#1 Dane DiLiegro - 6,5
Una stagione tormentata dai vari problemi al tendine, quella del pivot italoamericano, che lo ha tenuto lontano dal parquet per un mese abbondante nella prima parte del campionato e, poi, ne ha minato tutto il resto dell’annata. Qualche “sbalzo” qua e là nelle prestazioni, è vero, ma si sbatte e si fa valere sulle due parti del campo, “ci tiene” alla causa biancorossa ed il pubblico forlivese apprezza non poco. In fin dei conti quella appena terminata, statistiche alla mano, è una delle migliori nella sua lunga militanza nel nostro Paese: termina con 12.8 punti di media, aggiungendoci 8.2 “carambole” acchiappate. Potrebbe essere una pedina da tenere in considerazione anche per il prossimo anno, perché no, ma se non decide di andare sotto i ferri per risolvere definitivamente le criticità fisiche…
12.8pti in 25.5′ | 55% da 2, 20% da 3, 68% ai liberi | 8.2 rimbalzi


#7 Riccardo Castelli - 6
Bene in avvio di stagione, di fatto sempre in doppia cifra in ottobre e novembre, poi però si eclissa quasi totalmente in fase offensiva. Si incaponisce spesso e volentieri nel tentare conclusioni dalla lunga distanza, con esiti infausti – anche se nelle battute conclusive aveva alzato le proprie percentuali -, faticando incredibilmente a trovare il canestro avversario con continuità. In 25′ di impiego ci si attendeva qualcosa di più rispetto agli 8.3 punti a partita, anche in virtù di quanto mostrato lo scorso anno. Ma in difesa, però, è il solito mastino che lascia letteralmente le briciole agli avversari, formando con Severini una coppia assortita di alto livello. Il capitano di mille battaglie, insomma, merita comunque la sufficienza piena in pagella.
8.3pti in 25.3′ | 46% da 2, 30% da 3, 66% ai liberi | 4.9 rimbalzi
#8 Matteo Fallucca - 5
Una delle più grandi delusioni del campionato della Pieffe. Parliamoci chiaro, non che ci si attendesse un go-to guy in grado di cambiare le sorti delle partite a proprio piacimento, ma qualcosina in più, in uscita dalla panchina, sì. Un picco di 19 punti nella trasferta di Orzinuovi, nel girone di andata, poi “rivede” la doppia cifra soltanto nell’ultima a Bergamo. Coach Valli lo utilizza di fatto sempre nel ruolo di “4” tattico, ma, in tutta onestà, trovargli una giusta collocazione in un collaudato sistema di gioco è tutt’altro che semplice. Il tiro da dietro l’arco è l’arma della casa, anche se spesso e volentieri un po’ troppo “ballerino”. Poi, però, è poco altro.
6.9pti in 19.1′ | 44% da 2, 36% da 3, 65% ai liberi | 2 rimbalzi


#10 Yuval Naimy - 6,5
Sbarcato la scorsa estate a Forlì come solo con un profeta in patria si confà – anche memori di quanto messo in mostra esattamente un anno fa in maglia Scafati -, la sua stagione ha esattamente diviso a metà i giudizi e le opinioni del pubblico forlivese. La classe, l’estro e la genialità dell’israeliano sono fuori discussione, ma, al tempo stesso, è anche sin troppo catalizzatore del gioco della squadra. Esulando, per il momento, da questioni relative alla permanenza sotto San Mercuriale, tra le mura amiche del PalaGalassi ha regalato vittorie (la bomba allo scadere con Jesi), “magie” assortite per i compagni e triple fantascientifiche, ma, lontano da via Punta di Ferro, è spesso risultato asfittico alla manovra della squadra. La costanza nelle prestazioni non è propriamente il punto forte del nostro Yuval.
14.8pti in 32.2′ | 45% da 2, 34% da 3, 81% ai liberi | 6.3 assist
#12 Luca Campori - 6
La stagione del classe ’99 forlimpopolese ruota tutta intorno ad un punto focale ben preciso: il doppio tesseramento tra Forlì e Lugo. Espediente regolamentare utile per far crescere e maturare i giovani con meno minutaggio ma che, se non “sfruttato” nella maniera migliore, finisce soltanto per “far del male” a tutte le parti in causa. E proprio così è avvenuto con Campori, il cui spazio in maglia Unieuro è stato di fatto pari a zero fino allo scorso marzo mentre coach Galetti, a Lugo, ha deciso di poter fare a meno di lui dopo appena un mese di campionato. Piuttosto complicato che, in certe condizioni, scelga di restare ancora nella sua Forlì. La voglia di giocare, del resto, fa la sua parte.
0.2pti in 3.1′


#13 Darryl Jackson - 7
Complessivamente uno dei migliori della stagione della Pallacanestro 2.015, in particolar modo in quanto a continuità di prestazioni e numeri. Girone di andata decisamente in salita e complicato, per l’atleta di Seattle, in cui ha faticato non poco a trovare la propria dimensione nello scacchiere disegnato da Giorgio Valli. Al punto che parecchi, tra tifosi e addetti ai lavori, chiedevano a gran voce di considerare un cambiamento d’assetto in corsa. Poi, invece, il netto e deciso cambio di ritmo è arrivato nella seconda parte di campionato, dove DJ ha ritrovato fiducia e precisione dalla lunga distanza – quando in serata, tra i migliori dell’intera A2 nella specialità -, “scollinando” spesso e volentieri quota 20 punti segnati. E’ monodimensionale, le penetrazioni a canestro si contano sulle dita di una mano. Ma rimane comunque una delle note liete biancorosse.
18.1pti in 34′ | 42% da 2, 40% da 3, 94% ai liberi | 2.5 rimbalzi
#17 Davide Bonacini - 6,5
Si conferma ancora una volta quale “soldatino”, in quanto a intensità, solidità e sicurezza, quando chiamato in causa in cabina di regia o, di tanto in tanto, accanto allo stesso Naimy in un quintetto basso. Salta buona parte della seconda metà di stagione a causa di malanni fisici che sovente lo tormentano, ma riesce comunque a migliorare ulteriormente le già più che discrete cifre dello scorso anno facendosi apprezzare da tutto l’ambiente, staff tecnico in primis. Il PalaGalassi lo ama, Bonna ama Forlì: il matrimonio anche per la prossima stagione s’ha da fare. Anche perché, col livello tecnico degli italiani destinato, per forza di cose, ad abbassarsi per ragioni regolamentari, non può che far comodo ancora di più.
7pti in 20′ | 52% da 2, 34% da 3, 71% ai liberi | 2.2 assist


#19 Giovanni Severini - 7,5
Senza tanti giri di parole: il migliore in maglia Forlì 2017/18. Una grande scommessa presa in estate dalla dirigenza, e vinta al termine della stagione. Sì, perché l’ex Avellino è sbarcato in Romagna con la nomea di difensore per eccellenza ed anche di tiratore sopraffino, qualità che ha poi mostrato lungo tutto l’arco del campionato. Con qualche difficoltà nelle battute iniziali, in cui alzava muri in fase difensiva – la vera, grande costante: è tra i top difensori dell’A2 – ma faticava a trovare tiri e continuità nelle metà campo avversarie. Dai 16 punti di Roseto ad inizio febbraio in poi, invece, è arrivato lo “switch” su tutto il fronte. Confermarlo sarà particolarmente complicato, le pronte (ri)chiamate dalla massima serie hanno già fatto squillare il telefono del suo agente. Ma tentar non nuoce.
8.6pti in 30′ | 39% da 2, 40% da 3, 78% ai liberi | 3.9 rimbalzi
#20 Iba Thiam - 6,5
Anche il pivot senegalese ha visto la propria annata dividersi tra Forlì e Lugo – con cui, proprio in queste ore, si sta giocando la permanenza in Serie B nei playout contro i Crabs -, anche se con un minimo di utilità maggiore rispetto a quella del sopracitato Campori. Ha saputo approfittare dello spazio lasciato libero dal ko “autunnale” di DiLiegro, salvo vedersi poi ri-relegato in panchina fino al finale di stagione, in cui ha mostrato netti miglioramenti soprattutto dal punto di vista difensivo. Anche la prossima estate, regolamenti alla mano, sarà considerato ‘under’, dunque è plausibile una sua permanenza all’Unieuro Arena. Lavorandoci su, potrebbe diventare un discreto lungo da 10′-15′ a partita.


#31 Quirino De Laurentiis - 5,5
Ci si attendeva un ulteriore passo in avanti, nel suo percorso di crescita, dopo i buoni segnali lanciati nelle stagioni ad Agrigento. Il lungo abruzzese, invece, non ha saputo trovare la sua realtà in maglia forlivese, scontando vari passaggi a vuoto nonostante una fase centrale di campionato in cui pareva essere sulla giusta strada per un’inversione di rotta. Bene a rimbalzo, sia sotto il canestro amico che avversario, ma, quando vi è da punire le difese altrui, è fin troppo insipido.
5pti in 20.5′ | 58% da 2, 15% da 3, 63% ai liberi | 5.8 rimbalzi
Coach Giorgio Valli - 6
Raggiunge l’obiettivo stagionale della salvezza con ampio margine di anticipo, e non è cosa di poco conto, dunque la sufficienza piena non gliela toglie nessuno. La squadra, però, anche se si “leva” presto dalle sabbie mobili della bassa classifica, non dà mai l’impressione di poter compiere quel passettino in avanti e gettare lo sguardo in avanti verso l’ottavo posto. Cosa che verso metà stagione, in un paio di frangenti, sulla carta, sarebbe stata fattibile. Il tecnico bolognese, ad ogni modo, non perde mai la trebisonda, i giocatori lo seguono e lui dà dimostrazione di credere nel proprio gruppo. Guadagnandosi la conferma per il prossimo anno, di fatto, a campionato ancora in corso.


Pallacanestro Forlì 2.015 - 6
Inteso come società nel suo complesso, oppure, meglio ancora, come dirigenza “operativa”. 6 in pagella per aver, anch’essa, centrato la salvezza tenendo sempre ben saldo il manubrio tra le mani, “fredda” e mai precipitosa nel prendere affrettate decisioni su cambiamenti di roster durante la stagione. Una gestione oculata e sana, insomma. Ma attenzione: ora è giunto il momento di azzardare e fare uno scatto in avanti. Senza mai fare il passo più lungo della gamba, per carità, ma la Serie A era il grande obiettivo e, si diceva, con le tre promozioni in palio Forlì avrebbe dovuto tentarci al più presto. Non si chiede certo il terzo o quarto posto già nell’aprile 2019, ma quantomeno agganciare l’accesso ai playoff, però, sarebbe cosa buona e giusta.
PalaGalassi - 8
Ogni campionato, puntualmente, si spendono parole al miele per il pubblico forlivese. Sì, perché il tifoso biancorosso è “per natura” estremamente legato alla squadra e alle sorti di quest’ultima, disperandosi per una sconfitta, magari pure inutile, e gioire pazzamente in seguito ad una vittoria. A partire dal piccolo bimbo alle prime “esperienze” cestistiche fino ad arrivare ai più attempati che di tanto in tanto ancora rimembrano le gesta dell’allora Becchi (con tanto di paragoni a volte fin troppo azzardati). Descrivere il tifoso biancorosso non è certo semplice, nelle sue mille sfaccettature e nelle mille differenze. Ma c’è una cosa che li accomuna profondamente: l’amore per la pallacanestro della propria città. Che seguirà sempre con grande affetto ed un legame profondissimo, a costo di seguirla fino alla fine anche nei luoghi più disparati del Paese. E, anche nella stagione appena terminata, tutto ciò non è mai (si legga bene: mai) venuto meno. Si tratta di un preziosissimo tesoretto che ben poche realtà italiane possono vantare.

Tutte le foto utilizzate sono di proprietà Pallacanestro Forlì 2.015 – Massimo Nazzaro