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Chi segue il basket d’oltreoceano, o, per meglio dire, quello dei college americani, nelle ultime Spring Madness avrà certamente avuto modo di imbattersi nell’epopea della “cenerentola” Loyola, università di Chicago giunta tra lo stupore generale alle Final Four di San Antonio. Autentico amuleto della squadra di basket, da anni ed anni, è Sister Jean, Sorella Jean, suora gesuita 99enne che prima di ogni match “dà la benedizione” ai propri ragazzi e segue ogni loro impegno stagionale (secondo alcune fonti ha anche scovato, negli anni, parecchi giovani prospetti).

Anche la nostra Forlì ha la sua Loyola University e le sue, in questo caso, Sisters Jean. Stiamo parlando della Libertas Green, società forlivese del campionato di Prima Divisione fresca di titolo di “Tifoseria Minors più bella d’Italia” per le particolari testimonial della stagione in corso. Supporters d’eccezione che si sono rivelati talismani assoluti nella lunga cavalcata vincente dei verdi, trionfatori nel Girone G – con tanto di “corona d’alloro” nel derby con l’Aics che metteva in palio il primo posto finale – ed ora squadra da battere nei playoff al via. Le ambizioni, del resto, alla compagine forlivese non mancano di certo, come ci conferma, in una lunga intervista a 360 gradi, Michele Gavelli, dominus della squadra che da oramai tre stagioni si occupa davvero di tutte le faccende “gestionali”.

Michele, dove inizia la storia di questa Libertas Green?

“Inizialmente ci trovavamo sotto l’egida di Aurora Basket Forlì. Un gruppo tirato su in fretta e furia dai campetti estivi forlivesi, apparentemente solido ma pur sempre di amici, che sono poi diventati i fondatori della squadra odierna, e voglio citarli: Matteo Tiselli, Francesco Berlati, Nicolò Brunetti, Paolo Gavelli e Michele Graziani”. 

Poi, i passi successivi?

“Nell’estate 2016 venne l’idea di metter su qualcosa di un po’ più serio. A quel punto abbiamo fatto la squadra, sempre in Prima Divisione, con la Libertas Green, società già presente da decenni nel panorama forlivese che ci ha “concesso” il loro nome”. 

Costruite le fondamenta, fatta la casa.

“Non proprio. Abbiamo proseguito con Gabriele Ceccaroni, allenatore che ci ha presi dopo qualche partita durante l’anno con Aurora, con il quale abbiamo disputato un 2016-17 tra alti e bassi, fino a metà stagione, quando abbiamo deciso di separare le nostre strade ritornando in una sorta di auto-gestione della squadra. E’ stato un campionato non facile per noi, in cui ci siamo trascinati fino ad aprile senza grossi scossoni in termini di risultati positivi”.

Quindi l’attuale campionato da corazzata è cosa fresca fresca.

“Sì, partì tutto proprio la scorsa primavera, quando ebbi modo di conoscere Richard Lelli che, appena ritornato a casa dopo mesi trascorsi in Brasile, si stava avvicinando al mondo OneTeam. Insieme ci è quindi venuta idea di dare il “la” ad un’ambiziosa idea di basket, provare a mettere insieme i tasselli giusti per puntare a qualcosa di davvero sostanzioso. Va detto che tutti avevamo le idee ben chiare sul da farsi: questo, unito ad una buona base economica su cui poter far forza, ci ha consentito di allestire un roster di qualità per puntare in alto e far le cose fatte per bene. Obiettivo minimo: arrivare comodamente ai Playoff, ma non abbiamo mai nascosto il desiderio di lottare per qualcosa di più succoso”.

E così partì l’epopea dell’attuale Libertas Green.

“Ad inizio stagione, a settembre, i ragazzi erano in tantissimi, qualcosa come 21-22 componenti del roster tra nuovi e “vecchi”, tra cui alcuni ancora indecisi sul da farsi. Ci siamo quindi presi qualche settimana per farci un’idea con amichevoli ed allenamenti e valutare al meglio le successive mosse. Abbiamo preso delle scelte e scremato il gruppo fino a 16-17 unità ad inizio anno, ora siamo in una quindicina di “giocanti”, di cui 7 dallo scorso anno: praticamente una rivoluzione. Ma ripeto, abbiamo allestito la squadra con l’idea di vincere, ed è questo quello che proviamo a fare in ogni partita”.

Roster di qualità che ha poi mostrato la propria “pasta” nel corso della regular season, in fin dei conti.

“Vero, ma vorrei sottolineare che non abbiamo dominato in lungo e in largo il nostro campionato, il primo posto finale ce lo siamo guadagnato solamente nel derby dell’ultima giornata. Siamo sempre stati in zona Playoff dall’inizio, questo sì, imbattendoci in appena tre sconfitte in tutto il campionato”.

Che stagione è stata, quindi, per la Libertas Green?

“Indubbiamente una stagione complicata, perché è stata per tutto il gruppo la prima stagione ad un livello così elevato. Elevato nell’allestire un roster di una certa caratura, nello scegliere un allenatore esperto e preparato ed a sua volta, per lo stesso coach Lelli nel ritornare ad allenare una squadra “senior”, essendo abituato da anni ed anni a gestire squadre giovanili. Ma anche gestire una squadra rinnovata per una buona metà non è stato semplice, e non lo è tuttora: il gruppo è davvero ambizioso, ma tutti assieme stiamo facendo un super lavoro”.

Difficoltà che però, scorrendo la classifica, non pare aver riscontrato la squadra contro le avversarie del girone.

“Beh, ci siamo dovuti sudare e guadagnare ogni singola vittoria, sotto molti aspetti. La prima parte di campionato, infatti, è stata estremamente altalenante per quanto riguarda gioco e risultati. Abbiamo perso con Faenza e siamo finiti ko nel derby di andata con l’Aics per un canestro nel finale di gara, finendo per abbatterci nel morale ed incappando quindi nella peggior partita stagionale, un pesante -12 a Castelbolognese che ci ha davvero fatto toccare il fondo”.

Si dice che dai duri colpi, però, si rinasce. Non è così?

“Sì, dopo quell’episodio ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo fatto quadrato, perché, per giungere al nostro obiettivo chiamato Playoff era necessario rimettersi in carreggiata al più presto. Abbiamo quindi inanellato sette preziosissime vittorie di fila, giocando bene e recuperando giocatori infortunati o che faticavano ad entrare nelle corrette dinamiche di gruppo. Ci auguriamo tutti che non siano gli ultimi nostri successi stagionali”.

Qual è stato l’apice del vostro campionato?

“Direi il derby di pochi giorni fa con l’Aics, una “stracittadina” che metteva in palio il primo posto finale nel girone. Anche loro, tra le altre cose, possono contare su una squadra forte, attrezzata per far bene come noi, ed è servito sfornare il 101% per avere la meglio. E’ una partita che si può rigiocare venti volte e per venti volte finirà con uno scarto davvero minimo, proprio per somiglianza di valore tecnico tra le due squadre”.

Ed ora sotto con i playoff.

“Iniziamo subito nella serata di lunedì in Gara 1 contro Riccione, arrivata quarta nell’altro girone romagnolo ma, a detta di tutti, terza forza di tale raggruppamento alle spalle delle corazzate Tigers e Livio Neri Cesena. E’ una squadra giovane, che corre parecchio, dovremo sudarcela fino alla fine. Speriamo di proseguire nel trend casalingo da imbattuti e portare a casa il primo appuntamento, sfida fondamentale dalla quale verosimilmente la serie, al meglio delle 3, penderà poi da una parte o dall’altra”.

L’obiettivo finale?

“Cercheremo di fare del nostro meglio, perché in casa Libertas Green nessuno è ancora appagato. Cercheremo di vincere tutte le partite che mancano, per provare a conquistare la promozione. Ora che siamo ai playoff, vogliamo giocarcela fino alla fine”.

Foto Libertas Green – Anna Lombardi