Una Pallacanestro 2.105 troppo brutta per essere vera cede due punti ed imbattibilità casalinga a quelli che, a confronto dei ragazzi di Garelli, sono davvero sembrati squali e molto affamati. Una differenza di appetito apparsa evidente fin dalle prime battute, che hanno visto l’Unieuro scendere in campo molle e deconcentrata, travolta a rimbalzo e in ritardo su ogni palla vagante. Roseto da par suo esibisce un Amoroso che si presenta con due triple in apertura e con un Fultz imprendibile, e sarà una costante per tutto il match, capace di battere il proprio marcatore con irrisoria facilità per poi creare gioco. Ciò nonostante Forlì resta attaccata alla partita, grazie a un primo quarto sontuoso di Sebastian Vico che colpisce con continuità il canestro avversario sia dalla lunga distanza che da dentro l’arco, riuscendo anche nel non facile compito di annullare il temutissimo Smith nell’altra metà campo.
Il secondo quarto si apre con una giocata di levato impatto emotivo di Bonacini: asfissia il palleggio di Smith con un pressing dei suoi, gli tocca la palla una, due volte, si tuffa, la insegue nella metà campo opposta, e con un’altro tuffo rischia di prenderla.
La rimessa è di Roseto ma a 25 metri dal canestro e con soli 4 secondi sul cronometro dell’azione. Un Palafiera fin lì assopito, quasi a replicare sugli spalti quanto stava facendo in campo la propria squadra, si sveglia di colpo con questa scarica di adrenalina e prova ad entrare in partita. La squadra risponde: prima Blackshear mostra tutta la sua forza fisica contenendo l’uno contro uno di Amoroso, che ricevuta palla in posizione profondissima fa un paio di palleggi ma al momento di concludere non trova più il pallone, scippato dall’ex Louisville. Poi Infante con una bella sospensione a centro area porta a casa fischio amico e due punti. Il Palafiera comincia a credere che nonostante i tanti segnali allarmanti la gara possa svoltare in direzione Forlì.
Coach Di Paolantonio, a cui vanno fatti i complimenti per come ha preparato e gestito la gara, prova a confondere le idee ai playmaker forlivesi: prima un possesso a zona 2-3 e poi la stessa 2-3 adattata a uomo dopo i primi due passaggi. Garelli risponde con un quintetto che vede tre piccoli (Ferri, Bonacini e Paolin) e Blackshear da 4. L’idea non è malvagia, il pallone circola bene e nascono buoni tiri dall’arco ma di far canestro non se ne parla. L’Unieuro fa una fatica tremenda a trovare continuità offensiva, viene vivisezionata regolarmente dalle incursioni di Fultz ma riesce nella missione difensiva più importante tenendo a bada Smith. La gara resta così in equilibrio nonostante un massacro a rimbalzo, vero tema ricorrente del primo tempo: sarà 18 a 32 il totale in favore degli Sharks all’intervallo, addirittura 3 a 14 il dato sui rimbalzi offensivi.
Con queste cifre che la dicono lunga su come sia andata la lotta sotto i vetri è quasi un miracolo che Forlì si presenti al rientro dopo la pausa con una dote di cinque punti, sul 36-31, con Blackshear e Crockett che hanno sostanzialmente sparacchiato a salve ma il miglior Vico della stagione. Neanche il tempo di riprendere posto e Roseto piazza un 8-0 che è come un ceffone: prima Amoroso colpisce da sotto con un bel movimento, poi si infiamma Smith che infila due triple consecutive. L’americano di Roseto ha deciso che è ora di entrare in partita.
L’Unieuro pare accusare il colpo e a differenza di altre volte non riesce a rispondere al break degli avversari, in attacco c’è grande confusione mentre dall’altra parte ci sono una pattuglia di onesti mestieranti, ma ognuno con le idee chiarissime sul da farsi, guidati da un fenomeno (Smith) e da due dei migliori italiani della categoria, vale a dire Amoroso, uno dei pochissimi lunghi italiani dotati sia di punti nelle mani che di fisicità, e Fultz, sempre lucido e dinamico nel far girare la squadra come un orologio. Quest’ultimo è stato utilizzato con grande intelligenza dal coach ospite, che lo ha tolto e rimesso in campo in tante occasioni: fuori sui possessi difensivi e di nuovo in campo in quelli offensivi, proteggendolo così da un secondo fallo avvenuto molto presto. Il parziale del terzo quarto è impietoso (8-24) e Roseto scappa a +11, ma quel che è peggio Smith è definitivamente entrato in partita e fa vedere tutto il suo repertorio: tiri in transizione, dalla media, tiri da tre fra i quali uno, insensato, sparato in faccia a Crockett ad altezze siderali, per poi dare un buffetto all’ala dell’Unieuro come a dirgli ‘adesso sono acceso, non puoi fermarmi’. E sarà proprio così.
Smith non si ferma più e accompagna Roseto fino alla quinta vittoria in sei gare, tenendo la sua squadra sempre a distanza di sicurezza dai timidi e confusionari tentativi forlivesi di tornare nel match. Per la Pallacanestro 2.015 non è tempo di giudizi lapidari né processi, anche trascurando di proposito l’assenza di Pierich. Sembra che la squadra sia ancora in una fase di ricerca di se stessa, non a caso stasera che Vico ha finalmente fatto un netto passo avanti, contribuendo in modo importante a mettere punti sul tabellone, sono mancati i punti sia di un fumoso Crockett sia di un Blackshear che ha sistemato le cifre a buoi abbondantemente scappati. Ci sono stati enormi problemi di spaziature, palle perse banalmente, un numero indefinito di palleggi in eccesso ed errori di timing nell’esecuzione di movimenti e passaggi, al punto che nel secondo tempo la squadra è andata progressivamente deragliando, non credendo più in quello che stava mettendo in campo. Problemi troppo evidenti per non giudicare la gara di oggi un incidente di percorso, per quanto rovinoso (non inganni il – 9 finale). Un esame di coscienza e via lavorare sodo in palestra. L’unica medicina possibile: gli squali affamati la prossima volta vorremmo vederli con la maglia di Forlì.