!!) consumata contro la simpaticissima APU Udine domenica scorsa. E’ l’immagine di una squadra ancora lontana da una condizione fisica perfetta, ma con una gran voglia di giocare insieme e passarsi la palla, senza egoismi.

Rvp: Rotondo, Vico, Pierich

La capacità di rientrare dopo i parziali subiti indica una squadra molto solida mentalmente, le tre vittorie su tre agguantate negli ultimi secondi non possono essere figlie del caso: denotano nervi saldi e carattere vincente. Forte della consapevolezza di trovarsi nella giusta direzione, la Pallacanestro 2.015 si presenterà domenica sul campo di una squadra che sta vivendo un momento simile, dal punto di vista dello slancio e dell’autostima. L’Assigeco Piacenza (ex Casalpusterlengo) è infatti partita in sordina, battuta a Bologna (Virtus) e a domicilio proprio da Udine alla seconda giornata, ma è stata capace di ricompattarsi rapidamente ed andare a centrare una prestigiosa e consistente vittoria a Verona, bissata domenica scorsa sul campo di Recanati. L’impressione è che per centrare la prima vittoria in trasferta l’Unieuro non potrà accontentarsi di quanto prodotto fin qui ma dovrà nuovamente alzare l’asticella della propria prestazione, mantenendosi lucida e paziente in attacco per 40’, contro una squadra che per accoppiamenti difensivi e caratteristiche può invece darle molto fastidio, mettendo elevata pressione sulla palla e frenesia nei giochi forlivesi.

L’Assigeco infatti, come l’Unieuro, è squadra molto orientata al lato difensivo, ma ha maggior fisicità ed esperienza da mettere sul piatto, fattori che specialmente fra le mura amiche possono pesare parecchio. Il playmaker è Francesco De Nicolao, fratello del playmaker reggiano, di cui replica alcune caratteristiche: difensore sulla palla indemoniato, con buone gambe e polmoni, è il classico gatto attaccato alle parti intime, mentre in fase offensiva più che sul canestro è focalizzato sul far girare la squadra. Nello spot di guardia troviamo Kenny Hasbrouck, che ha lasciato la serie A con la fama di essere uno dei difensori più spietati ed efficaci nel ruolo, proprio come il nostro Wayne Blackshear. Pertanto non sarà facile la domenica di Vico e Paolin, che dovranno attingere a tutta l’astuzia di cui dispongono per eludere la fisicità e la tenacia della guardia di Washington, che dall’altro lato del campo, pur non essendo interprete sopraffino, si fa sentire più di quanto non facesse al piano superiore: può sfruttare rapidità e fisicità per attaccare il canestro o pungere con un tiro da tre un po’ ondivago ma comunque da rispettare.

In ala piccola gioca Tommaso Raspino, in cerca di riscatto dopo due stagioni non esaltanti a Pesaro e Ferentino. Partito con le polveri parecchio bagnate in questa stagione (2 su 14 da tre, e ci auguriamo che il club ‘Oscar per un giorno’ non accetti iscrizioni questa settimana) è giocatore esperto e fisico, con la taglia per infastidire Wayne Blackshear in post basso, mentre potrebbe essere più in difficoltà se attaccato sul perimetro dal primo passo dell’uomo da Louisville. Il pivot è il fastidiosissimo Luca Infante, ex Biella e Piacenza (quella vera), lungo non bello da vedere ma efficace, notevole ‘bussatore’ con un tiro da tre frontale che tende a mettere, attirando fuori dall’area i pivot avversari. Un test importante per i nostri Rotondo e Francesco Infante, che dovranno cercare di correre il campo e far così pesare la carta d’identità al lungo piacentino (saranno 35 primavere il prossimo giugno). L’ala grande? No, non me la sono dimenticata… e non ve la siete dimenticata neanche voi, da quella incredibile, insulsa, insensata stoppata a Joseph Forte. Bobby Ray Jones, per tanti tifosi forlivesi semplicemente ‘Bobby’, come a dire che lui è unico, inimitabile.

Per Crockett, dopo questo sfavillante avvio di stagione, sarà una sorta di test di ammissione al club dei cestisti americani più amati dal pubblico forlivese in epoca post Libertas, un club che vede in prima fila proprio il ‘ministro della difesa’ della FulgorLibertas targata Spring Madness. Su Jones, per noi di Forlì, non c’è molto da scoprire. Attaccante poco elegante, potresti accorgerti a fine serata che ha scritto 30 tirando una dozzina di volte. Mentalmente solido come la roccia, non ricordo di averlo visto andar sotto una sola volta a livello fisico e di intensità, nemmeno in serie A o Eurocup. Ha la fisicità di un pivot ma la mobilità di piedi è da ala piccola, combinazione che in A2 gli permette di marcare chiunque gli si pari davanti. Ha capacità di lettura misteriose e spesso sa infilarsi sottopelle al suo avversario, facendogli passare una brutta, bruttissima domenica. E’ più che probabile che quella fra lui e Crockett sarà la sfida cruciale del match, difficile per la Pallacanestro 2.015 rimpiazzare il ventello a cui ci ha abituato Jaye, nel caso Jones riuscisse a limitarlo seriamente. Il ‘trasvolatore’ di Forlì ha però le carte in regola per fare bene, dovrà cercare di allontanare Jones dal canestro, limitandone la capacità di aiutare i compagni in difesa, pungerlo con la rapidità del suo tiro in sospensione, attaccarlo in situazioni dinamiche e in campo aperto, sfruttando la maggior freschezza atletica.

Forza Jaye! Forlì non vede l’ora di issarti lassù, di fianco a ‘Bobby’.